Dopo nove vittorie consecutive in campionato, il primo posto nel girone di Champions League, è ormai assodato che il Napoli sia un “caterpillar”, abbia sviluppato la capacità di saper stare in diversi contesti.
Per stare in alto serve continuità, la chiave è non saper essere solo “belli” ma adattarsi alle partite, ai contesti. Il Napoli a Bergamo ha vinto un’altra partita simile a quella di Milano, sapendo compattarsi e soffrire quando era necessario. Ha portato a casa la quinta rimonta stagionale in diciannove gare ufficiali, praticamente quasi ogni quattro partite il Napoli ribalta una sfida con personalità e capacità di reazione. È accaduto contro il Verona, la Lazio, il Bologna, l’Ajax ad Amsterdam e l’Atalanta. Si tratta di un dato molto significativo, vuol dire che la squadra ha sviluppato non solo consapevolezza ma anche un’identità così forte da non perdersi nelle difficoltà.
A Bergamo c’erano tutti i presupposti per smarrirsi, la pressione alta dell’Atalanta fresca senza le coppe, il primo quarto d’ora in cui si faceva fatica ad uscire con il palleggio dalla propria metà campo, l’assenza di Kvaratskhelia che è uno sfogo perfetto, avrebbe potuto far saltare i loro riferimenti uomo contro uomo. Il Napoli è venuto fuori dall’angolo come un pugile forte anche a Bergamo, si è aggrappato ad Osimhen, capocannoniere del campionato con otto gol nonostante l’abbondante mese di stop e senza tirare i rigori.
Che crescita di Osimhen, sta andando oltre i suoi limiti
Victor sta sfidando i suoi limiti, il Napoli l’ha acquistato dopo soli sei mesi in cui aveva trovato continuità al Lille. Gli infortuni hanno rallentato il suo percorso, si sono intravisti sin dai primi giorni importanti margini di miglioramento che potrebbero portarlo a livello dei migliori attaccanti d’Europa.
Sta affrontando i limiti del suo repertorio, nella sua testa è scattato qualcosa sin dai ritiri estivi, quando Spalletti insisteva sulla capacità di giocare spalle alla porta, lavorare per i compagni. L’attacco alla profondità, la forza nei duelli come dimostrano i duelli vinti con Smalling e Demiral, la qualità nel gioco aereo sono nel suo repertorio, ha aggiunto dei miglioramenti nel porsi in armonia con la squadra.
Lo dimostra il gol di Elmas contro il Lecce, quando apre il gioco per Politano che poi trova l’assist per il talento macedone. Il Napoli ha un gruppo sano, ben allenato, perciò trova costantemente nuove risorse: dallo spezzone di Gaetano a Roma all’impatto di Zerbin contro il Liverpool, dal rendimento di Meret che a Bergamo come a Milano è stato prezioso fino all’ottima prestazione di Elmas contro l’Atalanta. Elmas appartiene alla schiera dei giocatori costantemente messi in discussione senza equilibrio, la stessa di cui a lungo ha fatto parte Mario Rui. Nella scorsa stagione ha segnato sei reti, è una mezzala adattabile anche da esterno offensivo perché è dinamico, ha qualità di corsa, buoni tempi d’inserimento e ottime capacità tecniche come dimostra il controllo orientato sul gol contro l’Atalanta.
Napoli, gli ultimi due sforzi contro la stanchezza prima della sosta
Prima della sosta ci sono due partite difficili perché il Napoli ha vissuto un ciclo infernale e affronta due squadre diverse: l’Empoli ha sempre una sua identità di gioco, se ha campo a disposizione fa circolare il pallone abbastanza rapidamente e l’Udinese, invece, ha avuto un calo nei risultati ma l’ottavo posto a ridosso delle big certifica il valore di un gruppo che ha fisicità e talento. Il nemico principale è la stanchezza, probabilmente contro l’Empoli sulla catena di sinistra toccherà a Mario Rui e Raspadori, qualche rotazione potrebbe esserci anche a centrocampo, scalpita Ndombele e Politano dovrebbe alternarsi con Lozano.
Sono gli ultimi sforzi, riuscire a non fermarsi potrebbe consentire al Napoli di andare con un bel vantaggio alla sosta. A gennaio poi inizierà un altro campionato, arrivarci nel miglior modo possibile sarebbe importante.
Ciro Troise
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