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Il Napoli ha il senso della vittoria ma guai a sottovalutare le domande di Salerno

L'Europa League è importantissima, aiuta a tenere tutti sul pezzo

C’è un valore che ha acquisito il Napoli con Spalletti in panchina: il senso della vittoria. Basta pensare ai punti persi per rimonte subite nella scorsa stagione: Napoli-Spezia, Sassuolo-Napoli, Napoli-Cagliari e Napoli-Verona per esempio.

A Salerno gli azzurri si sono complicati in vita, rimettendo la Salernitana in partita dopo l’espulsione di Kastanos.

C’è stato un errore collettivo, la squadra si è inutilmente sbilanciata, con otto uomini nella zona dell’area avversaria, poi una leggerezza di Rrahmani in copertura preventiva su Ribery ha completato l’opera fino alla trattenuta di Koulibaly su Simy. Il Napoli ha rischiato sulla punizione di Ribery e sull’occasione di Gagliolo all’ultimo secondo ma complessivamente ha tenuto botta, con la compattezza, lo spirito di sacrificio, la capacità anche di calarsi nella battaglia ha saputo anche rimediare ad un suo errore.

La fisicità di Anguissa aiuta tanto ma questa squadra ha dei valori ed è cambiata tanto nella tenuta mentale. Il Napoli ha acquisito il senso della vittoria, è un valore che arriva dalla consapevolezza nei propri mezzi, dalla sensazione di poter competere per grandi obiettivi.

Le difficoltà di Mertens a Salerno e i valori di un grande gruppo

 

Attorno a questi principi si è costruito anche un grande gruppo, a Salerno ancora una volta i subentranti hanno fatto benissimo. Petagna ha inciso tantissimo sulla vittoria, Elmas ha avuto un ottimo impatto, Juan Jesus è stato prezioso con tanti interventi essenziali, compiuti nei tempi giusti.

Il Napoli sa adattarsi ai contesti, trovare soluzioni diverse, grazie ad una rosa ibrida, con caratteristiche diverse. Basta pensare a Petagna, al suo modo di riempire l’area di rigore, all’impatto avuto contro il Genoa e la Salernitana, due squadre che con caratteristiche diverse hanno reso la vita dura al Napoli fino al fischio finale.

Salerno ha lasciato delle domande a cui, però, sarebbe opportuno dare delle risposte. La prima che viene in mente è cosa succede a Mertens?

Ha toccato 24 palloni in un’ora di gioco, troppo pochi, sicuramente non è al massimo della condizione. Rispetto alla gara contro il Legia Varsavia, ha patito la mancanza di Insigne che gli avrebbe offerto soluzioni nelle combinazioni rapide, nel gioco stretto, Lozano ha altre caratteristiche, anche Elmas sarebbe stato più utile per sviluppare questo gioco.

La Salernitana poi è stata brava a stringere le maglie, compattarsi e spingere il Napoli ad attaccare sulle fasce laterali. Le occasioni di Zielinski e Lozano avrebbe potuto cambiare l’inerzia del primo tempo e anche la prestazione di Mertens. Dopo il primo quarto d’ora, la squadra non è riuscita a rimanere alta con tanti uomini negli ultimi trenta metri.

In vista della Coppa d’Africa, c’è da lavorare per portare a gennaio al massimo tutte le soluzioni da mettere in campo senza Osimhen.

Far tornare il tifo organizzato è una priorità, il Napoli sia protagonista di un incontro per il Maradona

 

Un’altra domanda è perché il Napoli non deve poter essere aiutato dal sostegno del pubblico come accade alle altre squadre? Non smetterò mai di sollevare quest’argomento fino a quando al Maradona non tornerà un’atmosfera da stadio. Perché solo a Fuorigrotta non si devono creare le condizioni per l’esistenza del tifo organizzato?

Anzi neanche in tutto il quartiere perché al Palabarbuto la Curva Est è rientrata. Il Napoli prenda esempio dalla società del presidente Grassi, sia protagonista di un incontro in cui fare ciò che ha chiesto Spalletti: “La squadra e i propri tifosi devono essere un tutt’uno”.

Paradossalmente un’altra domanda che arriva da Salerno porta con il pensiero a giovedì.

Quanto è importante l’Europa League? È il contrario del pensiero triste e fuori luogo per cui per aumentare le ambizioni del campionato bisogna abbandonare le coppe. Il Napoli ha bisogno dell’Europa per tenere sul pezzo Ounas, Petagna, Elmas, Demme, Lobotka, incrementare il minutaggio e la fiducia di Mertens.

L’ultima domanda poi è per la piazza: il Napoli sta compiendo un percorso esaltante, quando impareremo a godere senza vedere complotti, casi e motivi di frustrazione? Questa risposta è più importante di quello che sembra, riguarda il modo in cui bisogna vivere questo viaggio.

 

A cura di Ciro Troise

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