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Sarri: ”Nella nostra testa non ci deve essere nessuna pressione. Allenare il Napoli è un’esperienza che consiglio a tutti”

''Se sono un allenatore di questo livello, lo devo a Marcello Carli e all’Empoli''

Questo uno stralcio delle dichiarazioni di Maurizio Sarri, rilasciate da Montecatini alla consegna del Premio Maestrelli: “A volte i casi della vita sono incredibili, sono nato a 700-800 metri dal San Paolo, da bambino facevo il tifo per il Napoli perché ingenuamente pensavo che ognuno dovessi fare il tifo per la squadra della città in cui era nato. Poi gli amici mi hanno trascinato verso la Fiorentina che per me non e’ una squadra normale, dopo 50 anni mi sono trovato ad allenare il Napoli, un’esperienza che consiglio a tutti coloro che fanno questo lavoro con il cuore e con l’anima, e’ un’esperienza forte. Li’ si ha la sensazione che anche il meteo dipenda da cio’ che ha fatto il Napoli. Lo scetticismo con cui sono stato accolto e’ normale, ho scalato tutte le categorie e mi e’ sempre capitato di avere questo tipo di reazioni.

Convinti i napoletani a suon di sogni realizzati? A volte ci riesci per merito dei calciatori, a volte non ci riesci per colpe loro.

Milan? Ebbi una chiamata da Galliani, ho parlato due volte con lui, nella seconda occasione mi disse che doveva avere solo il benestare di Berlusconi e che ero il prossimo allenatore del Milan, ma cosI’ non andò, mi fa piacere di aver conosciuto Galliani che e’ un personaggio molto simpatico. Dopo quella situazione, dissi a Carli che non ce la facevo piu’ a rimanere a Empoli.

Nella nostra testa non deve esserci alcuna pressione, il primo anno abbiamo fatto 82 punti, qualcuno ha pagato la clausola di Higuain e ne abbiamo portati a casa 86. Dobbiamo puntare ad essere il Napoli che fa piu’ punti nella storia, quello più’ forte e’ di Maradona. Dobbiamo approcciare alle partite follemente pensando solo a vincere la singola sfida e colpendo cosi’ anche gli avversari.

In tuta o in giacca e cravatta a prendere il palazzo? Penso che chi fa un lavoro da campo debba vestirsi da campo, oggi sono a prendere un premio che si chiama Maestrelli, allora c’e’ da vestirsi in maniera adeguata riguardo alla memoria di questa figura.

Se sono un allenatore di questo livello, lo devo a Marcello Carli e all’Empoli, mi hanno insegnato a non avere paura di nessuno, mi hanno fatto crescere tanto e li ringrazierò sempre”

 

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