Il nuovo anno è iniziato bene, il Napoli a Cagliari si è ritrovato dopo la nefasta fine del 2020 con un punto nelle ultime tre partite ed un solo gol segnato. Sin da inizio stagione sono stato abbastanza freddo sul sogno scudetto, non basta una rosa numericamente completa e discretamente valida, in certi aspetti il Napoli manca ancora di continuità, nell’intensità di gioco, nella determinazione. Rispetto alle altre big, ha un deficit nel fuoriclasse o nei singoli che possono cambiare le partite: mancano gli Ibra, i Cr7, i Lukaku o anche gli Hakimi o i Theo Hernandez.
La prestazione di Zielinski a Cagliari ricorda che in un anno molto particolare, caratterizzato dalla preparazione più corta, con pochissime amichevoli e i tanti impegnati ravvicinati, i singoli spostano ancora di più gli equilibri perché soprattutto per le squadre impegnate nelle coppe sviluppare un’identità di gioco definita, d’alto livello estetico è molto complicato.
La missione gennaio per il Napoli
Il Napoli deve ragionare sul breve periodo, considerando che non poter contare su Mertens, Koulibaly e Osimhen rappresenta un limite pesante, se altre squadre avessero avuto tre assenze così importante avrebbero sofferto allo stesso modo. Gennaio è un mese importante per il Napoli che, eccetto la gara contro il Torino, ha fatto bottino pieno finora contro le squadre medio-piccole, quelle della seconda parte della classifica. Fino alla Supercoppa del 20 gennaio, il mese presentava quattro impegni di campionato contro squadre in lotta per la salvezza oltre alla sfida di Coppa Italia contro l’Empoli.
Il Napoli ha superato il primo esame in maniera brillante, se dovesse farlo anche contro Spezia, Udinese e Fiorentina, approfittando anche degli scontri diretti tra le altre, potrebbe guardare alla classifica con un sorriso ancora più sereno considerando anche la gara da recuperare contro la Juventus.
Demme è pienamente recuperato, Mertens tornerà domani a Castel Volturno e, dopo l’esito del tampone, farà i test per capire le condizioni della sua caviglia.
Per altre due partite il Napoli non recupererà nessuno, nella migliore delle ipotesi Dries e Koulibaly potrebbero tornare per la partita contro l’Empoli in modo da avere due impegni per arrivare in piena forma alla Supercoppa. Osimhen ha tempi più lunghi e incerti, bisogna attendere che sia negativo al Covid-19 e poi verificare le condizioni del braccio destro.
Il Napoli ha ritrovato velocità nel palleggio e ritmi alti
Il Napoli a Cagliari ha ritrovato velocità nel palleggio, la capacità d’alzare il ritmo nella proposta di gioco, Bakayoko è stato capace di prendersi tante responsabilità sia nell’interdizione che nella costruzione dal basso togliendo a Fabian Ruiz i compiti di regia e consentendogli di giocare qualche metro più avanti.
Zielinski, Lozano e Insigne hanno trascinato il Napoli in fase offensiva con Petagna che potrebbe essere più incisivo nell’area avversaria ma lavora tanto per la squadra. Per svolgere al meglio la missione gennaio, i ragazzi di Gattuso devono lavorare meglio nelle due aree di rigore. Gli azzurri hanno la miglior difesa del campionato ma da sei partite consecutive subisce almeno un gol. Il Napoli concede poco, meno di tutti in serie A (8.6 tiri a partita) ma commette degli errori in zone decisive e talvolta li paga. C’è un problema d’attenzione, d’intensità nella concentrazione che naturalmente senza Koulibaly diventa molto più evidente. Basta riguardare l’azione del gol di Joao Pedro con tre contrasti affrontati in maniera molle da Fabian Ruiz, Bakayoko e Maksimovic.
A livello offensivo i 4 gol di Cagliari non devono illudere, sono servite le magie di Zielinski per andare due volte in vantaggio e complessivamente il Napoli ha realizzato 30 tiri di cui 12 in porta, 9 realizzati in area di rigore e costruito 12 occasioni da gol. Le statistiche generali confermano i rimpianti: il Napoli è la squadra con la media più alta nei cinque principali campionati d’Europa riguardo ai tiri realizzati (18.4 a partita) e soltanto il Barcellona è davanti per i tiri in porta (7.1 contro i 6.8 del Napoli). In serie A il Napoli è capolista in queste classifiche con 236 tiri totali di cui 112 in porta. Agli azzurri servono praticamente 3,6 conclusioni in porta per fare un gol, migliorare questo dato dev’essere uno dei principali obiettivi. Sono stati spesso decisivi i gol da fuori area, le magie dei singoli. Il Napoli ha segnato nove delle 38 reti complessive (il 4,2%) dalla distanza, un dato positivo perché testimonia la qualità dei singoli ma che fa riflettere testimoniando la necessità degli azzurri di migliorare sotto porta.
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