Come preannunciato da Aurelio De Laurentiis oggi in conferenza stampa, per il terzo anno da quando c’è lui alla presidenza il Napoli chiude il bilancio in rosso, anche se non di molto. L’esercizio negativo, come riferito da Calcio e Finanza, è stato chiuso in negativo per 6,3 milioni, dopo l’ottimo utile del bilancio 2017. Il noto portale entra nel dettaglio sul fatturato e spiega, con tanto di tabelle sottoriportate, la situazione finanziaria azzurra:
“Il fatturato del Napoli è stato pari a 215,5 milioni di euro, contro i 308 milioni del 2017. In particolare, i ricavi da stadio hanno avuto una contrazione del 3,3% (da 19,7 a 19,0 milioni). In calo del 39% sono state le entrate da diritti tv Uefa, con i diritti tv complessivi che sono valsi 118,7 milioni di euro contro i 142,5 milioni del 2017. In crescita invece i ricavi commerciali e sponsor, passati da 32 a 34,1 milioni (30,6 milioni dagli sponsor, di cui 8,7 dagli sponsor ufficial e 8,1 dallo sponsor tecnico), mentre tra le altre entrate da segnalare anche il milione di euro dallo sfruttamento dei diritti d’immagine contro i 100mila euro del 2017.
Complessivamente, i ricavi della gestione ordinaria valgono l’85% del fatturato (65% nel 2017): il restante 15% circa delle entrate è legato alla gestione dei calciatori, in netto calo rispetto alla passata stagione. Dal calciomercato infatti il Napoli ha incassato 31,9 milioni di euro di cui 30,1 dalle plusvalenze, contro i 106,7 milioni di euro (104,4 dalle plusvalenze) dell’esercizio 2017. La cessione che ha permesso un incasso maggiore è quella di Duvan Zapata, ceduto alla Sampdoria per 20,1 milioni con una plusvalenza di 19,7 milioni. Dal calciomercato infatti il Napoli ha incassato 31,9 milioni di euro di cui 30,1 dalle plusvalenze, contro i 106,7 milioni di euro (104,4 dalle plusvalenze) dell’esercizio 2017.
Dal punto di vista dei costi, i costi della produzione sono aumentati complessivamente del 5,6%, passando da 207,4 a 218,9 milioni. Nonostante il calo degli ammortamenti (-14,7%), sale l’impatto del costo della rosa e della gestione calciatori, passata da 175 a 180,5 milioni di euro. Una crescita dovuta soprattutto all’aumento del costo del personale tesserato, passato da 97,6 a 114,1 milioni di euro. In particolare, i compensi constrattuali dei calciatori sono passati da 78,8 a 91,8 milioni di euro, con una crescita legata anche ai bonus pure per gli allenatori, mentre i compensi per i tecnici è rimasto stabile intorno quota 5 milioni. La differenza tra valore e costi della produzione è stata così negativa per 3,4 milioni di euro, contro il +100 milioni del 2017: dopo le imposte, il rosso è stato così pari a 6,3 milioni di euro, contro il +66,6 milioni di euro dell’esercizio scorso. Una perdita già coperta grazie all’utilizzo delle riserve di utili, che ora ammontano a 115,3 milioni con un patrimonio netto pari a 116,2 milioni di euro. Dal punto di vista patrimoniale, i debiti hanno registrato un calo a 143,9 milioni di cui 93,4 legati al calciomercato e circa altri due milioni legati alle imprese controllanti.
Per quanto riguarda l’esercizio in corso, la società di De Laurentiis ritiene “ragionevolmente ipotizzare che l’andamento economico a fine periodo possa presentare una situazione di sostanziale equilibrio”, data anche la partecipazione alla Champions League seppur con l’eliminazione nella fase a gironi. Il calciomercato estivo ha infatti già garantito plusvalenze per 59,7 milioni di euro (legate in maggior parte alla cessione di Jorginho al Chelsea), con obblighi di riscatto per 7,5 milioni e cessioni a titolo temporaneo per 4,2 milioni. Gli acquisti sono costati complessivamente 74,1 milioni di euro (di cui 30,1 milioni legati ad obblighi di riscatto attivati), con ulteriori obblighi di riscatto fissati per 20 milioni”.
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