È un Dries Mertens più “napoletano” che mai. Bella, bellissima la descrizione che il belga fa di “Partenope” nella sua intervista all’edizione odierna di Repubblica: “Un posto unico al mondo, che ogni mattina mi dà la sveglia con il sole e con un sorriso…Non dimentico come sono stato accolto, quando ero un signor nessuno e tutti si facevano in quattro per farmi sentire a casa mia: mica solo adesso che sono sulla cresta dell’onda e le tante attenzioni che ricevo possono sembrare la normalità. Conosco ogni angolo della città, anche le zone dove mi sconsigliano di andare. Qualche mio collega ha rifiutato il club azzurro? Peggio per lui, allora: non saprà mai tutto quello che s’è perso. Non ho figli e dunque passo meno tempo in casa, rispetto ai miei compagni. Forse è per questo che ho legato in maniera speciale con la gente di Napoli. Mi piace quando entro in una pizzeria e vedo sulla parete la mia foto. Con la città ho un rapporto diretto, in Belgio non ero abituato a un calore del genere. Con mia moglie siamo quasi diventati tesimonial della città, ma ci viene naturale, il merito è della bellezza che ci circonda: Pompei, Capri, ma anche i vicoli dei Quartieri Spagnoli. Le racconto un aneddoto. La migliore amica di mia moglie ha un’agenzia di viaggi: prima indirizzava i suoi clienti in Grecia, Spagna, Turchia. Adesso la principale opzione è sempre Napoli, dove anche io ricevo ogni volta che posso colleghi, amici e conoscenti. La mia casa somiglia ormai a un hotel…
Il soprannome Ciro? “In realtà all’inizio ero diventato Ciro Martinez: il nome che il gestore del bowling scriveva sul display per i punteggi, nel tentativo di non farmi riconoscere. Poi ovviamente mi hanno scoperto lo stesso. E ora sono Ciro Mertens.”
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