Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Mediaset dopo l’eliminazione dalla Champions League per mano del Milan: “Prima di tutto faccio i complimenti al Milan per la qualificazione in semifinale di Champions. Hanno giocato due partite riuscendo a capitalizzare il massimo ed è sintomo di squadra matura che capisce bene i momenti di gioco e quando dover difendere con tutta la squadra. Però, voglio fare i complimenti anche ai miei calciatori che hanno fatto una grandissima Champions, anche se abbiamo pagato qualche ingenuità e l’inesperienza nel capire i momenti della partita. Siamo arrivati a questo match con molti giocatori stanchi dalle Nazionali, lo stesso Osimhen era fermo da 20 giorni, poi c’è da sottolineare alcuni errori. Se si è spezzato qualcosa dopo la sconfitta in campionato? No, le partite le abbiamo affrontate molto bene sia a Milano, sia al Maradona, ma abbiamo sbagliato qualcosa, infatti il rigore concesso e il gol subito si possono ampiamente evitare. Nel gol eravamo in possesso e abbiamo dato la possibilità al Milan di ribaltare la situazione che ci vedeva in attacco. Quanto ha pesato l’ultima sosta delle Nazionali a fine marzo? Ha pesato, ci ha tolto energie perché prima eravamo in piena condizione sia mentale che fisica, poi al ritorno molti calciatori erano fuori forma o hanno dovuto forzare la presenza. Durante queste due partite, però, abbiamo giocato in maniera totalmente diversa rispetto al campionato. L’arbitraggio? All’andata non ho contestato io, ma tutti voi, eravamo tutti d’accordo tranne chi aveva la maglia del Milan. Stasera c’era un rigore nettissimo su Lozano con il calciatore del Milan che gli gira la caviglia senza prendere mai palla, non si può non vedere, soprattutto al VAR. I cross? Abbiamo battuto 16 calci d’angolo, non sono sempre stati sfruttati, abbiamo provato a tenere alta la pressione, infatti Kvaratskhelia si è ritrovato molte volte a fare un 1 vs 1 dove è stato bravo Calabria, ma Khvicha ha potuto anche tirare in porta e creare tanto. Però, è andata così”.
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