Il difensore del Napoli Leo Ostigard ha parlato ai microfoni di Transfermarkt, dove ha commentato la sua avventura al Napoli:
Sull’addio di Kim:
“Nessuno qui è felice della sua partenza. È una grande persona e ne sentiamo la mancanza. Ha avuto una grande opportunità: a quanto pare poteva decidere fra Manchester United e Bayern Monaco e alla fine ha optato per i bavaresi. È stata una buona scelta”.
Sul minutaggio:
“È innegabile che la sua partenza abbia avuto dei risvolti positivi per me. Le mie possibilità di giocare sono aumentate immediatamente e ora tocca a me fare del mio meglio. La stagione precedente è stata difficile per me. È più facile mostrare le proprie qualità quando si hanno diverse partite di fila piuttosto che una sola ogni tanto”.
Sullo scudetto:
“Ripetersi non sarà facile. Ci sono molte squadre attrezzate. L’anno scorso tutti si è incastrato alla perfezione. Abbiamo giocato il nostro miglior calcio, è stato incredibile, sebbene quando si è iniziato a vedere il traguardo si è percepita una leggera ansia. Anche se ho giocato poco, credo di aver contributo al risultato finale. Ho imparato molto da questa nuova esperienza. Per come la vedo io, se vuoi vincere lo scudetto hai bisogno di una buona squadra con giocatori che si aiutano a vicenda, invogliano a superare l’asticella. Credo che la squadra sappia che anche i giocatori che non hanno giocato molto sono stati molto importanti per il club. Perché abbiamo dato il massimo in ogni allenamento per mantenere alta la qualità. Al momento non siamo ancora al livello di un anno fa ma dobbiamo restare nella scia delle prime”.
Sull’arrivo a Napoli:
“Il Napoli mi ha voluto fortemente, i dirigenti mi chiamavano ogni settimana. Ci sono volute undici, dodici settimane per chiudere il trasferimento. Dire no sarebbe stato molto difficile e non mi sono mai pentito di aver scelto questo club così speciale. Dopo anni in prestito, cercavo un posto dove poter restare più a lungo. Sono davvero felice di essere qui. È diverso dall’Inghilterra: è impossibile descrivere come ci si sente a giocare per il Napoli, bisogna essere qui per capirlo. I tifosi vivono per il calcio, è come una religione. Ovviamente è stato molto utile giocare in Paesi e campionati diversi. Mi ha permesso di acquisire nozioni, migliorarmi costantemente. Ora non ho intenzione di fermarmi, sarebbe sbagliato. Io voglio sempre di più, è questo che mi anima. Su quello che ho ottenuto ci rifletterò a 40 anni, quando avrò chiuso con il calcio”.
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