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Sirigu: “A Napoli l’ambiente è ideale per una stagione di vertice, parlo di tutto ma non di Scudetto”

Salvatore Sirigu, portiere del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni a margine del premio USSI Sardegna. Ecco quanto riportato da Repubblica: “Parlo di tutto ma non di scudetto e classifica. Sono qui per ricordare Davide Astori, amico stimato e compagno insostituibile. Con Davide ci siamo conosciuti da ragazzini, alla Cremonese in C. Avevamo sogni e timori. Mondonico ci faceva filare dritti in una squadra di marpioni. Anche se facevamo bene in campo ogni giorno era faticoso stare al passo. Ma ce l’abbiamo fatta. Ci siamo ritrovati in Nazionale, dalle giovanili alla maggiore. Ci sentivamo spesso. Davide mi ricordava che a Cremona con i primi stipendi siamo andati in giro per concessionarie. Sognavamo le Audi, finimmo per compraci due utilitarie! L’ultima volta che ci siamo visti è stato in campo: Fiorentina-Torino 3-0. Su ogni corner veniva in area e mi diceva “Occhio, Salvatore, ti faccio gol”. Quel suo sorriso non posso scordarlo. A Napoli l’ambiente è ideale per una stagione di vertice, la piazza è calda e ci dà tanto. Dobbiamo proseguire così. Poi, si vedrà”.

 

Quanto potrà influire il Mondiale sulla vostra marcia?
“È una mia opinione: sarà più dura ripartire in campionato per i club, meno per chi li gioca. Anguissa, Zielinski, Olivera, Kim e Lozano: Sono tornati più motivati che mai. Il mister sta facendo un perfetto turn over, stiamo così bene che chiunque giochi diventa fondamentale”.

 

Undici vittorie di fila, gol a grappoli. Qual è il segreto?
“Siamo coesi e motivati. Anche in allenamento: arriviamo al campo che siamo carichi a mille, chiunque indossi la casacca fa benissimo. Da Kvaratskhelia, un fenomeno con tutti i colpi che deve diventare un po’ più egoista sotto porta, a Osimhen, forza fisica e mentale pazzesca, e Lozano, con la palla capace di fare qualsiasi cosa”.

 

A proposito di Spalletti, nella top dei suoi tecnici dove lo mette?
“I paragoni, per tempi, organico e contesto, sono sempre ostici. Ma è tra i più forti con Ancelotti e Conte, che in Nazionale con la rosa a disposizione ha fatto cose importanti. Il mister ha caparbietà, idee e conoscenza di calcio uniche. Le insegna nei dettagli e le fa entrare rapidamente anche nella testa dei nuovi”.

 

Torniamo ai Mondiali in Qatar. Quanto ha rosicato vedendo in campo gli altri?
“Dispiace, specie per i tifosi. Ma è giusto così, si è chiuso un ciclo e anche Mancini avrà più tempo per lavorare. Anche i tre anni precedenti gli Europei sono stati decisivi. Ci sentivamo su Zoom e ci diceva che lo slittamento dei Campionati per il Covid ci avrebbe permesso di fare ancora meglio. Ha avuto ragione”.

 

Cosa c’è stato dietro la vittoria in finale sugli inglesi a casa loro?
“Concentrazione e dedizione. Abbiamo capito che sarebbe stato un bel viaggio dopo il 3-0 alla Turchia all’Olimpico. Intanto, per il pubblico: venivamo dal lockdown, ritrovare il tifo è stato pazzesco. Ricordo che negli spogliatoi abbiamo saltato di gioia. Urlavamo quanto fosse bello giocare e vincere. Non c’erano maglie, carriera, premi che valessero pensieri. In quel momento è nata l’Italia campione d’Europa”.

 

Motivazioni e poi?
“Il 40 per cento va al lavoro, il 30 al gruppo, il 10 al supporto dei tifosi e alla voglia di giocare dopo la pandemia. Il resto è un filo di fortuna. Ma sia chiaro: i rigori li abbiamo preparati con molta attenzione, sia in porta, sia chi li avrebbe calciati”.

 

Dietro Donnarumma e Meret. Chi prenderà il suo posto di uomo-spogliatoio, acclamato come grande motivatore e cementatore da Chiellini e Florenzi sia per il commovente video con i vostri parenti e per i bigliettini personali prima della finale?
“Penso a Vicario. Il mister segue anche altri profili. Ma eviterei di caricare di responsabilità i giovani più promettenti: ho visto grandi portieri fare bene un anno e poi perdersi per strada”.

 

Veterano e senatore del gruppo. Sirigu da chi ha preso?
“Da monumenti, in campo e fuori, come Buffon, Cannavaro e De Rossi. Ho imparato che quando stai fuori puoi aspettare il tuo turno in silenzio, oppure provare a essere prezioso in un altro modo”.

 

Amicizie e intesa tra il Psg e la Nazionale. Chi le viene in mente?
“Marco Verratti, Marquinhos e Maignan: forti, leali, con carattere”.

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