Salta la firma della convenzione 2015-2016 e probabilmente anche la proposta quinquennale fatta dal Comune al presidente Aurelio De Laurentiis, scrive il quotidiano Il Mattino raccontando dell’arrivo del presidente allo stadio ieri nel pomeriggio. Ad attenderlo c’era il capo di gabinetto Attilio Auricchio con la penna in mano – si legge -, ma il patron si è imbufalito alla vista dell’impianto, un cantiere a cielo aperto per rifare la pista di atletica a tre settimane dall’inizio del campionato: “L’immagine che rimanda il glorioso impianto di Fuorigrotta è quella di uno scenario di guerra: ruspe, buche, montagne di materiale di risulta, secchielli sparsi ovunque, uno scempio. Si fa molta fatica a immaginare che lì tra pochi giorni gareggerà il Napoli contro il Milan, partita di prestigio, la prima a Napoli degli azzurri. Si fa fatica a immaginare anche dove si possano collocare i raccattapalle. De Laurentiis molto, ma molto seccato ha espresso in maniera chiara il suo disappunto ad Auricchio. Sono volate parole grosse e si sono vissuti momenti concitati con il patron che ha lasciato l’impianto gridando una sola parola: vergognoso. I lavori per lui dovevano iniziare a giugno o almeno questo gli era stato assicurato. De Laurentiis teme che i lavori allo stadio – che dureranno un anno – pregiudicheranno l’immagine della società perché giocare in un cantiere con le tv di tutto il mondo ormai di stanza a Napoli non è certo positivo. Ma soprattutto il pregiudizio c’è sull’utilizzo dell’impianto stesso, per De Laurentiis i cantieri mettono seriamente a rischio anche il manto erboso, fiore all’occhiello della società che gestisce in via diretta. Insomma, il Napoli rischia di essere un ospite indesiderato a casa sua, a Fuorigrotta, per una kermesse che a tutt’oggi non si sa se si disputerà. Perché se i lavori per la pista di atletica sono partiti, per gli altri cantieri si è in altissimo mare in attesa delle decisioni dell’ennesimo commissario. Il rischio è di avere mezzo stadio chiuso e l’altra metà fatiscente – con danno pure economico rilevante – è concreto. Brucia al patron anche la brutta figura con il pluridecorato Carlo Ancelotti, abituato a palcoscenici di primo livello, che sarà costretto a guidare gli azzurri con il rischio di inciampare in una buca”.
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