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Settore giovanile, una massacrante sfida alle emergenze che affligge la pianificazione

Il salto di qualità che non arriva, l'inizio in ritardo di tutte le categorie e le difficoltà della Primavera: il punto sul settore giovanile del Napoli

“Sto lavorando anche alle strutture del settore giovanile. La Regione mi sta aiutando ad individuare un’area di 20 ettari per costruire 10 campi da gioco regolamentari e un albergo per ospitare i ragazzi che abitano lontano. Vorrei che fosse servita dalla Circumvesuviana proprio per consentire più agevolmente gli spostamenti”, così parlava lunedì scorso il presidente De Laurentiis a Tiki Taka dopo il magico successo di San Siro.

Quante volte abbiamo ascoltato queste parole, cambia solo il numero degli ettari e dei campi ma il libro dei sogni è stato aperto più volte nel corso degli anni. La realtà è ben diversa: il Napoli, dopo undici anni di era De Laurentiis, ha come quartier generale del vivaio il centro sportivo di Sant’Antimo in cui è in affitto e la Primavera sta usufruendo del “Comunale” di Lusciano. Gli investimenti sono aumentati ma il vivaio azzurro continua a vivere nella massacrante sfida alle emergenze, il salto di qualità tanto ambito non è mai stato compiuto. L’input al cambiamento deve arrivare dalla società mettendo la produzione di giocatori attraverso il settore giovanile tra gli obiettivi più importanti del club.

Il mondo cambia velocemente, in Campania la concorrenza è sempre agguerrita e tanti ragazzi validi continuano ad andare altrove. Bisogna individuarli il prima possibile ma serve anche un budget più ampio che permetta al Napoli di poter competere sull’aspetto economico in un ambiente complicato dove le scuole calcio si sono attrezzate per cercare il migliore offerente attraverso procuratori e mediatori vari. Dopo undici anni di era De Laurentiis, il settore giovanile azzurro continua a vivere in una massacrante sfida alle emergenze. Basta pensare al ritardo sull’inizio dell’attività, solo la Primavera ha potuto cominciare a lavorare a fine luglio, tutte le altre giovanili hanno dovuto fare i conti con un ritardo a catena. Gli Esordienti Provinciali a nove hanno addirittura svolto il primo allenamento mercoledì 7 Ottobre, il tempo di lavoro nell’attività di base è molto importante per sviluppare il percorso di crescita dal punto di vista tecnico.

Le formazioni impegnate nelle categorie nazionali, eccetto la Primavera, spesso non hanno a disposizione per tutti gli allenamenti il campo intero, fondamentale per lavorare sull’aspetto tattico che dai sedici anni in poi diventa un chiodo su cui battere dopo che nell’attività di base ci sia stata un'”overdose” di tecnica.

Alcuni problemi organizzativi hanno prodotto il ritardo dell’inizio dell’attività che si verificò anche nella scorsa stagione. Il lavoro comunque va avanti, quest’estate è stata ricca di novità e sono stati compiuti due passi avanti importanti: l’ampliamento del reparto scouting e il ritorno della squadra impegnata nel campionato Under 17 Lega Pro, fondamentale cuscinetto per gestire il salto di categoria dall’Under 15 all’Under 17 A e B che rappresenta un passaggio cruciale nel percorso di formazione di un giovane calciatore. La categoria di mezzo è determinante nella crescita dei giovani calciatori, rappresenta un momento in cui si passa dall’attività di base alla formazione del calciatore che s’avvia nell’arco di qualche anno ad approdare tra i professionisti. Non bisogna assolutamente sottovalutare il lavoro compiuto dalla formazione allenata da Vincenzo Marino che deve tenere alto il livello della concentrazione pur non avendo obiettivi di classifica (il Napoli in questo campionato riservato alle formazioni di Lega Pro non può accedere ai play-off e alla fase finale). Bisogna lavorare sugli stimoli dei ragazzi, far capire loro che mettendosi in mostra possono anche essere aggregati alla squadra impegnata nel campionato Under 17 A e B, perciò il gruppo va seguito, potenziato, magari ampliato e non svuotato.

La squadra in maggiore difficoltà in quest’inizio di stagione è la Primavera che ancora deve riuscire a portare a casa una vittoria. I ’96 sono stati mandati a fare le ossa in Lega Pro, il nucleo che ha formato la squadra Primavera nelle ultime due stagioni non c’è più, il gruppo di Saurini è formato così dalle leve ’97 e ’98 gestite malissimo negli anni scorsi dal settore giovanile del Napoli. Lo svincolo massivo, l’incapacità di sviluppare un percorso di crescita adeguato, la mania dell’inserimento sotto età ha fatto in modo che il gruppo che raggiunse tre anni la finale scudetto nella categoria Giovanissimi Nazionali persa contro l’Inter fosse smembrato, distrutto. Il Napoli così è stato costretto nelle ultime stagioni a dover ricorrere al mercato per formare gli organici: basta pensare che in questa Primavera ci sono ben dodici giocatori che sono arrivati nel vivaio azzurro negli ultimi due anni, ben cinque solo nell’estate da poco terminata.

La missione non era facile ma sicuramente i rimedi trovati per risolvere la questione Primavera non sono stati all’altezza della situazione. Basta guardare un dato: solo quattro su dodici al momento fanno parte del gruppo dei titolari nella squadra di Saurini che nelle prime quattro giornate ha portato a casa solo due punti e ha già salutato la Coppa Italia di categoria con la trasferta di Empoli. Qualcuno potrebbe anche trovare più spazio in futuro ma il dato non cambia: i rinforzi individuati dal responsabile del settore giovanile Gianluca Grava e dal suo staff non sono riusciti a curare una grande emorragia creata dalle cattive gestioni del passato.

Il salto di qualità può arrivare solo quando dalla società emergeranno input diversi su budget a disposizione e strutture, nel frattempo bisogna continuare a lavorare con un obiettivo: salvaguardare la pianificazione di strategie ed obiettivi, fare in modo che ci sia coerenza tra la programmazione societaria e le scelte di campo e non disperdere l’attività realizzata nella maledetta corsa alle emergenze che affligge il settore giovanile.

A cura di Ciro Troise

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