Dopo l’infortunio di Osimhen, citando il magistrato Francesco Saverio Borrelli, sostenevamo che il Napoli dovesse “resistere, resistere, resistere”. Mai avremmo immaginato la sequenza d’avversità che poi ha dovuto affrontare la squadra di Spalletti, tra infortuni muscolari e lo tsunami Covid-19.
Quella citazione di novembre è stata ancora più significativa perché la resistenza è diventata sempre più dura.
Non è ancora finita, la Coppa d’Africa è ancora in corso, al Napoli mancano ancora Koulibaly, Anguissa, Ounas, Insigne e Ospina. Il capitano e il portiere colombiano potrebbero farcela a rientrare anche contro la Salernitana.
La luce oltre l’orizzonte s’inizia a vedere, l’ha detto Spalletti nella conferenza stampa alla vigilia di Bologna-Napoli e il campo ha confermato una nuova musica. Ci sono tante belle notizie: 70 minuti autorevoli di palleggio, di dominio del campo a lunghi tratti, la rinascita di Lozano, autore di una doppietta, la solidità difensiva. Si può sempre far meglio, negli ultimi venti minuti il Napoli si è abbassato, ha concesso al Bologna l’occasione di Dominguez e la punizione del palo di Svanberg.
Spalletti ha visto dei fantasmi che già hanno fatto danni, basta pensare alla sindrome avuta già contro Inter e Sassuolo, quando il Napoli ha smesso di mettere in campo le sue caratteristiche: padronanza del campo, palleggio, capacità di uscire anche dal pressing avversario con le qualità tecniche.
Contro Milan e Juventus il Napoli anche calò nel finale, Spalletti deve lavorare sotto quest’aspetto ma sicuramente la crescita della condizione generale e il recupero dei giocatori è fondamentale anche per abbattere questa sindrome.
La presenza di Osimhen, che ovviamente ha bisogno di rodaggio, ha consentito al Napoli di avere l’arma della ripartenza e Victor ha rischiato di far gol appena rientrato in campo dopo quasi due mesi di stop.
Il bicchiere è mezzo pieno, l’emergenza in casa Napoli ha fatto meno danni di un anno fa
Mentre la resistenza è alle battute finali, ha ragione Spalletti a chiedere di più, ad arrabbiarsi perché le sconfitte contro Empoli e Spezia gridano vendetta, i dieci punti persi contro squadre di fascia medio-piccola (considerando i pareggi contro Sassuolo e Verona) generano rabbia. Bisogna essere, però, lucidi nell’analisi, il bicchiere è mezzo pieno: l’eliminazione dalla Coppa Italia agli ottavi di finale dispiace ma il Napoli, dopo una tempesta pesante, è terzo in classifica a quattro punti dall’Inter che ha una partita in meno, due dal Milan che ha salutato l’Europa e soprattutto detiene cinque lunghezze di vantaggio (con gli scontri diretti a favore) sulla Juventus che nelle ultime otto partite ha collezionato venti punti su ventiquattro.
L’emergenza ha fatto meno danni di un anno fa, il Napoli ha sei punti in più, ha evitato l’onta dell’eliminazione dall’Europa League o della retrocessione in Conference, De Laurentiis ha mantenuto la calma, le relazioni con Spalletti non si sono rovinate nei momenti più complicati.
A febbraio può iniziare un’altra vita, ci sono tanti fattori che possono incidere. Koulibaly oggi gioca contro il Malawi torna in campo dopo un mese e mezzo di stop, bisogna capire come torneranno dal Camerun lui ed Anguissa che in Nazionale sembra essere in ottima forma.
Da Osimhen ad Insigne, tante variabili possono incidere sul finale di stagione
All’orizzonte ci sono tante variabili che potrebbero aiutare il Napoli: mancano i gol di Politano e Insigne che dovrà gestire i quattro mesi d’addio, Osimhen è stato determinante nella prima parte della stagione e il suo ritorno può essere influente.
C’è poi il mercato: la trattativa per Tagliafico è viva ma c’è un problema complesso, dovrebbe uscire qualcuno per fargli posto nelle liste. Malcuit e Ghoulam non ne vogliono sapere di partire, Spalletti non ha accettato neanche in estate l’idea di far partire Ounas, lo attende al rientro dalla Coppa d’Africa. L’Algeria ha fatto un solo punto nelle prime due partite, se perde giovedì contro la Costa d’Avorio va a casa.
Il Napoli così potrebbe accogliere Ounas durante la sosta, per dieci giorni dovrebbe vivere nel regime di quarantena casa-lavoro disciplinato nel calcio dalla circolare di giugno 2020 varata dal Ministero della Salute. Potrà quindi allenarsi e giocare, magari Spalletti si trova un “innesto” in più prima delle più rosee previsioni. C’è un vento nuovo, tocca al Napoli accompagnarlo.
Ciro Troise
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