Resistono in Campionato Napoli, Atalanta, Lazio, Milan e Juventus. La vecchia Roma rischia il crollo. Fonseca, dopo Petrachi, si dice, lascerà i giallorossi nel 20/21, anche se a chiacchiere si parla di contratto a vita. La Juventus non può non programmare altri milioni per l’anno prossimo, affidando gli affari a Fabio Paratici, che resta un manager di rara perizia. Ha già preso Arthur del Barcellona. D’incanto abbiamo riconosciuto nel contropiede il modulo che più si adatta alla nostra personalità tecnica e tattica. Naturalmente, ognuno, auspice la RAI e le tantissime televisioni che pullulano nella rete, ha detto la sua. Nel Club di Caressa ne sono state dette di cotte e di crude. Nessuna replica meridionale nelle trasmissioni della serie A sia per quanto riguarda Sky che la RAI. L’equivoco si fa sempre più fastidioso, almeno per noi del vero Sud. Il Club e la D.S. fanno la loro parte e cercano di vendere al più alto prezzo la loro merce, che non è scadente.
Gli si può solo obiettare che pur avendo tante amicizie quando parlano (scrivono molto poco ndc) dicendo che gli unici napoletani …. E che le televisioni facciano molto male a non tenerne conto, chiamando a parlare del sud chi al sud forse c’imposta solo le sue legittime speculazioni.
Io non voglio tirarla lunga con questi del club e neanche con la D.S. che fanno la loro parte e con quelli di Napoli che non fanno la loro parte ma voglio esternare il mio dissenso per il comportamento delle televisioni che sistematicamente offendono la classe intellettuale e giornalistica del sud ignorandola affidandole un ruolo marginale. C’entra probabilmente una questione di “rimorchio”. Vale a dire che, chi per una ragione, chi per un’altra, quaggiù in molti procedono al seguito di qualche illustre personaggio, quando sarebbe tempo invece di guardarsi in faccia per trovare una politica comune, di respiro veramente meridionale. Ma la verità è anche che la faccia giornalistica riflette la faccia di tanta altra gente, compresa quella della nostra società maggiore, che è il Napoli e che avverte uno evidente stato di imbarazzo che lo sospinge a fare salamelecchi al nord e al centro.
Ma De Laurentiis e Formisano devono capire, essendo entrambi meridionali, che è ormai tempo di non tenere più lo sguardo volto a settentrione ma al meridione. E l’amicizia con i Vigorito, con la Salernitana, con il Crotone, con il Cosenza, con la Casertana, la Juve Stabia, il Catanzaro, la Reggina, il Foggia, il Pescara, il Palermo, il Catania, il Lecce e via dicendo che ci deve interessare.
Questi possono essere considerati amici. I cinesi di Suning, gli americani di Elliott o quelli di Pallotta e più di tutti gli Agnelli sono concorrenti, simpatici, leali, ma concorrenti. Il Napoli è su questo piano meridionale che dovrebbe muoversi. Non ci consta fino a oggi lo abbia fatto.
Mi rendo perfettamente conto che il Napoli ha molti problemi da risolvere ma non è che questi problemi possano venire risolti accentuando una impostazione di sudditanza e tardando invece ad alimentare i rapporti con Palermo, Reggina, Catania e via dicendo.
Il Napoli non gode di buona stampa nel sud, perché del sud se n’è sempre strainfischiato. L’augurio nostro è che trovi la voglia e il tempo per realizzarsi su questo piano.
Per farlo occorrerà anche tutta la buona volontà della sua squadra. Il calcio che le abbiamo visto praticare contro la Spal è stato sinceramente differente rispetto alla bella prova di Verona. Gattuso s’è mostrato soddisfatto perché adesso tutti correrebbero. Ma correre non significa giocare, e questo Rino lo sa. La corsa è un momento del gioco, non è il gioco. Direi piuttosto che è nella corsa il più grosso difetto del Napoli attuale. E’ sempre diversa, cangiante, insicura. Nel Napoli perfino i terzini (che sono buoni) si agitano freneticamente. Il centrocampo, così come gioca è un assurdo tattico. Il solo Demme mantiene disciplinatamente il ruolo; Lobotka ha l’abitudine di stracciare sistematicamente la squadra in avanti. Fabian Ruiz credo l’abbia fatto capire che giocare in quel modo non gli va. Ma non è che gli vada per uzzolo o altro, non gli va perché lui è un laterale di ruolo e non una mezzala. Ora, messe così le cose, con l’inquieto Milik che ci ritroviamo (causa il mancato rinnovo e la Juventus che lo richiede), non si risolverebbe gran che.
Il Napoli ha bisogno di correre di meno e restare più ancorato ad un certo reparto, che è quello di centrocampo. Gattuso deve ricordarsi, per ricostruire un Napoli insidioso, del suo Milan. Quel Milan era una squadra in cui correva la palla, non gli uomini. Le sue erano esplosioni offensive e non aggressioni sbadate.
Tornando al Napoli: i suoi attaccanti (Insigne, Politano, Lozano e Mertens) hanno bisogno di galoppare in spazi liberi. Dove sono gli spazi liberi nel Napoli? Appena se ne apre uno i centrocampisti si infilano, escludendo dall’azione gli attaccanti. Solitamente però gli spazi mancano. Il Napoli procede per passaggi orizzontali che costituiscono il divertimento delle difese avversarie; la ricerca del gol è pura avventura. La squadra non riesce a dare una sensazione di forza e di continuità. Sono questi i problemi che Gattuso è chiamato a risolvere prontamente; ha tutte le carte in regola per farlo, anche se bisogna dirlo, la “politica aziendale” non è riuscito a confonderlo.
La scadenza della ventinovesima giornata porta il Napoli a Bergamo; l’Atalanta ha una posizione in classifica brillante, impone un dirizzone all’andazzo del Napoli. Il Napoli e Gattuso sono ad una svolta. Speriamo che sia quella buona. La straordinaria vittoria di quel magnifico trofeo che è la Coppa Nazionale deve servire da stimolo per ritornare ad essere la grande squadra vista negli anni precedenti a questo. Le mie preoccupazioni, invece, nascono dalla forza delle due prossime avversarie: l’Atalanta, giovedì alle ore 19.30 a Bergamo e la Roma, domenica prossima alle 21.45, al San Paolo di Napoli. La svolta è tutta lì. Buon Calcio non a tutti ma al Napoli.
Ferdinando Troise
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