Il calcio è gioia, passione, amore, emozioni, senza questo patrimonio è una scatola vuota, dove dominano soltanto gli interessi. Spalletti è uomo navigato, esperto, lo sa bene e in una piazza depressa dopo Napoli-Verona ha insistito sull’empatia, sulla connessione tra squadra e tifosi. Un aspetto su cui storicamente il club di De Laurentiis è carente.
L’opera, infatti, non sarà completa fino a quando il tifo organizzato non sarà solo una risorsa d’esportazione, a sostegno della squadra in giro per l’Italia e l’Europa, assente al Maradona a causa dell’applicazione oppressiva del regolamento d’uso, con multe per un semplice cambio posto o una severità nell’utilizzo della mascherina che non è applicata in nessun luogo all’aperto o anche al chiuso della città. Ovviamente solo nella parte centrale della curva, non negli altri settori e tutto ciò a chi è malizioso come me sembra un’azione chirurgica.
Il Napoli dell’asse Leicester-Udine fa sognare, concede il diritto di esaltarsi.
Le delusioni, che vanno dalla semifinale di Europa League contro il Dnipro fino a Napoli-Verona passando per la stagione dei 91 punti, sono tante. Il tifoso anche nasconde il trasporto emotivo e opta per la razionalità dell’attesa. L’atteggiamento è comprensibile ma questa piazza ha il diritto dopo tutti i tormenti del post Sarri di riprendersi il gusto dell’attesa della partita con adrenalina, della consapevolezza che nessun sogno sia impossibile.
Spalletti ha cambiato la mentalità di questo gruppo
Lo dicono la bellezza della prestazione di Udine e i numeri: 43 punti nel girone di ritorno dello scorso campionato, punteggio pieno nelle prime quattro giornate di quello in corso, 30 gare consecutive di campionato in cui il Napoli va a segno, 14 partite ufficiali senza conoscere la sconfitta.
Sono statistiche da squadra di grande livello, che mescola talento, esperienza e finalmente sembra aver fatto anche l’upgrade riguardo alla personalità.
La missione di Spalletti è accompagnare questo gruppo, proteggerlo alle prime difficoltà, continuare a gestirlo in maniera brillante, dando spazio a tutti (soltanto Marfella e Idasiak non hanno trovato minuti in gare ufficiali) e tenendoli sul pezzo. Spalletti parla con tutti, ha portato nella testa del gruppo la mentalità per cui si gioca in 16, non solo in 11. C’è l’abbraccio sentito con Lozano dopo il gol nella partita di Udine a spiegare con una fotografia il lavoro compiuto da Spalletti per gestire le sue energie, farlo crescere di condizione e alla Dacia Arena il Chucky si è anche sbloccato.
Questa squadra ha ancora delle risorse da poter coltivare: Juan Jesus deve crescere di condizione, Zielinski dopo l’infortunio contro il Venezia non è ancora tornato al massimo, s’attende il ritorno di Ghoulam, per la partita contro il Cagliari dovrebbe esserci Mertens tra i convocati ed entro la sosta potrebbero essere recuperati anche Demme e Lobotka mentre Meret è già tornato ad Udine.
A Genova c’è un’altra battaglia da affrontare, la Sampdoria è una squadra valida, una delle migliori della zona media del nostro campionato, in cui ci sono il Torino, il Sassuolo, la borghesia da cui prova a staccarsi la Fiorentina inseguendo l’elite che vale l’Europa
È una squadra di talento con vari interpreti forti soprattutto nella fase offensiva come Damsgaard, Candreva, Quagliarella e Caputo e un’organizzazione tattica capace anche di interpretare le partite in modo differente.
Contro il Milan e l’Inter la Sampdoria ha fatto pressing alto per sporcare la costruzione dal basso dell’avversario che prova a dominare il gioco, ad Empoli la formazione blucerchiata ha atteso la squadra di Andreazzoli per non concedere campo ai toscani e colpirli con la qualità dei propri uomini offensivi.
Il Napoli deve essere pronto a momenti in cui bisogna saper soffrire, come nei primi venti minuti ad Udine, anche il Milan e l’Inter hanno avuto dei momenti di difficoltà a Marassi e i nerazzurri, infatti, non sono andati oltre il pareggio contro Quagliarella e compagni.
La Sampdoria proverà ad alzare il baricentro del pressing lavorando sulle coperture preventive, sfruttando la rapidità della coppia Colley-Yoshida per tenere a bada Osimhen, tocca al Napoli avere la pazienza di scavare nelle tante soluzioni che ha nelle corde lavorando sempre con attenzione sulla fase di non possesso.
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