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Calma e sangue freddo, il Napoli spedisca la pressione sulle spalle di chi insegue

Il Napoli usi la testa, è il momento della maturità

Il Napoli a Genova ha fatto quello che doveva fare, quelli che pensano che bisogna fare sempre i marziani di questo sport e di questo campionato non hanno capito nulla. O è incompetenza o è malafede, delle due l’una ma passiamo avanti.

Ha superato le difficoltà del rigore (che non c’era) sbagliato da Politano, dell’inerzia che la Sampdoria sull’onda emotiva voleva dare alla partita, ha attutito il colpo, ritrovato le sue trame di gioco, colpito con Osimhen, indirizzato la partita con la superiorità numerica per l’espulsione sacrosanta di Rincon. L’unica critica sensata è che la sfida andava chiusa, gestire le partite è complicato con i cinque cambi e le variabili imposte dagli episodi, l’ultima dimostrazione è Milan-Roma 2-2. 24 tiri, 8 nello specchio, 5 dall’area di rigore, i numeri stridono col fatto che fino all’80’ il Napoli avesse un solo gol di vantaggio.

Il Napoli non si è creato problemi, non ha mai concesso alla Sampdoria di essere pericolosa eccetto quei dieci minuti di comprensibile sbandamento dopo il rigore sbagliato. Nella ripresa la Sampdoria è stata furba, Stankovic ha disegnato la linea a quattro, è rimasta bassa, ha evitato di scoprire varchi, ha difeso e aspettato eventuali opportunità su errori del Napoli.

Gli azzurri hanno preso possesso della metà campo avversaria, non hanno mai abbassato la tensione e colpito con il rigore (solare) trasformato da Elmas. Indirizzando la partita, hanno potuto anche gestire le forze con le cinque sostituzioni, compresa la sostituzione di Kim all’intervallo per non rischiare infortuni. Non è una fortuna, è un merito per quanto prodotto nel primo tempo.

Venerdì arriva la Juventus, è una partita importante ma non decisiva, nessuno ha mai vinto gli scudetti a gennaio, al massimo il titolo virtuale di campioni d’inverno che il Napoli ha già portato a casa. La Juventus è tornata in corsa perché ha ritrovato un’anima, è una squadra riconoscibile. Non è divertente, spesso non conduce la partita neanche contro avversari di rango inferiore ma adesso ha finalmente un’identità. Le squadre di Allegri non sono mai state frizzanti, la priorità assoluta è la fase di non possesso, la Juventus ha la miglior difesa con soli sette gol incassati. Nei cinque principali campionati europei soltanto il Barcellona ha fatto meglio con sei gol subiti.

Blocco basso in fase difensiva, ripartenze con giocatori di gamba come Kostic, Rabiot, Chiesa al rientro, è bastato poco per accumulare otto vittorie consecutive, ottenute anche giocando peggio dell’avversario in varie occasioni: Verona e Cremonese su tutte ma a tratti anche in casa contro Inter e Udinese. Contro il Napoli probabilmente Allegri ritroverà Cuadrado, opterà per Chiesa dal primo minuto dopo gli spezzoni di gara disputati contro Cremonese e Udinese.

Il pensiero è a Napoli-Juventus nella stagione dei 91 punti, gli azzurri non facciano l’errore di farsi trascinare dall’ambiente. Si giochi con la testa, spostando la pressione su chi insegue. Il Napoli faccia la sua partita, metta in campo la qualità del proprio calcio che a Genova si è rivista nella molteplicità di soluzioni a disposizione: dal gioco tra le linee al fattore Osimhen in profondità. Faccia ovviamente attenzione all’equilibrio in campo, ad ogni pallone. Sin prisa sin pausa, avrebbe detto Benitez.

Chi insegue deve avere l’ansia di non sbagliare, non perdere ulteriore terreno. La pressione è sulle spalle di chi è uscito dalla Champions, è prima nella classifica del monte ingaggi e ha l’allenatore più pagato. Il Napoli in questi mesi da battistrada ha acquisito il valore della consapevolezza, non lo disperda venerdì sera contro la Juventus. Con sette punti di vantaggio bisogna usare la testa, è il momento della maturità.

 

Ciro Troise

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