“Noi abbiamo cambiato allenatore, gli altri hanno cambiato tanti calciatori”, così parlava De Laurentiis pochi giorni prima dell’inizio del campionato. Un’osservazione calcistica che ha trovato riscontro nelle prime partite anche in virtù dell’intelligenza di Ancelotti di non trasformare l’impianto di gioco e le conoscenze tattiche lasciate da Sarri. L’intesa tra Insigne e Callejon, la catena di destra Hysaj-Allan-Callejon, la capacità nello stretto di Insigne, Milik e Mertens di trovarsi a memoria, le conoscenze dei movimenti di Albiol e Koulibaly rappresentano un patrimonio di grande livello, superiore agli acquisti roboanti di Inter e Milan mentre la Roma è un caso diverso, a metà tra vecchio e nuovo. La strategia della conservazione ha fatto in modo che il Napoli mantenesse anche dei vizi e delle virtù della scorsa stagione, da analizzare in un contesto nuovo, in una squadra che rappresenta ancora un ibrido tra passato e presente. Il Napoli di Sarri nell’ultimo campionato ha vinto dieci gare e conquistato 31 punti in rimonta, la capacità di reazione, la personalità, la necessità di un episodio scatenante per uscire dalle difficoltà ha colpito questo gruppo anche con Ancelotti in panchina, con le vittorie contro Lazio e Milan. Contro i rossoneri gli azzurri hanno addirittura ribaltato una sfida dopo essere andati sotto di due gol di scarto, non accadeva dall’era Mazzarri, dall’indimenticabile Napoli-Lazio 4-3. Il Napoli ha subito tre gol in due partite, la media di 1,5 a gara, troppi per una squadra di vertice e due sono stati incassati nella prima mezz’ora di gioco, confermando un vizio anche dell’anno scorso. Il Napoli ha subito 29 gol di cui tredici nella prima mezz’ora delle partite (il 41,4%), sotto quest’aspetto un gruppo, che è già cresciuto molto riguardo alla maturità, deve fare il salto di qualità lavorando sulla concentrazione nell’approccio alla gara. Se la fase difensiva è ancora da registrare, le notizie più belle arrivano dalle capacità offensive, soltanto Napoli e Juventus hanno realizzato cinque reti nelle prime due partite. Entrambe le squadre esprimono poi una “democrazia del gol”, nel Napoli il miglior marcatore è Zielinski, autore di una doppietta contro il Milan, ma la notizia più interessante è la partecipazione di tutti gli attaccanti alla via del gol. Manca all’appello solo Callejon che è stato decisivo con l’assist per Milik contro la Lazio e per Zielinski contro il Milan oltre al consueto apporto tattico di grande livello. L’”upgrade” riguardo alla fase offensiva è la maggiore duttilità, come dimostra il cambio modulo avvenuto a mezz’ora dalla fine contro il Milan, la fluidità nella ricerca di soluzioni anche con un sistema di gioco diverso, vedi gli scambi di Mertens con Insigne e Milik. Si tratta di una novità interessante per una squadra che nello scorso campionato ha avuto un calo a livello realizzativo, segnando diciassette reti in meno rispetto all’annata dell’esplosione di Mertens nel ruolo di centravanti. In fase difensiva, invece, c’è tanto da migliorare, s’avverte in maniera più radicale il cambio d’identità, il passaggio di consegne da Sarri ad Ancelotti. Il Napoli ha quasi dimezzato in tre stagioni di “sarrismo” i gol subiti con un lavoro ossessivo sulla linea difensiva, puntando attraverso le letture di reparto a far crescere i giocatori e riducendo le letture individuali. Con Ancelotti il sistema è cambiato, ci sono dei concetti-base, delle indicazioni di reparto ma c’è maggiore richiesta di letture individuali, poi sono completamente modificate le consegne agli esterni bassi che hanno un posizionamento medio in campo più avanzato e partecipano di più alla fase offensiva. La loro azione difensiva non è costantemente sviluppata in armonia con la linea, vive anche di capacità individuale di leggere l’azione e interpretare lo spazio. In questo modo si spiegano le due reti subite in fotocopia, con Hysaj e Mario Rui che non s’abbassano per coprire su Borini e Suso, Allan lontano dalla copertura difensiva in occasione del gol di Bonaventura e il ritardo di Insigne nel rientro su Calabria sulla rete del 2-0. Tra vizi e virtù del passato, Ancelotti traccia la strada alzando l’asticella, parlando di sogno scudetto nell’estate delle polemiche e caricando così il gruppo a sua disposizione. La vittoria contro il Milan è nata nella sala stampa di Castelvolturno e ha nella compattezza del gruppo, il principale punto di forza di Ancelotti, la risorsa più significativa.
Ciro Troise
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