Il Napoli ha giocato 24 gare stagionali e non ha mai fallito finora una partita intera, non è mai stato spento, vuoto. Ha avuto delle battute d’arresto, dei momenti in cui ha fatto fatica pur vincendo contro Torino e Salernitana, partite in cui ha patito degli episodi come quelle contro lo Spartak Mosca.
La peggiore prestazione è arrivata contro l’Empoli, non a caso nel picco di stanchezza + infortuni, un’equazione matematica che gli episodi hanno reso letale.
Il Napoli senza la sua spina dorsale fa grande fatica a dominare le partite, gli episodi, quindi, acquisiscono un peso specifico più notevole del solito. Sono girati male contro l’Empoli, molto meglio contro il Leicester e il Milan e anche con Inter e Atalanta, in condizioni difficili, con un po’ di fortuna in più poteva arrivare il pareggio.
Cosa vuol dire tutto ciò? Il Napoli, nella resistenza dopo la tempesta che si è abbattuta tra le partite contro Inter e Sassuolo, se la sta cavando e lo sta facendo grazie alla capacità di Spalletti di tenere le mani sul manubrio senza far sbandare la squadra al cospetto delle grandi difficoltà.
Il Napoli è meno brillante ma Spalletti ha saputo cambiare vestito alla squadra
È ovviamente un Napoli meno brillante, che fa fatica a dominare le partite, anche contro l’Empoli la sfida è rimasta in equilibrio, aperta. Riesce a strappare delle porzioni in cui palleggia con qualità ma la velocità è calata, è inevitabile senza Koulibaly, Fabian Ruiz e Insigne su tutti. Il Napoli sta viaggiando intorno ai 15-16 passaggi al minuto mentre ad inizio stagione ha girato anche sui 18-19.
Spalletti è stato abile a cambiare vestito al Napoli, a Milano ha accettato d’abbassare il baricentro schierando Petagna per avere il riferimento, cercare di più la palla addosso all’attaccante piuttosto che negli spazi. Paradossalmente il Napoli si è fatto schiacciare con i piccoletti negli ultimi dieci minuti proprio perché non c’era l’energia di organizzare le ripartenze.
Il lavoro sulla consapevolezza della squadra è evidente, Juan Jesus, Malcuit, Lobotka ne rappresentano la dimostrazione.
Juan Jesus era svincolato dopo essere stato messo ai margini nella Roma settima in classifica, Malcuit nella scorsa stagione ha collezionato cinque presenze nella Fiorentina che lottava per la salvezza, Lobotka è stato ai margini tutta la scorsa stagione tra problemi fisici, ritardo di condizione e anche all’Europeo non è riuscito ad imporsi.
Il Napoli deve continuare a resistere
Il Napoli deve continuare a resistere, contro lo Spezia torneranno Mario Rui ed Insigne, sono ancora assenti Fabian Ruiz, Koulibaly e Osimhen. La Coppa d’Africa è una delle insidie più grandi della stagione, Spalletti l’ha definito il mostro invisibile. Se sarà disputata regolarmente tra gennaio e febbraio, il Napoli dovrà continuare in apnea anche per i primi 40-45 giorni del 2022.
In un campionato così equilibrato, con sette sorelle agguerrite, in cui è sottile il margine tra il sogno scudetto e l’ansia di essere risucchiati in momenti difficili, il mercato di gennaio acquisisce valore, può spostare anche gli equilibri.
Nel calendario folle del calcio contemporaneo, con il Covid-19 sempre in agguato, l’omogeneità della rosa fa la differenza soprattutto per squadre come il Napoli che sono ancora impegnate sui tre fronti.
Gli azzurri avrebbero tre esigenze: un centrale di piede destro, un terzino sinistro e un centrocampista con caratteristiche alla Anguissa. Impossibile mettere a posto tutto, in mezzo al campo si può rimediare affidandosi al ruolo camaleontico di Spalletti che cercherà di riportare al massimo della condizione Demme, recuperare Fabian Ruiz e valorizzare il più possibile Lobotka.
Bisogna decidere su Ghoulam, se è nelle condizioni adatte per far parte delle rotazioni può essere considerato l’alternativa a Mario Rui, altrimenti bisognerebbe fare di tutto per non avere rimpianti.
In difesa c’è un’emergenza, s’intervenga quanto prima sul mercato
In difesa c’è un’emergenza, il vuoto numerico lasciato da Manolas va colmato quanto prima. Tra infortunio ed eventuale convocazione per la Coppa d’Africa, il Napoli rischia di non avere Koulibaly fino a metà febbraio.
Senza ricavi dal mercato e dalla Champions League, il Napoli sembra volersi affidare ancora al prestito con diritto di riscatto sul modello Anguissa.
Ciò che conta è che, soprattutto se la Coppa d’Africa si disputerà, bisognerà farlo quanto prima portando a casa un giocatore pronto all’uso, capace di rispondere presente nelle occasioni in cui sarà chiamato in causa.
Ricordando Maradona, che sia la volta buona affinchè non manchino i cinque centesimi per fare un euro.
Ciro Troise
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