Il Napoli disputa un’ottima gara e riesce a portarsi per ben due volte in vantaggio al Parco dei Principi, ma il PSG riacciuffa il pareggio nei minuti di recupero della ripresa: il pareggio è comunque un risultato positivo per gli azzurri Ancelotti, ma resta inevitabilmente l’amaro in bocca.
OSPINA 5.5: E’ ottima la sua parata con i piedi al 36’ sulla conclusione insidiosa di Mbappé. Il portiere colombiano si dimostra però insicuro su un tiro di Neymar ad inizio ripresa, ma riesce a rifarsi successivamente grazie ad alcuni interventi preziosissimi. Sul tiro a giro vincente di Di Maria nel finale di gara può avere qualche colpa, ma sarebbe servito un vero e proprio miracolo.
MAKSIMOVIC 6: Prestazione di alto livello, il calciatore serbo spinge meno di Mario Rui, ma si dimostra affidabile e la qualità della sua gara non cambia in alcun modo da terzo centrale di difesa nel momento in cui il Napoli si schiera con un 3-4-2-1 in fase offensiva.
ALBIOL 6: Dimostra di essere sempre attento in fase di copertura e, insieme a Koulibaly, non disdegna di partecipare in maniera efficace alla circolazione di palla della squadra. Se il PSG riesce a siglare i propri goal solo grazie a un’autorete azzurra e a una perla dalla distanza di Di Maria non è affatto un caso.
KOULIBALY 6.5: Costante strapotere fisico del difensore senegalese anche contro i fenomeni del PSG. Dopo una fase di rodaggio, annulla del tutto Cavani con la collaborazione di Albiol e, per non farsi mancare nulla, si proietta più volte in fase offensiva con buonissimi risultati e tanta voglia di incidere sulla gara.
MARIO RUI 5.5: Sul palo colpito al 24’ da Mertens consegna al belga un ottimo cross che meritava certamente miglior sorte. Non è facile controllare un velocista come Mbappé, ma l’esterno portoghese si disimpegna bene ed è molto sfortunato al 61’, quando devia nella propria porta un tiro di Meunier, propiziando così il goal del pareggio dei parigini. Sul goal del 2-2 di Di Maria non si dimostra rapido e concede al calciatore argentino il tempo di preparare la conclusione.
CALLEJON 6.5: Serve mirabilmente Insigne sul goal dell’1-0 azzurro e si rivela molto prezioso con le sue sgroppate sulla fascia destra, provando anche ad aiutare Maksimovic in fase difensiva. (Dall’87’ ROG s.v.)
ALLAN 7: Il guerriero azzurro riversa in campo la solita generosità, dominando in tutti i contrasti e rivelandosi come sempre utilissimo in termini di quantità e anche di qualità. Dopo la gara di stasera, Neymar dovrebbe parlare al c.t. Tite del suo connazionale…
HAMSIK 6: Da buon capitano, suona la carica del Napoli: detta i tempi di gioco in regia con precisione senza indietreggiare nei contrasti. Avrebbe forse potuto osare di più (soprattutto nella ripresa) in alcune occasioni, che richiedevano in maniera lampante uno dei suoi tiri dalla distanza.
FABIAN 7: Intelligenza superiore e tanta energia per il tuttofare azzurro, degno erede della miglior scuola di centrocampisti spagnoli. Si disimpegna con grande classe sia nel ruolo di esterno di centrocampo che da trequartista, a testimonianza della sua versatilità: difficile non apprezzare le doti di questo talento ormai pronto a consacrarsi.
INSIGNE 7.5: Sblocca il match al 29’ superando Areola in uscita con uno splendido colpo morbido, ma i postumi dell’infortunio lo frenano e lascia il campo ad inizio ripresa per un problema per una botta al petto. (Dal 53’ ZIELINSKI 6.5: Entra bene in partita e si rivela fin da subito una spina nel fianco per i suoi dribbling e il suo cambio di passo che fornisce spessissimo superiorità numerica agli azzurri.
MERTENS : La sua gara non inizia benissimo: il belga viene infatti ammonito per un fallo evitabile su Neymar dopo appena dieci minuti di gara. Al 24′ prova a rifarsi su un cross di Mario Rui e colpisce il palo, ma l’appuntamento con il goal – rigorosamente di punta – è solo rimandato al 76′.(Dall’84’ MILIK s.v.)
ANCELOTTI 7: Ripropone la difesa “a tre e mezzo” vista al San Paolo contro il Liverpool, che si rivela in ogni caso un’ottima scelta. Affronta una sua ex squadra e dimostra che, tra numerosi campioni, la presenza di un fenomeno in panchina non è assolutamente un optional. La perla di Di Maria nel finale di gara sa di beffa e finisce in parte (erroneamente!) per sminuire la prestazione messa in mostra dai suoi calciatori al Parco dei Principi.
A cura di Mariano Menna
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