Non bisogna mai dimenticare cosa accadde ad aprile, Juventus, Inter e Milan facevano parte dei dodici club che hanno partorito la peggiore idea nella storia dello sport: la Superlega. L’idea era chiara: sviluppare una separazione ontologica tra i più ricchi e tutti gli altri che partecipano al banchetto del calcio mondiale.
Il Milan, gestito da un fondo che punta allo stadio prima di mettere in vendita il club rossonero, prova con fatica a star dietro al carrozzone delle grandi d’Italia ma negli equilibri attuali non ce la fa. Lo dimostrano le situazioni di Donnarumma, Kessie e il mercato senza rinforzi per la difesa orfana di Kjaer, con Tomori che sta recuperando da un infortunio.
Il mercato di gennaio che volge al termine fotografa la distanza con Inter e Juventus, che appartengono ad un’altra dimensione: i ricchi che tra bond e aumenti di capitale possono mantenere uno status che l’analisi dei conti non permetterebbe.
È la storia del calcio, che non perde la sua natura economica da industria del divertimento anche in tempi di pandemia: andare oltre le proprie possibilità. Lo stesso fair play finanziario rappresenta un’illusione, negli ultimi vent’anni il dominio dei più ricchi è aumentato.
Che orgoglio combattere con Juventus e Inter, le prime due gare di febbraio per dare corpo ai sogni
Gli acquisti di Vlahovic, Zakaria, Gosens, la rinascita di una Juventus da ciclo non deve creare frustrazione nei tifosi del Napoli, anzi l’orgoglio di combattere da anni, con una società che s’autofinanzia, con club che rappresentano potenze strutturali di ben altro spessore.
Inutile guardare troppo avanti, crogiolarsi sul futuro, su ciò che accadrà in estate. Carpe diem, il futuro del Napoli è adesso, sul campo, dove punta a ritrovare la Champions che aiuterà anche la costruzione della squadra del domani e può coltivare sogni ed ambizioni.
Nelle prime due gare di febbraio si capirà se l’aria da squadra ritrovata, dopo aver superato l’emergenza, potrà essere accompagnata dalla concreta rincorsa sull’Inter capolista, che in una settimana affronterà il derby, la Roma in Coppa Italia e il Napoli al Maradona.
È inutile perdersi in frustrazioni per il mercato, l’ambiente deve godersi questo Napoli che ha un’identità di gioco, sa stare in campo in più modi, è tornato a vincere e convincere.
Occhio alla trappola Venezia, con le medio-piccole non si può più sbagliare
Il Napoli fa benissimo a programmare, studiare le opportunità migliori, avere un’idea di ciò verrà. De Laurentiis ha il diritto d’abbassare i costi se i conti non tornano ma il tifoso dovrebbe ricercare la felicità, non la frustrazione.
La gioia è sul campo, in una squadra che dopo la sfida contro il Venezia ritroverà anche Koulibaly e Anguissa, in attesa degli accertamenti di Ounas. Osimhen crescerà, ritroverà la fluidità dei movimenti, la serenità che ha perduto a causa della rinuncia alla Coppa d’Africa.
Il primo passo, però, è Venezia, una trappola da evitare. Giocare in quello stadio non è facile, il Venezia di Zanetti poi ha un’anima e non l’ha snaturata neanche a San Siro in gravissime difficoltà. Al Penzo hanno perso Fiorentina e Roma, la Juventus ha pareggiato e anche l’Inter ha sofferto per vincere.
Le partite post-sosta hanno poi delle insidie ma, con la Juventus ristrutturata in agguato, e il derby di Milano sarebbe un grave peccato scivolare, considerando anche quanto pesano quei dieci punti persi finora con le medio-piccole.
Da domani pomeriggio, alla ripresa a Castel Volturno, Spalletti inizierà la sua opera da martello.
Ciro Troise
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