De Laurentiis la vorrebbe in panchina per i prossimi dieci anni. “Al presidente devo qualcosa. È stato l’unico ad aver avuto gli attributi ingaggiandomi. Per me questo è importante, spero che lo stia ripagando. Ci sono tante valutazioni da fare sulla clausola, è bilaterale, non è solo dalla mia parte”.
Sulla sfida alla Roma: “Di Francesco è molto bravo, la Roma è forte. Le insidie della trasferta sono palesi, la squadra forte ti mette in difficoltà sicuramente. Fin qui ne ha vinte 5 e persa 1 ed ha una partita da recuperare. È sicuramente competitiva, ma il mio Napoli è lanciato”.
Ha mai pensato che sarebbe potuto essere l’allenatore del Milan se Berlusconi avesse ascoltato i consigli di Arrigo Sacchi? “Non sarei durato troppo se è vero quello che ho letto sulle sue intercessioni nel lavoro dell’allenatore. Un presidente che si comporta così difficilmente vince. Invece, lui ha vinto tantissimo, è stato un grande dirigente e, dunque, credo che quello che si dica di lui sia più leggenda che grande verità”.
Sull’accostamento a Sacchi: “Per me, il paragone è un insulto ad Arrigo. Lui, ha vinto tanto, io niente. La mia è un’innovazione parziale, la sua è stata totale, quindi è un accostamento per me gratificante, ma non penso sia possibile, in generale. Lui ha scritto la storia del calcio in risultati ed innovazioni e se non ci fosse stato lui, io non sarei esistito: il mio interesse tattico è nato grazie a lui”.
Pep Guardiola ha dichiarato di apprezzare molto il suo calcio: ritiene improponibile anche questo paragone? “Diciamo che il mio calcio è simile al suo, anche se lui si è evoluto negli anni. Con Bayern Monaco e Manchester City qualcosa è cambiato rispetto a Barcellona. La filosofia è rimasta la stessa, ma i movimenti li ha modificati, difende e attacca con moduli diversi. Trovarmelo di fronte sarà emozionante. Lui è un talento, un fenomeno in evoluzione, credo che il suo calcio segnerà quest’epoca. Fare punti nel doppio scontro col Manchester City potrebbe fare la differenza in questo girone”.
Qual è l’allenatore che è più vicino alle sue idee, al momento? “Uno che interpreta il calcio alla mia maniera e fa cose importanti è Marco Giampaolo, che stimo come allenatore e come persona”.
La fa arrabbiare l’etichetta di lamentoso? “Io non mi lamento mai di me e della mia squadra, sono innamorato del calcio e mi piacerebbe vederlo giocato nella sua massima espressione. Non ho mai incolpato nessuno quando perdo, se mi lamento di qualcosa lo faccio dopo una vittoria”.
Sull’idea di guidare la nazionale: “In questo momento no. Poi, l’età avanza, magari tra 2-3 anni potrei cambiare idea come è successo in tante altre cose”.
Sulla VAR: “Io sono dubbioso, toglie spontaneità ed entusiasmo. Segni, ma l’esultanza è più contenuta, perché non sai se il gol viene convalidato. Qualche errore viene evitato, ma è in fase di sperimentazione. Comunque, sarei per un uso molto moderato”
“È un allenatore top a livello europeo, ha dato entusiasmo e una solidità impressionante alla squadra in un mese e mezzo soltanto. Stanno tornando, sono stati competitivi da subito, era anche impensabile che l’Inter rimanesse fuori dai vertici per tanti anni”.
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