Benvenuti alla diretta testuale della conferenza stampa del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis che torna a parlare in vista della nuova stagione. Dopo mesi di silenzio stampa c’è tanta curiosità sulle dichiarazioni del patron azzurro.
Mancano pochi minuti all’inizio della conferenza stampa di Aurelio De Laurentiis.
La conferenza che doveva iniziare alle 15.45 comincerà con qualche minuto di ritardo.
Inizia a parlare il patron azzurro:
“E’ chiaro che sono stati momenti difficili questi del Covid che non ci aspettavamo, quindi ci ha colti impreparati e già lo scorso campionato avere questo problema a Marzo ritardando la fine del campionato e non avere tempo per programmare. Io dissi all’inizio dicevo che senso aveva programmare gli Europei in un anno come questo, ci costringono a non avere un mercato vero, dobbiamo fare la corsa per aiutare gli istituzionalisti che non investono nel calcio. Questi non ci tutelano, ma ci creano ulteriori problemi. Leggevo che si accordava al Premier inglese di disputare la finale a Wembley nonostante il Covid e solo perchè lui ha bloccato la Superlega. Vedo che sembra più importante giocare una partita che preservare la salute del popolo. Il calendario? Farei una domanda a Draghi che deve prendere atto che ci sono 30 milioni di italiani che trovano nel calcio una valvola di sfogo e l’80 % di questi sono uomini che lavorano per il paese, allora caro Draghi perchè tu ti disinteressi dal mondo del calcio, hai una grande credibilità in Europa e non convinci i colleghi per resettare all’unisono e posticipare l’inizio dei campionati portando maggiore serenità sul piano vaccinale. Noto disinteresse da parte di Draghi verso lo sport nazionale numero uno, il calcio in Italia ha una valenza economica molto importante ma a causa del Covid c’è un debito di un miliardo del mezzo e questa cosa pesa. Eppure non mi sembra che il Governo stia facendo per sanare i bilanci in rosso, siamo tutti in rosso a causa del Covid ed andrebbe trovata una soluzione caro Draghi, c’è tanto da lavorare nel calcio, sono 40 anni che c’è una legge da riformare, ma nessuno fa nulla”
Cosa è accaduto la sera di Napoli-Verona?
“Rimproverarsi o rimproverare a qualcuno è sempre la strada meno efficace, una volta che tu rompi qualche cosa i cocci vanno sempre ricostruiti. Nell’era Covid giocare senza pubblico sembra quasi giocare come un pubblico, le voci del tecnico risuonano e come in un acquario c’era una situazione annuale dove le voci del tecnico diventava protagonista. Rimproverarmi qualcosa no, è stato un campionato falsato, ma per tutti. Poi la dietrologia ti porta ad avere cattivi pensieri, ma io non ne faccio. Contro il Verona è stata una gran delusione, io sono andato negli spogliatoi per suonare la carica all’intervallo, il gol mi aveva rilassato ma il pareggio non mi ha fatto piacere. La verità è che tu arrivi alla fine di un campionato sul piano della tensione nervosa dove puoi arrivare 2 o 5 sul filo di lana, un anno dove sei stato bastonato in gare dove meritavi di più a livello di resa. Poi c’è stato l’episodio con il Cagliari che ci aveva già creato patemi d’animo, non ho nulla da recriminare perchè è stato un campionato falsato. Noi abbiamo fatto un assist agli Europei ed ancora oggi sappiamo di partire il 20 Agosto e non sapremo se ci sarà pubblico negli stadi. Vorrei che tanti miei colleghi mi chiamassero per non partire, magari qualcuno non partirà”.
La Superlega? Se sono stato contattato per la Superlega?
