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Roma, Di Francesco: “Bisogna rimanere in partita con mentalità, se la squadra non risponde sarò il primo a salutare. Nainggolan è in dubbio”

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Gentili lettori di IamNaples.it, benvenuti alla diretta testuale, grazie ai colleghi di vocegiallorossa.it, della conferenza stampa di Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma. Il tecnico presenterà il match di domani sera al San Paolo contro il Napoli, alle ore 20.45

All’andata la Roma giocò in maniera timorosa nel primo tempo e meglio nel secondo. Si riparte da lì?
“Siamo distanti da quella gara ma l’atteggiamento deve essere quello del secondo. Non cambia la mentalità ma dobbiamo rimanere in partita con più continuità, cosa che è mancata nelle ultime gare. Non possiamo permettercelo contro il Napoli, una squadra in grande condizione mentale e fisica”.

Quali sono le condizioni di Nainggolan e Pellegrini?
“Sono tornati in gruppo ieri. Radja deve ancora smaltire i postumi del dente perso e deciderò entro domani se schierarlo. Pellegrini è invece a completa disposizione”.

L’anno scorso pareggiò sia all’andata e sia al ritorno con il Sassuolo contro il Napoli. Significa non sia una mission impossible?
“Cambiano le squadra ma non l’atteggiamento e la mentalità. Dal punto di vista tecnico e fisico, al Sassuolo avevo giocatori inferiori ma l’atteggiamento ci ha portato a raggiungere risultati importanti. Noi abbiamo le potenzialità per fare bene a Napoli, nonostante la classifica non dica questo”.

Il significato delle votazioni del 4 marzo?
“Chi giocherà domenica sera difficilmente potrà votare. Non è giusto essere astensionisti, è giusto credere nel voto e io andrò sicuramente. Se vogliamo cambiare qualcosa ognuno di noi dovrà prendere una scelta”.

El Shaarawy come sta dopo la tribuna a Kharkiv e il mancato impiego con il Milan? Come sta Defrel?
“Si sono allenati bene in settimana. Defrel ha avuto qualche problemino negli ultimi 3 giorni ma potrebbero giocare tutti e due, così come tutti gli altri. Non ho deciso ancora nulla”.

Ha incontrato Sarri la prima volta 10 fa in serie C. Quanto siete cambiati? Chi è migliorato di più?
“Lui ha iniziato molto prima di me, passando dalle gioie alle sconfitte. Ora è tra i migliori in circolazione, dimostrando di ottnere risultati e continuità, è passato da un 4-4-2 iniziare a un 4-3-1-2 a un 4-3-3. Al di là del sistema del gioco, è la mentalità ad averlo portato qui”.

Lei allenerebbe Balotelli?
“Sì, lo allenerei. Ci ho parlato prima di andare al Sassuolo e volevo portarlo con me. Poi non trovammo le condizioni ma è un giocatore stimolante. Ha grandi mezzi”.

Tra le prime 7 della classifica la Roma è quella ad aver fatto meno punti negli scontri diretti.
“Più andiamo avanti e meno possibilità abbiamo per riprenderci la Champions, e le partite diventano di meno. Dobbiamo avere più convinzione. Sicuramente, non aver fatto molti punti con quelle davanti ci ha tolto qualcosa. Dobbiamo abbiamo l’occasione per migliorare e dobbiamo provarci”.

Il problema è che la squadra non fa quello che chiede o lo fa sbagliando?
“Non diamo continuità a determinati movimenti. Se loro non volessero fare ciò che chiedo non lo farebbero mai. Se invece vediamo una loro ricerca di fare ciò che chiedo per poi perdersi significa il dover lavorare sull’aspetto mentale. Non va bene che alle prime difficoltà perdiamo il filo conduttore, con troppa facilità usciamo dalla partita alle prime difficoltà. L’aver rimontato poche volte è un segnale”.

Si è raggiunto un compromesso con la squadra nel confronto avuto in settimana? Che risposte ha avuto? Ha messo in discussione parte delle sue idee?
“Al di là di cosa posso aver detto alla squadra, voi confondete la disponibilità e l’educazione con il poco carattere e la poca personalità. Per poter arrivare a qualcosa di importante, la condivisione è fondamentale, che significa credere in ciò che si fa. Quando parlo con i ragazzi, ascolto. Qualcuno ha scritto che ascolto e poi decido io ed è vero. Così come ascolto voi e vi rispondo con educazione. Non è un segno di debolezza, però, e mi dà fastidio che questa cosa venga confusa. Deciderò io il sistema di gioco e i giocatori faranno quello che dirò sempre io. Chiaro? Quando vedrò che non ci sarà risposta sarò io il primo a salutare”.

De Rossi e Gonalons cosa hanno del suo regista ideale?
“Daniele ha più esperienza e capacità nella gestione della palla. Il francese ha più capacità fisiche nel recuperare in campo aperto alcune situazioni. Possono però entrambi interpretare quel ruolo. Noi però dobbiamo rimanere corti, al di là del sistema di gioco. Noi siamo bravi a rimanere compatti, se poi ci allunghiamo le cose non vanno. Strootman ha fatto benissimo quel ruolo a San Siro ma l’ha fatto anche perché aiutato dagli altri. Si parla spesso dei singoli ma il concetto di fondo è sempre di squadra”.

 

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