Pensare che il Napoli nelle prossime tredici partite possa cancellare i suoi difetti è impossibile, dopo 38 gare ufficiali l’idea di cosa è questa squadra è abbastanza chiara. La stagione è balorda, il Napoli ha dovuto rinunciare per quattro mesi a due centravanti in forma e in un momento decisivo ha perso anche Lozano, che condivide con Insigne il primato di miglior marcatore stagionale, e Petagna, l’attaccante di scorta che ha tenuto in piedi la baracca finchè ha potuto.
Quest’annata, la più anomala nella storia del calcio, somiglia ad un reality dove vince chi riesce a resistere di più alle avversità gestendo le energie, riuscendo ad attingere sia dal valore dei singoli che dalle certezze di un’identità di gioco definita. Il Napoli, come la Juventus, non può averla perché Gattuso è arrivato un anno e mezzo fa dovendo affrontare prima l’ammutinamento, poi il restyling del mercato di gennaio 2020, il lockdown, la trasformazione estiva con Osimhen e il 4-2-3-1.
La qualità è l’unica certezza del Napoli
Tutto questo caos con una rosa molto variegata, che oscilla tra il palleggio tanto caro alla vecchia guardia e il desiderio di colpire in verticale per valorizzare Osimhen e Lozano, soprattutto giocando sempre ogni tre giorni, disputando 19 partite (un girone di ritorno) nel 2021, in due mesi.
Il Napoli ha vari difetti, si è smarrito nella solidità difensiva, ha subito il 65,1% dei 43 gol incassati complessivi nel 2021, non ha mai fatto il salto di qualità sotto il profilo della mentalità e così ha gettato al vento tante partite con ingenuità clamorose: basta pensare ai cinque punti persi tra Spezia e Sassuolo.
Sotto il profilo tattico il Napoli è un ibrido, vuole difendere alto ma allo stesso tempo essere pronto a tenere il baricentro basso azionando le ripartenze, ama palleggiare ma allo stesso tempo ha messo in mostra degli assaggi sparsi di quanto può essere devastante attaccare la profondità con Osimhen e Lozano.
Il Napoli ha una sola certezza, può disporre di tanta qualità negli interpreti del suo attacco. Mertens è ancora lontano dalla migliore condizione, la settimana tipo “atipica” per il Napoli può essere d’aiuto per Dries così come i giorni d’allenamento dopo il trauma cranico sono stati utili per Osimhen.
I gol segnati sono ancora pochi per i mezzi offensivi del Napoli
Fabian Ruiz, Zielinski, Insigne, Lozano, Politano insieme formano un potenziale offensivo che può trascinare il Napoli alla qualificazione in Champions League in una battaglia molto complicata per il valore di varie avversarie. La qualità può coprire anche i difetti, tocca a Gattuso costruire in ogni occasione il piano-partita più adatto, mettere da parte definitivamente tutte le disavventure e le tensioni che hanno accompagnato quest’annata balorda.
Il Napoli ha segnato 72 gol in 38 partite, la media è di 1,9 rete a gara, è ancora poco per i mezzi offensivi di questa squadra. Le assenze hanno inciso ma, se la sorte accompagnerà gli azzurri nelle ultime tredici giornate, con l’infermeria che si svuoterà gradualmente il gruppo di Gattuso può scrivere un nuovo capitolo del proprio percorso. Lozano può farcela a rientrare per la trasferta di San Siro, Petagna tornerà contro il Crotone dopo la sosta mentre la sfortuna si è accanita su Ghoulam proprio quando sembrava tornare su buoni livelli.
Il Napoli contro le grandi viaggia al 50% del bottino in campionato, contro le altre sei squadre in lotta per i posti europei gli azzurri hanno portato a casa nove punti su diciotto, perdendo con le milanesi e battendo Atalanta, Roma e Juventus. Serve fiducia nella settimana infernale, il Napoli senza paura di osare può far male a tutti gli avversari. Serve una squadra attenta ma propositiva, che non s’accontenti di coprire bene gli spazi perché la sua risorsa più importante è la qualità che può riuscire a rendere innocui i difetti.
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