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Le tre parole della rivoluzione di Spalletti

Empatia, organizzazione e chiarezza ispirano la svolta di Spalletti

Valeria Rossi nel 2001 lanciò la canzone “Tre parole” vincendo il premio rivelazione dell’anno al Festivalbar. Sole, cuore e amore erano le parole che costruivano l’”adocchiabile” ritornello di un testo che fu tradotto anche in una versione spagnola.

Pensando al lavoro di Spalletti a Dimaro, ci sono anche in questo caso tre parole che possono sintetizzare la rivoluzione: empatia, organizzazione e chiarezza.

Nell’anno dell’apertura degli stadi, sperando che sia al 100% per i muniti di green pass, l’empatia è la prima risorsa da recuperare in un ambiente sfiduciato per Napoli-Verona e l’amaro epilogo dell’ultima stagione che ha reso ancora più forte il clima di distacco imposto dalla pandemia.

Spalletti ci sta provando a ricostruire un legame, lo dimostrano due gesti realizzati in questi giorni: la pettorina con il coro sarò con te e l’applauso ai tifosi sugli spalti motivato dalla frase in conferenza stampa “Bisogna avere rispetto di chi consuma le ferie per venire a sostenerci”.

Nella terra di mezzo della pandemia, tra la voglia di ripartire e la paura di ritrovare gli incubi delle chiusure, un gesto di questo tipo esprime umanità, rispetto, i valori su cui ricostruire l’empatia.

Dall’estate del 2018, quando è andato via Sarri, il Napoli è finito dentro un vortice di confusione: dal fallimento di Ancelotti senza unità d’intenti con Giuntoli e De Laurentiis alla scelta del “traghettatore” Gattuso mentre si pensava a Juric e ai giocatori del Verona (Rrahmani arrivò, Kumbulla e Amrabat rifiutarono).

Spalletti ha una missione: entrare dentro il vissuto di questo gruppo, ripartire dalla base solida del 4-2-3-1 ereditato da Gattuso mettendoci del suo, insistendo sull’organizzazione, soprattutto difensiva. Nell’ultima stagione il Napoli ha segnato 103 gol, il deficit ha riguardato l’aspetto difensivo, con più di 50 reti incassate. Con l’ausilio di Calzona, che ha lavorato con Sarri, sta ripartendo dall’armonia della linea difensiva e cercando di dare a questa squadra degli automatismi sia nella costruzione dal basso che nel pressing alto.

La chiarezza è la virtù dei forti, Spalletti in conferenza stampa ha giocato sull’etichetta aziendalista che ha accettato nelle parole ma dribblato nei fatti perché è stato chiaro su un concetto basilare. Il Napoli, per dare ordine ai conti, ha bisogno di tornare in Champions League e, per arrivare a quest’obiettivo, serve una squadra forte, con i doppi ruoli. Un messaggio chiaro anche per il mercato con il Napoli che vuole dare a Spalletti un esterno sinistro e un centrocampista.

Emerson Palmieri è la priorità, in mezzo al campo si prova a prendere uno tra Zakaria e Koopmeiners. Si attendono le mosse del Chelsea che potrebbe esercitare l’opzione per il rinnovo del contratto di un anno e poi cederlo in prestito con diritto di riscatto.

C’è poi da capire cosa accade in uscita, con il caso Insigne e il rischio della permanenza in scadenza di contratto ad irrompere sul club di De Laurentiis.

 

Ciro Troise

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