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Sampdoria, Quagliarella: “Domenica al Maradona non sarà una partita come le altre. Diego per i napoletani è tutto”

Ecco le dichiarazioni rilasciate dal bomber blucerchiato alla Gazzetta dello Sport

In vista della sfida con il Napoli, il capitano della Sampdoria ed ex azzurro Fabio Quagliarella ha rilasciato alcune dichiarazioni alla Gazzetta dello Sport. Eccone una parte:

Maradona chi era per voi? “Maradona per noi napoletani d’Italia e del mondo è tutto. In queste settimane ho letto e sentito tante cose su Diego ma ciò che più mi ha colpito è stato leggere i racconti di chi è stato a contatto con lui. Era un buon amico, che ti aiutava sempre in campo e fuori. Lascia un vuoto enorme non solo in chi amava il calcio. Già osservando il modo in cui toccava la palla, capisci chi era. Di fronte a uno come lui, io che gioco al calcio, sono un dilettante. Lui era la massima espressione di questo sport”.

Giocherà al “Maradona” con la fascia da capitano. cosa significa? “Tantissimo. Sarà un privilegio e una grande fortuna, da napoletano, anche se le emozioni si vivranno tutte sul momento. La Samp, però, ha assolutamente bisogno di fare punti, ma non può essere una gara come le altre”.

In camera, il poster di Diego. “E chi non l’ha avuto? Mio papà era abbonato al Napoli, registrava tutte le partite in vhs, ed io da piccolo riguardavo tutti i suoi gol: è una malattia che mi ha trasmesso lui. Ma Maradona, a Napoli, va oltre. Era uno di famiglia: chi l’ha chiamato amico, fratello, padre. Ogni volta in cui lo nomini ti viene in mente quel che ha fatto a Napoli, con l’Argentina e nel mondo”.

A sette anni Fabio Quagliarella va al San Paolo con papà per vedere Maradona, ma… “Ma arrivato allo stadio, scopriamo dalle formazioni che Maradona non gioca. Ci rimasi male. Non ho avuto la fortuna di vederlo giocare dal vivo, però a me piace capire cos’era lui in campo e nello spogliatoio. Penso alle immagini di quell’amichevole su un campo infangato (ad Acerra, gennaio 1985, n.d.r.), che volle giocare per aiutare un bambino malato, andando contro il volere della società. Un’umiltà pazzesca: se penso che oggi, sono il primo ad ammetterlo, mi lamento se il campo ha una mezza buca, e poi vedo quelle immagini… dovremmo stare zitti per l’eternità”.

Deluso di non essere stato legato più a lungo al Napoli? “Quell’anno tornammo nelle coppe e fu comunque una stagione positiva. E poi sono felice ed orgoglioso di fare parte di un club come la Samp, per quello che sto facendo e per quanto ha fatto per me”.

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