Scempio San Paolo: solo 7 operai nel maxi-cantiere dello stadio, titola l’edizione on line del quotidiano Il Mattino, andando così a smentire le dichiarazioni arrivate da esponenti del Comune nella giornata di oggi. Il focus è dettagliato e racconta dei ritardi che mettono a serio rischio la prima in casa contro il Milan: “Il San Paolo è sventrato, sporco, un deposito di macerie non solo sulla ex pista di atletica grattata via da un paio di ruspe, questo sarebbe nulla. Un enorme deserto costellato da centinaia di cumuli di materiale di risulta abbandonato anche e soprattutto nelle sue viscere. Ci si aspettava che all’opera, al lavoro, ci fossero decine di operai visto che il 25 inizia l’attività agonistica degli azzurri e si dovrebbe alzare il sipario. Invece, alle 16,25 ce ne erano solo sette, più tre tecnici che stavano collaudando le nuove balaustre. Un disastro organizzativo per lavori partiti in clamoroso ritardo. Perché? Prima c’è stato più di un anno di litigi tra Comune e Regione su come trasformare il San Paolo nello stadio delle Universiadi. Intanto nel San Paolo si entra senza nessun controllo ed il via vai continuo di auto e persone non incuriosisce due figuri che sembrano custodi, appallottolati su sedie di fortuna, preoccupati solo di catturare qualche refolo di vento.
Si fa fatica solo a immaginare di aprirlo il San Paolo, messo male sotto il profilo della sicurezza. A dare l’ok dovrà essere una commissione prefettizia composta anche dai vigili del fuoco ed è difficile, molto difficile, che ciò accada, almeno a oggi. Il Mattino ha iniziato il suo tour dalla Tribuna Posillipo e si può dire che non c’è un solo antro di accesso agli spalti che non sia trasformato in discarica. Sediolini abbandonati, quintali di ferraglia arrugginita accatastata, bagni divelti e bisogna almeno ripulire dai chiodi e dagli spezzoni di acciaio sui quali si è costretti a camminare. Al netto della pulizia ci sarà da montare almeno le nuove balaustre, un obbligo sul fronte della sicurezza per garantire da un lato vie di fuga più larghe e dall’altro che dagli anelli superiori non si precipiti di sotto. Si tratta di un doppio vetro incastrato in dei binari ancorati nel cemento armato. Alcune già hanno i vetri in frantumi e se l’inizio è metà dell’opera c’è da fare gli scongiuri. Ne sono state montate poche decine, ne servono centinaia”.
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