“Florentino Perez non mi ha mai contattato, io non sono mai stato a favore perchè ne faccio una questione economica, se fai un super torneo a 12 ed inviti gli altri hai risolto problemi dell’economia del calcio. Sono anni che dico che dovremmo creare un campionato europeo più equilibrato, dove non si va per estrazione chiamando le vecchie glorie in un sorteggio, tu devi creare equilibrio. I cinque paesi più importanti sono quelli che possono spendere di più e sono quelli che meriterebbero un campionato a parte, magari i primi 6 di cinque nazioni e si fanno cosi 29 partite secche sull’estrazione di un calendario normale. Tra sponsor ed altri economici crei tanti soldi, poi gli altri 25 Stati vedono il primo di ogni campionato sfidarsi e poi le due squadre vincenti si sfidano. Questo l’Uefa non ha saputo comunicare ed io quando facevo parte dell’Eca dicevo che i torni non contano. Sono passato dai 32 milioni di euro di ingaggio con Mazzarri in Champions agli oltre 100 attuali in Europa League, è chiaro che tutto questo non va. Come va a finire questa situazione? Dovrebbe prevalere il buon senso e se dovesse prevalere il buon senso la cosa più auspicabile è che tutti gli attori si possano sedere intorno ad un tavolo. La verità è che se si affrontano Juventus e Crotone, è difficile che il Crotone vinca, capisco che c’è bisogno di una democrazia nel calcio, ma è altrettanto vero che Veltroni nel ’96 disse ‘Le società di calcio non sono dei club, ma sono le S.P.A con obiettivi lucrativi”.
Critiche all’Uefa ed al sistema del calcio italiano? “Io non faccio critica, ma denuncio obiettivamente dei fatti. Mondiali nel 2022? Un’altra Supercazzata del secolo, l’Uefa è un istituzione, poi Infantino è una bravissima persona ma ci sono interessi ad opera dei ‘Qatarini’ che valevano preCovid e post Covid non sono più adeguati. Ho sempre detto ai miei colleghi ‘Perchè dobbiamo dare giocatori alle Nazionali e noi rischiamo che si infortunano senza ricevere nulla. Mi hanno chiesto di Fabian per le Olimpiadi di Tokyo, io ho pensato ‘Azzo’ e allora iniziamo il campionato a Dicembre.
Che Napoli immagino con Spalletti ed il rinnovo di Insigne?
“Ho sempre avuto stima di Spalletti, già in passato lo seguivo e contro di lui non è mai stata facile. Saper gestire situazioni come quelle fatte all’Inter o alla Roma è un plus e lui se l’è cavata. Rinnovo di Insigne? Tra la fine del campionato e gli Europei non ci siamo proprio visti, non vogliamo incasinarsi, ne parleremo a fine Europeo e sarà quel che sarà”.
La parabola discendente delle ultime due stagioni? Il problema è che il Napoli è passato da 30 milioni di stipendi a 50-70 prima ed ora è a 156, quindi è ovvio che bisogna sanare questo problema. Il Napoli spende cifre che non fattura e deve rivedere la sua strategia di mercato. Siamo in un mercato afflitto con problemi, ci sono squadre che fatturano più del Napoli e hanno pagato gli stipendi solo quest’anno, io grazie al cinema ho sempre evitato i problemi ma se vuoi riportare il Napoli sul binario giusto devi tagliare le spese eccessive altrimenti il Napoli fallisce. Poche aziende nel calcio sono sane, perdite senza considerare gli investimenti nuovi e non è detto che ti facciano sanare i binari precedenti”.
Poi prosegue: “Forse non basterà vendere un giocatore, ma sopratutto dovrai vendere quei giocatori che hanno aumentato a dismisura la parte salariale del Napoli. Tutti credevamo che la crisi legata al Covid sarebbe finito prima, ma ci siamo ancora dentro. Io mi faccio prendere dall’entusiasmo e forse alcuni acquisti non avrei dovuto farli, visto il Covid avrei dovuto sopravvivere e invece da ottimista quale sono ho investito troppi soldi. Dall’altra parte invece mi chiamavano perchè non potevano rispettare i contratti”.
Cosa è successo dopo Verona-Napoli?
