E’ il giorno della presentazione di Mirko Valdifiori, Leandro Castan, Lorenzo De Silvestri e Luca Rossettini: a fare le veci del Torino c’è il Direttore Sportivo del Torino, Gianluca Petrachi. Ecco le sue parole:
Quale è la verità sulla vicenda Maksimovic?
“Mi fa piacere essere qui a poter dire la verità. Noi non abbiamo mai trattenuto un giocatore con la forza. E’ la nostra storia che parla, è sempre controproducente trattenere qualcuno contro la propria volontà. Glik a fine campionato è venuto a dirmi in faccia: qui ho passato anni meravigliosi, ma sento di aver fatto il mio tempo. Gli risposi che le sue parole gli facevano onore e che lo avremmo accontentato. Lo stesso dicasi per Peres: voleva spiccare il volo, cosa che è legittima per un giocatore. A differenza di Maksimovic lui era un po’ irritato perchè pensava non mantenessimo la parola. Per questo, lo ricordate, si presentò in ritardo con qualche giorno di ritardo. Al che, gli abbiamo parlato, dopo confronti schietti si è deciso che tornasse da noi momentaneamente facendo il professionista sino alla fine, perchè lo avremmo accontentato. E così è stato. Per Maksimovic il discorso è diverso. Mihajlovic disse che gli sarebbe piaciuto trattenere Nikola, convinto che con lui potesse fare un salto di qualità. Gli abbiamo detto: mister, non è facile, lui vuole andare via. Sinisa a quel punto ha detto: gli parlo io da serbo a serbo. Dopo aver avuto un confronto con lui, il mister ci disse che in caso di un adeguamento del contratto sarebbe rimasto. Ci siamo seduti col procuratore e avevamo anche trovato l’offerta. Poi, a un certo punto, Nikola ha fatto saltare il banco. Mi dispiace molto, perchè Maksimovic l’ho portato io in Italia. Evidentemente gli è stato consigliato di comportarsi in quel modo e da un giorno all’altro non si è più presentato. Allora il Torino si è cautelato, anche in via legale. Dico che in tutte le situazioni bisogna usare il buonsenso. Il Torino deve essere contento di aver venduto il giocatore a una certa cifra. Maksimovic se ne va con una caduta di stile non giusta nei confronti di una tifoseria che lo ha sempre stimato. C’è rammarico: come successo per Glik e Peres, anche lui sarebbe potuto uscire in un altro modo, senza polemiche”.
Come mai Peres e Maksimovic sono andati via in prestito con obbligo di riscatto?
“Il Torino, in questi anni, aldilà dell’aspetto tecnico, ha un bilancio sanissimo. Al Torino, il fare un prestito con obbligo di riscatto non interessava. Poi è il cliente che, in base alla sua situazione, preferisce un’altra soluzione. E’ quello che ci hanno chiesto sia la Roma che il Napoli”.
Quale è la verità su Simunovic?
“E’ un ragazzo straordinario che volevo portare al Torino da tempo. Purtroppo in passato, non per colpa sua, ha avuto una lesione della cartilagine che è stata trascurata. Detto questo, il ragazzo per tutta l’estate si è allenato al top. Lo abbiamo seguito da vicino andando in Scozia e c’era la volontà di investire su quello che ritenevamo un gran prospetto. Sicuramente siamo andati dal Celtic e abbiamo detto: noi investiamo, ma prima vogliamo sottoporre il giocatore alle visite mediche. Se le ha superate? Certo, perchè non ha manifestato problematiche importanti. Ma ci siamo consultati con i nostri medici, che ci hanno detto che la lesione alla cartilagine è un problema, perchè c’è chi ci fa il triathlon ma anche chi smette di fare attività agonistica. Allora ho chiamato il Direttore Sportivo del Celtic e gli ho detto: datemi il giocatore in prestito con obbligo di riscatto alla prima presenza, anche solo di un minuto. Ci ha risposto: il giocatore o lo prendete subito a titolo definitivo o niente. Mi dispiace molto perchè Simunovic voleva venire al Toro. E non è un giocatore malato o con dei problemi. Io avrei investito volentieri quattro milioni: ma mi sono fidato dei consigli dei professionisti medici che abbiamo”.
Fonte: Toronews
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