Quando una squadra vola a punteggio pieno dopo sette partite, è difficile pensare a cosa si possa migliorare e, invece, bisogna sempre farlo anche perché le difficoltà sono dietro l’angolo, la sfida contro lo Spartak Mosca lo insegna.
Spalletti lo sa e l’ha fatto a Firenze in conferenza stampa dopo la vittoria contro la Viola, che ha un peso specifico rilevante per il valore dell’avversario, la sua freschezza dopo una settimana-tipo, la capacità di reagire dopo la sconfitta contro lo Spartak Mosca riuscendo a ribaltare la partita dopo il gol di Martinez Quarta.
“Dobbiamo migliorare nella fase di nessuno, quando la palla è per aria, sulle palle di nessuno noi ne portiamo a casa troppe poche rispetto agli avversari. Quella fase lì è importante allo stesso modo della fase attiva e passiva, ci sono dei rimbalzi su cui bisogna lottare col duello fisico”, così Spalletti ha parlato quando gli è stato chiesto in cosa potesse migliorare la squadra.
Il Torino è un crash-test per questo difetto. Lo dimostrano i numeri: il Napoli è la squadra che ha conquistato meno seconde palle in serie A, in media 33 a partita di cui 14 nella metà campo avversaria. Il Toro ne porta a casa 61, di cui 24 al di là del centrocampo. Non è finita qui, il Napoli è la squadra che commette meno falli in serie A, il Toro più di tutti. Non essere fallosi è un pregio, il Napoli riesce a difendere leggendo le linee di passaggio, giocando spesso sull’anticipo con la linea difensiva, alta, spesso sui piedi del centrocampo.
Queste differenze, però, rilevano le caratteristiche della sfida che attende gli azzurri. Il Toro la metterà sulla fisicità, sull’intensità nei duelli, proverà a togliere il respiro al Napoli nella costruzione dal basso e cercherà poi di attaccare con i quinti Singo e chi giocherà tra Ansaldi e Ola Aina per portare gli esterni offensivi azzurri a rientrare in fase difensiva con grande frequenza e aprire spazi intermedi per gli inserimenti dei centrocampisti.
Contro i duelli del Torino il Napoli deve saper sfruttare il fattore Osimhen
Il Napoli deve sfruttare il fattore Osimhen rendendolo imprevedibile, evitare la sindrome di Napoli-Verona, in cui la squadra di Gattuso, stanca e mentalmente sotto pressione, ricercava la profondità e i duelli di Osimhen e Lozano con gli avversari come unica soluzione. Gli azzurri devono provarci quando ci sono i presupposti, palleggiare con qualità e rapidità alla ricerca di altri sentieri in altri momenti.
L’entusiasmo si è finalmente acceso, il Napoli contro il Torino al Maradona dovrebbe avere un ottimo colpo d’occhio. Gli stadi si potranno riempire al 75%, a Fuorigrotta potrebbero esserci circa 41mila spettatori, lo stadio al 50% è già esaurito, bisogna capire se e quando si metteranno in vendita gli inferiori, il decreto ufficialmente va in vigore da oggi.
È un peccato che in questo scenario non ci sia il sostegno del tifo organizzato per la rigida e oppressiva applicazione del regolamento d’uso al Maradona, condotta in maniera chirurgica soltanto contro gli ultras. Dopo Napoli-Venezia, cioè da quando i gruppi non hanno più messo piede allo stadio, sono scomparse le multe. Rispettano tutti il proprio posto? Seguono tutti la partita con la mascherina?
L’entusiasmo per il Torino non illuda, giovedì 21 ottobre contro il Legia Varsavia ci sarà un’altra gara in cui s’avvertirà in modo netto e pesante l’assenza dello zoccolo duro.
Ciro Troise
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro