Tanto tuonò che piovve, il Napoli che ha sbancato Venezia, respingendo la litania di non saper riuscire a sfruttare le opportunità, ha riportato l’entusiasmo tra il popolo azzurro. Non è la prima volta che accade in questa stagione di non subire pressioni, a settembre dopo il pareggio tra Juventus e Milan il Napoli sbancò Udine con una delle migliori prestazioni stagionali.
La vittoria di Bologna dopo il pareggio dell’Inter a Bergamo è stato il primo segnale. È una squadra più matura del passato, che non si rifugia negli alibi, non vede fantasmi, è concentrata sul lavoro, ha le certezze dell’organizzazione tattica e la forza di una rosa in cui nessuno è escluso.
Il Napoli ha svoltato a Torino contro la Juventus e in tutto il periodo dell’emergenza, con la crescita di Lobotka, Juan Jesus, la capacità di ritrovare anche Malcuit e Ghoulam. A Venezia mancavano cinque uomini: Tuanzebe, che costringeva Spalletti ad avere solo due difensori centrali, Anguissa, Koulibaly, Ounas e Lozano. Nessuno ci ha pensato, anzi guardando al passato si gioiva per il Napoli che aveva ritrovato uomini importanti. Uno su tutti, Victor Osimhen, che nonostante due mesi di stop è già in doppia cifra con dieci gol realizzati che lo rendono il miglior marcatore stagionale azzurro.
Il Napoli con l’attaccante nigeriano fa più gol e porta a casa più punti, trasmette forza d’urto, aumenta le soluzioni con la palla nello spazio, alle spalle della linea, il gioco aereo. È una risorsa fondamentale, del resto il Napoli con Osimhen a disposizione aveva ottenuto dieci vittorie e due pareggi prima di cadere a San Siro in una gara in cui ha avuto nel finale due occasioni per portare a casa il 3-3.
Ciò che conta di più è che finalmente a Napoli, in questo lunedì piovoso, c’è un’aria diversa. Si respira entusiasmo, gioia, adrenalina, si freme per il big-match di sabato. C’è la corsa al biglietto anche se è intollerabile dover constatare ancora una volta i disservizi per l’acquisto dei tagliandi. Non so di chi è la responsabilità ma il Napoli deve intervenire per rispetto dei propri tifosi.
Spalletti e i suoi ragazzi devono essere orgogliosi perché non era facile dare un sussulto ad una piazza svuotata dopo Napoli-Verona, avvilita per la questione multe, l’assenza delle curve, la pandemia e soprattutto il rapporto complicato con De Laurentiis. Quando ci sono stati biglietti altissimi per gare come Napoli-Barcellona di Champions League, abbiamo sottolineato le nostre critiche, oggi c’è da lodare la scelta per la sfida contro l’Inter di garantire prezzi popolari.
Il Napoli merita il Maradona gremito purtroppo solo al 50%, uno scenario caloroso, il sostegno della gente. Dopo le tre sconfitte consecutive in casa, il calo di dicembre, non era scontato arrivare a metà febbraio con l’obiettivo concreto di tornare in Champions League e l’ambizione di giocarsi lo scudetto.
Godiamoci il viaggio, spegniamo per qualche giorno le polemiche su Insigne, De Laurentiis, il terzino sinistro e chi più ne ha più ne metta.
Fanno benissimo i calciatori a dichiarare l’obiettivo, non c’è niente da nascondere, il Napoli è competitivo per giocarsi il sogno anche perché la distanza tra la prima e la quinta non dovrebbe essere molto ampia. L’Inter è in vantaggio, ha più esperienza in campo, non ha attraversato le emergenze ma il Napoli ha le risorse per giocarsela.
Lo dimostrano i numeri: miglior difesa con soli 16 gol subiti, 13 gare senza subire gol. Con il ritorno di Osimhen e la svolta del 2022 nel rendimento, sta migliorando anche il reparto con 45 gol realizzati che lo rendono il quarto attacco del campionato insieme all’Atalanta.
La media è ancora sotto i due gol a partita riguardo al campionato, si può ancora migliorare ma è tornato Osimhen e con lui per il Napoli è tutta un’altra vita.
Ciro Troise
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