Il Napoli non subisce gol da tre partite, con Ancelotti in panchina era accaduto in due occasioni nella scorsa stagione, ad ottobre contro Liverpool, Sassuolo e Udinese, a febbraio contro Torino, Zurigo e Parma. Manca la regola del quattro al Napoli che darebbe la sensazione di aver trovato continuità, la missione che Ancelotti ancora non ha raggiunto a pieno alla guida del Napoli. Questo concetto vale anche per le vittorie consecutive, in una sola occasione gli azzurri hanno portato a casa quattro successi uno dopo l’altro, è accaduto nelle ultime giornate dello scorso campionato quando il Napoli sconfisse Frosinone, Cagliari, Spal e Inter prima di cadere a Bologna. La continuità è il metro con cui valutare il cammino di una squadra, raggiungerla è fondamentale per andare oltre i propri limiti e passare dal “compitino” ai grandi risultati.
Il Salisburgo ha il secondo miglior attacco della Champions finora, soltanto il Bayern Monaco ha segnato di più rispetto alla formazione austriaca. Riuscire a tenere la porta inviolata per la quarta gara consecutiva contro il Salisburgo rappresenterebbe un segnale di grande forza. Verona, Salisburgo e Atalanta, tre delle quattro avversarie di questo ciclo terribile, hanno caratteristiche simili, puntano sul pressing alto costruendo anche dei duelli individuali a tutto campo. Il Salisburgo ha decisamente più qualità offensiva del Verona ma nel rientro in fase difensiva è meno aggressivo, è meno abituato alla difesa accorta a ritmi alti sull’uomo necessaria nel calcio italiano. Il momento di maggior difficoltà del Napoli nel primo tempo è coinciso proprio con la fatica ad uscire in modo pulito dalla prima linea di pressione avversaria, il Verona così riusciva a portare tanti uomini nella metà campo del Napoli e soprattutto a sinistra con il meccanismo del doppio esterno Lazovic-Zaccagni ha costretto Meret ai grandi interventi. Dalla sofferenza registrata in Napoli-Brescia, Ancelotti ha scelto Allan play pur essendo consapevole che il brasiliano non ha la qualità e la visione di gioco non solo di Pirlo ma anche di Zielinski. Il Napoli ha optato per l’equilibrio schierando Allan da “volante sudamericano”, in una posizione che ricorda il lavoro di De Rossi alla Roma o di Mascherano nel Barcellona di Guardiola.
La velocità di palleggio non è esaltante, il Napoli ha prodotto appena 80 passaggi in più del Verona che non fa certo del possesso palla la sua caratteristica principale e ha fatto girare il pallone a 17.3 passaggi al minuto. La manovra è stata leggermente più rapida delle partite contro il Cagliari e il Torino ma esprime standard lontani rispetto alle giornate più esaltanti.
Ancelotti ha optato per l’equilibrio, Allan protegge la linea difensiva e fornisce spesso una soluzione semplice per lo scarico in uscita e soprattutto consente ad Ancelotti di “liberare” Fabian Ruiz o Zielinski che possono partire più avanti e qualche volta addirittura da sinistra. “Per me Allan è un grande giocatore, dire che non può fare il play è riduttivo. Allan non è solo un incontrista, non avrà la qualità di Pirlo o Zielinski, ma ci serve lì, la costruzione non dipende solo da un giocatore anche perché poi te li marcano e chi è libero imposta, spesso con i difensori”, così Ancelotti ha spiegato la scelta di puntare sul brasiliano davanti alla difesa. Il Napoli di Sarri considerava il regista come perno della proposta offerta, succedeva con Jorginho e ora con Pjanic, quello di Ancelotti ha più varietà nella costruzione della manovra, è meno codificato. Lo dimostra un dato: in Napoli-Verona Malcuit e Fabian Ruiz hanno toccato 77 palloni, uno in più di Allan. La missione è la continuità per non complicarsi la vita in Champions League nel doppio confronto con il Salisburgo e non uscire dalla lotta scudetto.
Ciro Troise
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