“Io ad un certo punto visto alcune partite dove il mister non si sentiva nella forma perfetta e visto che tutti gli interlocutori televisivi erano ex giocatori che lui conosceva ho evitato che si potesse speculare sui tifosi e sui giocatori. Cosi ho optato per il silenzio stampa, volevo andare avanti fino alla fine e volevo creare una continuità. Esonero Gattuso? Non l’ho mai voluto esonerare ma per un certo punto l’ho visto dolente, con gli occhiali ed a volte non presente. Cosi mi sono preoccupato se la situazione potesse precipitare, ho chiesto la disponibilità a Spalletti a metà stagione e lui me l’ha data”.
Poi rivela: “Al Britannique convocai la squadra per dirgli che avrei pagato gli stipendi anche in anticipo e gli dissi che Gattuso sarebbe rimasto alla fine. Benitez? Con lui mi sento ogni 4-5 mesi perchè abbiamo sempre avuto affinità, ricordo il nostro primo incontro e ci siamo sempre trovati bene”.
Se ho mai tentennato nel confermare Gattuso?
“Ho la testimonianza di Lombardo, prima della gara Napoli-Verona ho preparato un ringraziamento per Gattuso, ma a fine gara dopo il pari abbiamo snellito il messaggio ed a fine gara gli abbiamo dato addio. In generale era chiaro che la ‘mission’ di Gattuso si sarebbe conclusa. Con Jorge Mendes abbiamo parlato del rinnovo, ma non ci siamo mai trovati in linea”.
Italia-Belgio?
“Ovviamente da tifoso italiano tiferò per Insigne, questo è scontato”.
Sacrificare giocatori nel periodo Covid?
“Non voglio fare dietrologie, è chiaro però che sono tutti ragazzi giovani, potrebbero essere miei nipoti, ma è chiaro che a Dimaro ed a Castel di Sangro proverò ad avere risposte. Il mercato in entrata dipende molto ma dal mercato in uscita e poi ovviamente dalle considerazioni del tecnico che io incontrerò martedi. Nessun giocatore del Napoli è incedibile per delle proposte appropriate”.
Cinque cambi?
Una cosa mi ha fatto arrabbiare, grazie al Covid ci hanno consentito cinque cambi ed uno fa cinque cambi negli ultimi minuti. Ma scherziamo? Uno che gioca nel secondo tempo è meno bravo di quello che gioca nel primo? E’ una falsa idea che ci ha regalato il calcio, finchè ci sono i supplementari nessuna obiezione ma in una gara normale tutto ciò non ha senso. Lo scorso anno a Luglio ci si fermava per delle pause, non capisco perchè non si è continuato. Anche quello è spettacolo. Il calcio è dominato da persone anziane ed è evidente, già lo dissi con i giovani che preferiscono altro. Il calcio è spettacolo, è divertimento e le persone devono divertirsi e non annoiarsi”.
Obiettivo per la prossima stagione?
“Il nostro obiettivo è far quadrare i conti ed andare in Champions League”.
Scuse ai tifosi dopo Napoli-Verona?
“Qualunque scusa da qualsiasi giocatore può sembrare voluta, in generale ci sono tifosi che mi amano o mi odiano, però il tifoso vuole vincere e basta, a lui non interessano che i conti non quadrano. C’è sempre un limite a tutto, magari c’è chi ragione e lo capisce. Il silenzio stampa è stata una panacea perchè i signori dei media, penso all’ex calciatore intervistatore che vuole fare lo scoop e magari potevamo farne le spese, per evitare tutto ciò siamo arrivati al silenzio stampa. Per evitare di rovinare rapporto tra società e tecnico abbiamo messo silenzio stampa. Abbiamo evitato di rompere il silenzio stampa all’ultima giornata e siamo restati coerenti. In caso di vittoria contro il Verona si poteva andare a parlare con la stampa”.
Il caso Salernitana?
