E’ il giorno delle visite mediche di Miralem Pjanic alla Juventus. Il passaggio del bosniaco ex Roma non è solo un’operazione di mercato ma è un manifesto di forza del club bianconero.
Marotta, Paratici e Allegri da tempo cercano una mezzala di qualità, probabilmente anche prevedendo una probabile cessione di Pogba. L’attacco è iniziato un anno fa: il primo nome era Marek Hamsik che è stato attratto dall’ipotesi di trasferirsi alla Vecchia Signora dove avrebbe giocato la Champions League. Hamsik non ha mai forzato, è rimasto lì ad aspettare la volontà del Napoli a cui ha sempre dimostrato un profondo senso d’appartenenza.
Furono tanti i colloqui tra le due società ma non ci furono le premesse per arrivare all’accordo. La Juventus offriva 30 milioni inserendo anche delle contropartite tecniche come Rugani, Sturaro, Zaza, De Laurentiis non ha voluto approfondire la trattativa in virtù anche della forte opposizione di Maurizio Sarri. Sul taccuino della Juventus tra i nomi individuati per il centrocampo era cerchiato in rosso anche quello di Pjanic.
La proposta alla Roma era di 25 milioni, troppo pochi per Baldissoni, Sabatini e Pallotta. “Pjanic si porta via solo pagando la clausola”, la risposta da Trigoria. La Juventus ha accettato la risposta e si è messa al lavoro per realizzare in futuro l’operazione. Un anno dopo, Pjanic trova l’intesa con Marotta, rinuncia al 20% del cartellino nelle sue mani, spalmato poi nell’ingaggio previsto dal contratto quadriennale firmato con la Juventus.
Questa storia è una dimostrazione di potere, di capacità applicate alle strategie di calciomercato che spiega il dominio economico e strutturale del club bianconero nel calcio italiano. I successi non nascono in campo ma dietro le scrivanie e negli equilibri del mondo del pallone.
Le milanesi hanno davanti a sé il passaggio storico dell’abbraccio alla Cina e naturalmente hanno rallentato la propria corsa, la Roma è una realtà interessante ma ha vissuto una transizione significativa negli ultimi anni e deve ancora stabilizzarsi. Il Napoli ha le potenzialità per inseguire la Juventus, stargli dietro e attaccare il gap con i bianconeri. Il progetto tecnico curato da Maurizio Sarri ha fatto in modo che la classifica presentasse un distacco di soli nove punti rispetto alla Juventus ridimensionando la profonda differenza in termini di fatturato e organizzazione societaria tra i due club.
Il campo talvolta sa dribblare gli equilibri esterni, basta guardare la favola Leicester o i risultati raggiunti dall’Atletico Madrid ma si tratta di eccezioni che confermano le regole. La strada da percorrere è la crescita complessiva, nella prossima stagione il Napoli avrà una forte spinta: la Champions League.
Essa fornisce risorse spendibili sul calciomercato, fa crescere la forza del brand, attira nuovi sponsor e alimenta i progressi del Napoli nel ranking internazionale. Tutto ciò può avere ricadute anche sotto il profilo sportivo aiutando il club a combattere le difficoltà nel convincere i calciatori a venire al Napoli: da Acquafresca a Kramer, da Fer a Zielinski, in ogni sessione s’aggiunge qualche nome all’elenco dei rifiuti.
Cristiano Giuntoli sta mettendo in mostra la grande volontà di potenziare la struttura societaria, s’avvale della collaborazione di vari osservatori e l’arrivo di Andrea Innocenti nel reparto scouting va proprio nella direzione di sfidare gli avversari sul terreno delle idee e della ricerca dei giocatori.
“Sarà difficile ripetersi”, Sarri ha messo le mani avanti perché è consapevole della difficoltà della prossima annata. Bisognerà far convivere i meccanismi tattici del Napoli con il turn-over e maggiore duttilità nell’interpretazione dei sistemi di gioco, sarà fondamentale una rosa ampia, di qualità che abbia delle alternative di spessore in ogni ruolo.
Il salto di qualità non passa solo per il mercato ma anche per lo stadio e il settore giovanile. Sul San Paolo non ci sono più scuse soprattutto se dovesse trovare continuità l’amministrazione De Magistris. I 25 milioni del Credito Sportivo rappresentano un impegno da non fallire facendo iniziare i lavori quanto prima e gestendoli nel migliore dei modi.
Il settore giovanile potrebbe diventare lo strumento per ribaltare il gap economico con realtà come la Juventus, basterebbe crederci un po’ di più. Il Napoli non ha un centro di proprietà, s’allena in affitto al centro di Sant’Antimo con un solo campo a undici, non ha a propria disposizione le risorse per riuscire a blindare la Campania Felix e non ha mai strutturato un lavoro di scouting internazionale alla ricerca di giovani talenti che hanno tutte le principali realtà del calcio italiano. Nonostante ciò, qualche risultato talvolta viene raggiunto: il Napoli si è qualificato per la prima volta alla final eight Under 17 A e B, in cui gli azzurrini sono stati eliminati dopo le sconfitte contro Inter e Juventus, Giuntoli ha a disposizione dei ragazzi interessanti come Contini, Bifulco, Luperto e Roberto Insigne, utili in sede di trattative di calciomercato e qualche talento come il classe ‘2000 Gianluca Gaetano fa ben sperare per il futuro.
Struttura societaria, stadio, calciomercato e settore giovanile, il Napoli è ad un bivio, deve percorrere la strada del salto di qualità a costo anche di compiere qualche sacrificio economico che può dare risultati importanti nel corso del tempo.
Ciro Troise
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