Juventus e Napoli viaggiano su due binari opposti. O meglio, sullo stesso binario ma con due carrozze allestite in modo diverso.
I bianconeri, da tre anni ormai, investono tempo e denaro sull’apparenza. Una continua ricerca di pezzi pregiati che, puntualmente, nascondono una scocca arrugginita sotto una bella carrozzeria.
Il vagone azzurro, invece, è costruito senza fronzoli. La dirigenza napoletana ha preferito un lavoro ingegneristico, sostituendo pezzi potenzialmente esausti e in fase di declino con componenti nuove di zecca, giovani e destinate a durare nel tempo.
Il ritmo che le due carrozze stanno tenendo in questa stagione sono, per il momento, lo specchio di due progetti, in antitesi tra loro, in controtendenza rispetto alle dinamiche a cui siamo abituati.
Il Napoli ha sfidato tutte le logiche, lasciando andare i nomi, abbandonando le bandiere. Si è affidato completamente ad un direttore sportivo che con estrema lucidità si è tappato per due mesi le orecchie contro qualsiasi critica esterna. E’ andato avanti fidandosi delle sue idee ed è riuscito a creare un gruppo, prima che una squadra, che adesso sfreccia su quel binario, travolgendo qualsiasi avversario.
La Vecchia Signora, invece, sembra costantemente travolta dagli eventi. La necessità, economica e non, di consolidare il proprio posto tra i top club europei, sta spingendo la Juventus verso un baratro dal quale non riesce ad uscire.
Le vicende politiche ed economiche contano, sia chiaro. I bilanci sotto inchiesta, la pandemia e la questione Superlega hanno un enorme peso e in qualche modo peggiorano la situazione bianconera da un punto di vista puramente strategico-sportivo.
I problemi economici non hanno frenato gli investimenti faraonici della Juventus che, offuscata dalla ricerca di una vittoria immediata, sta scendendo sempre più velocemente nel baratro dei risultati negativi.
I due percorsi in Champions League inquadrano perfettamente la situazione: un Napoli arrembante, divertente, che si qualifica al primo posto nel girone travolgendo tutto e tutti con una squadra rinnovata e piena di giovani che ascoltano l’allenatore e hanno abbracciato il progetto. La Juventus, invece, ben contenta di un terzo posto raggiunto grazie ad una vittoria del Benfica. Con un percorso pieno di cadute, infortuni ed una squadra brutta da vedere e a tratti svogliata. Se dovessimo scegliere due fotografie dei due cammini europei sarebbero sicuramente la vittoria azzurra contro il Liverpool e la sconfitta bianconera contro il Maccabi Haifa, zenit e nadir di due stagioni, finora, agli antipodi.
E allora il Napoli, a fronte delle critiche ricevute in estate, può rappresentare una boccata d’aria per tutto il sistema calcio. Il club partenopeo sta dimostrando che l’equazione “spesa=vittoria immediata” non è necessariamente vera. Progettare ed allestire una squadra vincente nel breve periodo è possibile anche facendo attenzione al bilancio. Non è necessario fregiarsi di nomi altisonanti o vantare monti ingaggi da capogiro. Quello che è veramente necessario è la lucidità di capire il momento, lo studio dei giocatori e la capacità progettare con la testa e non con la pancia. In parole povere, Competenza.
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