Il Napoli più bello della gestione Sarri risale alla scorsa stagione, dalla sfida contro il Real Madrid in poi perché la sua identità di gioco propositiva, sbarazzina ha bisogno di serenità per esprimersi al meglio. Questa squadra fa fatica a reggere la pressione, lo dimostra la gestione di alcuni momenti in questi tre anni: il pareggio contro il Milan dopo la delusione del gol di Zaza e proprio la mazzata della rete di Dybala gli esempi più significativi. Il Napoli non può mollare, anche lo scenario probabile del -4 dalla Juventus non ammazza il campionato ma per restare sul pezzo c’è bisogno di serenità ed entusiasmo.
Il Napoli visto a Milano nello sviluppo di gioco e nella scarsa lucidità negli ultimi venti metri ha palesato stress psico-fisico, la tensione della sfida a distanza con la Juventus e la paura di sbagliare in un momento molto importante della stagione.
Sarri giustamente spiega numeri alla mano che non si può considerare lo scudetto un obiettivo per il Napoli ma un sogno, vista la grande differenza con la Juventus in termini di fatturato, monte ingaggi e investimenti. Chi parla di fallimento è fuori dalla realtà, sottolineare l’uscita dalle coppe significa dimenticare gli infortuni di Ghoulam e Milik e l’inesistente mercato di gennaio che ha consegnato a Sarri una rosa ristretta e con poche alternative di livello, soprattutto sul fronte offensivo. Lo stesso Sarri, però, durante le interviste fa trasparire nervosismo, mette in mostra la rabbia per il sorpasso della Juventus, dovrebbe aiutarlo anche la società nell’avere un profilo più sereno sotto il profilo mediatico.
Il Napoli ha bisogno di tornare alla vittoria, d’assorbire entusiasmo, un’iniezione di fiducia che restituirebbe la leggerezza, la sensazione d’essere invincibili che mettevano in mostra gli azzurri soprattutto durante le dieci vittorie consecutive. Non è facile seguire il ritmo della Juventus che in quattordici gare di campionato subisce un solo gol, competere con un club abituato a vincere lottando anche su tutti i fronti. Il Napoli ha 70 punti, è ancora imbattuto in trasferta, a dieci partite superare il record di 86 punti è una sfida alla propria portata, deve allontanare le scorie negative trovando fiducia nello splendido cammino vissuto finora, nei ritmi pazzeschi espressi in tante gare, nella forza mentale messa in mostra attraverso le sette rimonte realizzate.
Lo step di crescita non è illudersi di poter dominare con brillantezza dal primo all’ultimo minuto tutte le partite ma diventare più concreti e cinici prendendo esempio proprio dalla Juventus. In questo campionato il Napoli aveva messo in mostra dei passi in avanti sotto quest’aspetto, lo dimostra per esempio la vittoria di Bergamo ma è mancata la lucidità negli scontri d’alta classifica: la sfida contro la Juventus, i due pareggi contro l’Inter e la sconfitta contro la Roma. Mancano ancora dieci partite, in mezzo c’è uno scontro diretto, crederci non costa nulla, creare negatività, invece, rischierebbe di dilapidare il cammino percorso fino al maledetto sabato di Lazio-Juventus e Napoli-Roma.
Ciro Troise
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