Quattro risultati utili consecutivi di cui tre vittorie e un pareggio, con tredici gol fatti e uno solo subito, quello di Martins Indi contro l’Az Alkmaar. Dopo la sconfitta contro il Milan, il Napoli ha trovato un po’ di continuità, non raggiungendo ancora la soglia delle quattro vittorie consecutive ma intraprendendo una strada che si sta rivelando efficace.
Gattuso ha scelto il Napoli camaleontico, alternando il 4-3-3 e il 4-2-3-1 a seconda dei giocatori a propria disposizione, degli avversari, studiando anche il modo in cui impostano il gioco. Se le squadre rivali hanno il play come primo riferimento per la costruzione dal basso, Zielinski da vertice alto è l’uomo dell’equilibrio, unendo la pressione alta, il riposizionamento quando l’avversario supera la prima linea del pressing e soprattutto la qualità per incidere negli ultimi trenta metri.
Non è il tempo dello spettacolo, conta l’efficacia: la nostalgia del sarrismo ha stufato
La continuità è una missione complicata nel calcio all’epoca del Covid giocando sempre ogni tre giorni e combattendo con contagi e infortuni. Basta ricordare il tonfo del Barcellona in Liga, il Real, l’Atletico Madrid e il Manchester United che dovranno combattere fino all’ultimo minuto per qualificarsi agli ottavi di finale di Champions.
“Parliamo troppo degli anni di Sarri, sono passati, dobbiamo andare avanti, il mister ora sta proponendo un calcio divertente ed offensivo, lavoriamo con lui da un anno ormai, eravamo a pezzi mentalmente e ci ha fatto ritornare ad essere dei campioni, ha fatto un grande lavoro”, questa sintesi di Ghoulam fatta in settimana nell’intervista alla radio ufficiale è un esaustivo quadro della situazione. Quando si parla del lavoro di Gattuso, non bisogna mai dimenticare il punto di partenza: una squadra in calo, devastata dall’ammutinamento. C’è un altro aspetto essenziale di cui parla Ghoulam: la nostalgia per il sarrismo ha stufato.
Si tratta di una splendida pagina chiusa due anni e mezzo fa, avere nella mente sempre il riferimento di quel bellissimo calcio e pensare che possa essere replicato è un’illusione che genera frustrazione. Nel calcio dell’era Covid, senza pubblico e con il turn-over ormai obbligatorio, bisogna liberare il campo dallo spettacolo, guardare all’efficacia, puntare a fare tutto nel miglior modo possibile: difendere, costruire, sviluppare la manovra offensiva dalla costruzione dal basso alla conclusione. Il Napoli a Crotone ha avuto questo volto, con Petagna ha sprecato qualche occasione di troppo ma è stato sempre mentalmente sul pezzo senza mai sottovalutare l’avversario. Gli azzurri hanno tenuto botta nella prima mezz’ora, quando la partita era in equilibrio e il Crotone ha provato anche a rendersi pericoloso, poi hanno dilagato da quando l’espulsione di Petriccione ha spezzato l’equilibrio.
Per Osimhen serve ancora pazienza
Al Napoli mancano cinque partite da disputare prima di Natale, lo snodo decisivo di giovedì in Europa League contro la Real Sociedad, le gare contro Sampdoria, Inter, Lazio e Torino in campionato. Per Osimhen serve ancora pazienza, la lussazione anteriore alla spalla destra ha generato delle complicazioni. Si monitora la situazione, lo staff medico proverà a riportarlo in campo entro questo mese ma c’è il rischio che si possa slittare a gennaio 2021.
L’assenza di Osimhen toglie tanto, la possibilità d’allungare la squadra, è un’arma devastante, una soluzione anche a gara in corso come accadde a Parma. Il Napoli deve reggere il colpo, a partire dalla partita di giovedì che rappresenta un bivio: portare a casa la qualificazione è fondamentale, arrivare al primo posto del girone molto importante per evitare le migliori che retrocedono dalla Champions, le prime classificate in Europa League e giocare l’andata in trasferta nell’ambito del doppio confronto.
La battaglia fuori dal campo: il Napoli insegue la giustizia
C’è un’altra battaglia fuori dal campo, il Napoli ha presentato venerdì il ricorso al Collegio di Garanzia del Coni puntando sulla causa di forza maggiore che ha impedito la partenza per Torino e sulla mancanza di prove nella sentenza della Corte Federale d’Appello in cui si parla addirittura di violazione della slealtà sportiva.
Il Napoli si trovò in una condizione imprevedibile, preparare una partita con l’ansia di aver affrontato il focolaio Genoa, registrò tre contagi (Elmas, Zielinski e il collaboratore Giandomenico Costi). La comunicazione all’autorità sanitaria competente è un obbligo di legge, sono arrivati poi i provvedimenti prima del Gabinetto della Regione Campania e poi dell’Asl. Cosa doveva fare il Napoli? Violarli?
Qualcuno veramente può credere di giocare un campionato senza Juventus-Napoli, con un punto di penalizzazione inflitto per una scelta che aveva la tutela della salute pubblica come valore di riferimento?
Entro il 20 dicembre dovrebbe arrivare la sentenza del Collegio di Garanzia del Coni che può evitare al mondo del calcio la brutta figura di uno scontro con la giustizia ordinaria perché dopo si ricorrerebbe al Tar con l’ipotesi concreta che si sviluppi uno scontro tra i due ordinamenti.
Ciro Troise
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