“E’ difficile dare un giudizio schierandosi da una parte o dall’altra, io credo che ci siano interpretazioni giuridiche tutte da capire e non so quanto abbia giocato in questa situazione la diatriba personale o quanto ci sia miopia istituzionale. Se io so che in Serie A non posso avere due squadre nel momento che sto lottando per salire ho già le carte per vendere, è la stessa cosa che capiterà con il Bari di mio figlio. Sono situazioni che per il quieto vivere del calcio si dovrebbe sedere ad un tavolo e risolverle, ma andava fatto molto prima e non all’ultimo momento”.
Strategie per avere meno costi e perdite?
“Oggi come oggi tu devi fare dei grossi ragionamenti in primis con l’allenatore e poi dovresti essere capace di fare l’impossibile, bisogna da un lato vendere per poi comprare, oppure dovrei comprare senza comprare in attesa di vendere. E’ un qualcosa che difficilmente i ds fanno. Questa pandemia ci ha fatto capire che siamo in difficoltà nell’era Covid, una soluzione non c’è l’ho ma cercheremo di trovarla”.
Poi sulle maglie: “Negli Stati Uniti abbiamo 15 milioni di follower e vendiamo poche maglie, ho deciso che noi siamo produttori delle maglie e sono stato tutta la giornata a lavorarci anche con l’Italia”.
Nuovo ciclo con Spalletti? Dove vedo il Napoli tra cinque anni?
“Vorrei vedere il mondo del calcio altrove e nel caso vedrei anche il calcio altrove. Un’altra Lega? No”.
Sul settore giovanile: “Assolutamente si, nella vita ci sono priorità post Covid e noi sappiamo che le infiltrazioni in Campania fanno si che tanti genitori vanno al Nord, penso all’Empoli del mio amico Corsi. Ho provato in vari posti, ma ho visto che ci sono problematiche ed ho capito che ci sono altre priorità. Ricordo che quando ho acquistato il Napoli per 37 milioni non c’era nulla, non c’era nulla e mandai Marino a comprare le maglie. Noi abbiamo sempre fatto una consueta salita e questo ha illuso che poteva nascere un vivaio, ma è difficile. Ieri chiamai Fienga perchè ho scoperto che la Roma ci sta rubando un quattordicenne, occorre regolarizzare questa cosa. Il genitore pensa che andando a Nord vede un futuro migliore”.
Accesso agli stadi per il 25 %, possibili abbonamenti?
“Se fossimo una lega seria non permetteremmo solo a queste percentuali, magari penso che si troverebbe far entrare allo stadio solo coloro che sono vaccinati. Se sono vaccinati poi non puoi dire il 25 %, lo dice Costa? Penso la deve finire di dire stupidate. Non penso si possa fare ovviamente l’abbonamento solo con il 25 %”
Richiesta a chiamata sul Var: “Sono due anni che l’ho richiesto, però la classe arbitrale è un centro di potere. In Europa stanno molto più attenti che in campionato e vedete che il campionato europeo sta dimostrando che certe cose non si vedono”.
Amministratore delegato Napoli: “Il futuro del calcio italiano è legato alle persone, potrà avere futuro solo se troveremo soggetti in grado di vedere una visione collettiva del fenomeno calcio, bisogna considerare le società come aziende e diversamente troverebbe difficoltà”.
Edo De Laurentiis: “Il Fair Play finanziario non esiste, le banche prestano soldi e non sanno se torneranno, è un sistema di crisi”. Interviene ADL: “Le squadre dovrebbero iscriversi solo con i conti in ordine, ma poi chi si iscrive? Il Real Madrid ha problemi economici, il Barcellona ha rischiato di portare i libri in tribunale, il Psg ha i qatarini altrimenti sarebbero saltati”.
Taglio stipendi un problema? E questione maglie!
“Faremo una conferenza stampa con Emporio Armani quando avremo esempi del materiale altrimenti sono solo chiacchiere. Siamo in ritardo e penso che a Castel di Sangro potremmo presentare le prime due maglie. Mertens l’ho rinnovato due anni fa ed ha un altro anno, non è relazionato ad Insigne. Sono ruoli diversi. Da un lungo confronto che avrò con Spalletti verrà fuori quello che si può fare e quello che non si può fare, poi ovviamente sulla carta”.
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