Arrivato al Napoli la scorsa estate, Kevin Malcuit ci ha messo un po’ per entrare nei meccanismi tattici che il calcio italiano impone. Ora, però, sembra aver assorbito al meglio le nozioni fondamentali di gioco ed ha la piena fiducia di Carlo Ancelotti. Di questo e tanto altro il terzino francese ha parlato in una lunga intervista rilasciata a France Football.
Sulla differenza tra il Malcuit di inizio stagione e quello di adesso
“Appena arrivato, ho sentito un’enorme differenza con la Ligue 1 a livello tattico. I primi giorni, ero spesso fuori passo con i miei compagni di squadra. Era necessario assimilare il modo di giocare e migliorare nella posizione. Penso di aver lavorato bene in questo senso”.
Sul lavoro che Ancelotti ha effettuato su di lui per migliorarlo quotidianamente
“Mi ha fatto soprattutto lavorare sull’aspetto tattico nelle fase difensiva. Francamente, quando hai la fortuna di avere il “mister”, uno dei migliori allenatori del mondo, come allenatore, si ascolta ogni parola perché sappiamo che con lui si migliora”.
Sulla differenza di preparazione tattica del campionato italiano
“La differenza con la Ligue 1 è chiara. La Serie A è molto diversa. Qui c’è molta più attenzione ai dettagli Prestiamo attenzione a tutto accuratamente. Durante le partite, qualsiasi rilassamento può essere rapidamente punito. Mi sento molto più attento nei 90 minuti altrimenti può essere molto rischioso”.
La differenza tra il calore dei tifosi a Saint-Étienne e allo stadio Geoffroy-Guichard e quelli a Napoli e al San Paolo
“L’atmosfera al Saint-Etienne è incredibile, e sicuramente una delle più belle di Francia. Ma Napoli è diversa. Qui le persone vivono, mangiano, respirano e dormono pensando calcio. Come a Saint-Etienne, sentiamo il peso della storia indossando la maglia del Napoli. Diego Maradona ha giocato qui … Il calcio è una religione, non importa chi sei nella tua vita di tutti i giorni. Ognuno è un sostenitore del Napoli, e questo fervore, questo odore, questa atmosfera, ci sentiamo ogni giorno”.
Il compagno di squadra che più lo ha colpito
“Mi alleno ogni giorno solo con calciatori di livello internazionale, il livello è molto alto. Ma, parlando della difesa, voglio dire Kalidou Koulibaly perché oggi è sicuramente uno dei migliori difensori del mondo e possiamo solo migliorare con lui”.
Monaco, Niort, Saint-Etienne, Lille e oggi Napoli: il percorso verso i grandi livelli sarebbe potuto essere più breve
“Capisco questa domanda, ma è proprio questa carriera atipica, non necessariamente lineare, che mi ha reso il giocatore che sono. Ho conosciuto molte cose, nulla è stato facile ma non ho lasciato che nulla arrivasse al punto di evolvere oggi in uno dei migliori club d’Europa. Ogni volta, la regola è la stessa, io sono ottimista di natura, e voglio superare me stesso e soprattutto spingere oltre i miei limiti”.
Sulla nazionale
“E’ un sogno e un obiettivo. Questo è anche ciò che ha dettato la mia ultima scelta di carriera. Sono a Napoli perché so che spero di arrivare alla Nazionale passando attraverso un grande club e grandi partite. Ovviamente, l’allenatore fa le sue scelte. Per quanto mi riguarda, devo rimanere nel mio attuale slancio.”
Tutti lo definiscono un esterno molto offensivo piuttosto che un difensore
“In termini assoluti, mi considero un calciatore che aiuta la fase offensivo cercando dii mantenere un equilibrio difensivo, perché prima di tutto sono un difensore in uno schema tattico. Da quando sono a Napoli, sono più rigoroso sulla difensiva grazie all’esperienza che faccio partita dopo partita”.
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