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Osimhen manca più di quello che sembra, il Napoli deve resistere

Il Napoli per Victor Osimhen ha speso circa 50 milioni di flusso di cassa e, comprese le plusvalenze nell’asse col Lille e i bonus, l’investimento finanziario è di 80 milioni, si tratta dell’affare più oneroso della storia del Napoli.

L’assenza del bomber nigeriano non viene percepita nel modo giusto, su altre latitudini quando mancano Cr7, Ibrahimovic o Lukaku, sembra stia cadendo giù il mondo, si sottolinea in maniera legittima il peso di questi giocatori-chiave. Sarà la giovane età, il poco tempo avuto a disposizione ma l’indisponibilità di Osimhen viene sottovalutata. Victor si è fermato in Nazionale sul più bello, quando stava entrando sempre di più nei meccanismi della squadra di Gattuso, ed era stato decisivo, infatti, nella trasferta di Bologna.

Sette partite senza Osimhen, l’uomo della “rivoluzione tattica”

Osimhen ha saltato già sette partite e probabilmente non ci sarà neanche nelle ultime tre sfide del 2020. Ci sono state delle complicazioni dopo la lussazione anteriore alla spalla destra, con danni a tre nervi del braccio, il percorso di riabilitazione procede in maniera brillante ma c’è bisogno di tempo. Il rientro in gruppo avverrà in modo graduale, a gennaio 2021 prima per una porzione d’allenamento e poi per una seduta intera, e bisognerà gestire sotto il profilo fisico e mentale il ritorno al campo, alla contesa agonistica.

L’obiettivo del Napoli è averlo al massimo della forma per metà gennaio, quando ci sarà anche la finale di Supercoppa Italiana contro la Juventus (il 20 gennaio al Mapei Stadium di Reggio Emilia).

Osimhen era anche di più di un attaccante importante, rappresentava il “passepartout” per una rivoluzione tattica, basta ricordare il 4-2-3-1 che è entrato in maniera forte nel vissuto degli azzurri. Il Napoli con il suo acquisto ha aggiunto un’altra idea di calcio a quella che recita ormai da anni, in cui si punta a conquistare il campo con il palleggio, il centravanti Mertens lega il gioco uscendo frequentemente dalla linea avversaria e aprendo lo spazio per gli inserimenti dei compagni. Osimhen dava profondità, portava il Napoli alla ricerca del duello in campo aperto come fatto in maniera magistrale contro l’Atalanta.

Il Napoli senza Osimhen ha portato a casa quattro vittorie, una sconfitta e due pareggi, conquistato l’obiettivo della qualificazione ai sedicesimi di Europa League da prima in classifica in un girone molto insidioso e deve continuare a resistere soprattutto ora che si alza il livello delle avversarie con la doppia trasferta contro Lazio e Inter. La trasformazione del Napoli avrebbe favorito le caratteristiche di Lozano che, infatti, non ha mai segnato con Mertens al centro dell’attacco ma sempre col centravanti puro, fisico che abbassa le difese avversarie. Il Chucky ha realizzato sette gol, di cui quattro con Osimhen in campo e tre con Petagna.

Lozano ha bisogno dei duelli e del “centravanti fisico”

Non è un caso, Lozano ha bisogno di puntare l’avversario negli ultimi trenta metri, quindi che la squadra s’alzi, conquisti il campo portando l’avversario a non difendere non più di reparto ma nell’uno contro uno.

Il Napoli ha dovuto fare qualche passo indietro nella rivoluzione che aveva percorso con poche battute d’arresto (le gare contro Az Alkmaar e Sassuolo). Nel weekend 11 squadre nei cinque principali campionati europei, che disputano le coppe non sono riuscite a battere avversari di livello medio-piccolo, è la “fotografia” della complessità del calcio ai tempi della pandemia. Si gioca ogni tre giorni facendo uno sforzo molto complicato da reggere, con tantissime partite e pochi allenamenti anche a basse temperature aumentano gli infortuni, poi ci sono le assenze per il contagio e lo stress mentale che impone questa situazione, senza neanche il surplus d’adrenalina e gioia che trasmette il pubblico.

L’estetica inevitabilmente viene ridimensionata, lo dimostrano anche le ultime tre gare del Sassuolo che non gioca neanche le coppe. Conta l’efficacia, e la strada migliore per arrivare agli obiettivi è avere tante soluzioni, il famoso piano B che Capello ha rinfacciato a Conte. Gli avversari di solito hanno la settimana tipo per preparare la partita sulle big impegnate nelle coppe, perciò il dato dei sei gol dalla panchina (più di tutti) è molto importante per il Napoli, soprattutto nel mese disputato senza Osimhen, il bomber che manca più di quello che sembra. Bisogna resistere e poi raccogliere i frutti quando Osimhen tornerà a trascinare il Napoli.

 

Ciro Troise

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