Vincere aumenta i ricavi, migliora i bilanci, trasforma il rapporto con i tifosi, sposta anche gli equilibri di potere ma impone anche delle responsabilità. Reggere la vetta non è esercizio semplice, soprattutto quando trionfa una società che non è abituata a farlo, compiendo addirittura l’impresa di riportare lo scudetto ventidue anni dopo la Roma di Capello sul petto di una maglia diversa da Inter, Milan e Juventus.
Da “Vedi Napoli e poi muori” a “Vinci a Napoli e poi va via”, De Laurentiis, dopo la gioia e le feste scudetto, ha dovuto fare i conti con un fenomeno che certamente non l’ha sorpreso. Era convinto di riuscire a trattenere Spalletti ma conosceva bene la volontà dell’allenatore, i rapporti complessi sin dallo scorso anno. Era consapevole delle storie tormentate con Giuntoli da gennaio 2021, quando l’ha messo all’angolo etichettandolo come responsabile dei problemi del Napoli, e sapeva anche delle manovre della Juventus, infine conosceva la clausola rescissoria di Kim, troppo appetibile per qualche big d’Europa.
Il destino sembra spingerlo verso il Bayern Monaco, che si può permettere il lusso di uno stipendio di 10 milioni netti a stagione per un difensore che probabilmente ai nastri di partenza farà l’alternativa alla coppia Upamecano-De Ligt.
De Laurentiis si gode ciò che non ha mai avuto: l’empatia con il popolo napoletano. Nel ventre dei bar di Napoli, dove negli anni scorsi ha raccolto insulti di ogni tipo, si ascolta spesso una frase svolta: “Ci fidiamo del presidente”. Potere dello scudetto, del sogno realizzato ma anche di quella benedetta pace con il tifo organizzato e dell’immersione nella napoletanità che ha contraddistinto gli ultimi mesi. Storie da cui non bisogna più tornare indietro perché a Napoli si può anche non vincere (il successo non sarà mai né un’abitudine né un “obbligo”) ma anche la festa popolare ha dimostrato che la libertà di manifestare la passione è intoccabile.
L’affetto è benzina soprattutto per il carattere di De Laurentiis ma non basta. Il presidente ha incassato i colpi, ostenta serenità ma il partito del “vinci a Napoli e poi vai via” l’ha ferito nell’orgoglio e l’ha spinto in una sorta d’isolamento estivo. È ripartito da Garcia, ha affidato ancora di più i suoi pensieri a Chiavelli, lo scouting senza Giuntoli è l’anima della programmazione ma formalmente Maurizio Micheli e Leonardo Mantovani sono in scadenza di contratto, anche a Bari c’è incertezza tra le trattative già avviate quando la serie A era ad un passo e un po’ di ritardo nella programmazione visto che soltanto in questa settimana ci sarà la conferma di Mignani e Polito conoscerà il budget a sua disposizione.
Victor Osimhen è l’arma per uscire dall’isolamento, De Laurentiis sta facendo di tutto per trattenerlo, ha chiesto circa 180 milioni sul mercato, una valutazione monstre che ricorda quella di un fuoriclasse come Mbappè. Ha accettato la sfida della trattativa per il rinnovo, dopo la perdita di Spalletti, Giuntoli (con l’aggravante emotivo e morale della destinazione Juventus) e Kim vuole fermare quest’emorragia. Con il bilancio dovrebbe superare i 300 milioni di ricavi, si può permettere una follia o almeno di provarci, poi dovrà essere anche Osimhen ad assecondare il “flow”, il flusso degli eventi citando le sue parole dopo Napoli-Sampdoria.
Nella stagione della Coppa d’Africa, De Laurentiis decide di fare di tutto per rinviare l’affare Osimhen, il colpo dell’estate del 2020 quando il mondo non sapeva ancora quanti danni facesse il Covid. Qualche volta nei momenti più difficili De Laurentiis si sarà anche pentito di aver assecondato le richieste di Gattuso e Giuntoli ma poi Osimhen ha messo in campo tutto il talento che aveva sprigionato soltanto a sprazzi a causa degli infortuni nelle prime due stagioni. Tutto cambia, la vita e il calcio corrono veloci. Non ci sono solo i gol, Victor è il manifesto della continuità, l’uomo con cui De Laurentiis vuole dire al mondo intero che il Napoli è una sua creatura ambiziosa, come dimostrano i risultati non solo dell’ultima stagione. Victor è l’uomo dei sogni, anche quelli di De Laurentiis.
Ciro Troise
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