“Non è possibile prendere un gol così, dobbiamo difendere in avanti, non scappare sempre dietro”, Mertens ancora una volta dimostra che, se quando avrà finito di giocare a calcio vorrà cimentarsi in tv, sarà anche uno straordinario opinionista. Dries ha fatto sintesi, come quando nella scorsa stagione parlò di un gruppo di “giocatori normali”, sull’ansia che ha pervaso il San Paolo nell’ultima mezz’ora di Napoli-Brescia. L’atmosfera era tesa, è stato fondamentale il supporto del pubblico che ha trascinato gli azzurri nei momenti di maggiore difficoltà. Il Napoli ha abbassato il baricentro di dodici metri nel secondo tempo, la chiave della sofferenza è in questo dato. Sono state due componenti a trascinare gli azzurri in questa situazione: l’aspetto mentale perché lo shock di mercoledì sera non è stato ancora superato, l’ansia di portare a casa assolutamente i tre punti si è fatta sentire e quello tattico sottolineato da Mertens. Il Napoli ha scelto la coppia Manolas-Koulibaly per essere più aggressivo, difendere alto, ha smarrito le sue certezze col forfait del greco e la situazione è diventata ancora più complessa dopo che si è fermato Maksimovic. Il ko contro il Cagliari non si digerisce in un attimo, mina le certezze di una squadra che non ha dei meccanismi codificati su cui affidarsi ma una proposta di calcio in cui bisogna essere sempre al massimo per interpretare tutte le consegne. Bisogna superare la sconfitta di mercoledì sera aumentando la fiducia, c’è bisogno di continuità, del “filotto” di successi, una missione che in poche occasioni il Napoli di Ancelotti ha compiuto. Guai a sottovalutare la trasferta di Genk, arriva in un momento fondamentale perché acquisire un vantaggio significativo in Champions League genererebbe sicurezza in una settimana fondamentale. Decisiva forse è troppo ma di grande importanza assolutamente sì. Il Napoli in due trasferte ha la possibilità di fare un passo in avanti sostanziale per il passaggio del turno in Champions League e domenica di tenere vivo il campionato vincendo a Torino. A San Siro c’è Inter-Juventus, il Napoli potrebbe avvicinarsi ad una delle due o addirittura ad entrambe con un eventuale pareggio, l’opportunità è ghiotta a ridosso della sosta, in questo modo il gol di Castro non verrebbe eliminato ma almeno messo da parte. S’arriverebbe alla sosta con la mente più libera, un’iniezione di entusiasmo e la possibilità di concentrarsi per lavorare sulla crescita di alcuni singoli. 10 gol subiti sono troppi, prenderne uno a partita contro Lecce, Cagliari e Brescia non è un segnale positivo, un passo indietro rispetto ai clean sheet contro Liverpool e Sampdoria. Bisogna insistere sulla crescita nel rendimento dei singoli, Koulibaly deve ritrovare la serenità perduta, Manolas anche a Roma ha avuto un rapporto conflittuale con la continuità sotto il profilo muscolare e Ghoulam fa grande fatica a tornare ai livelli raggiunti prima del tunnel degli infortuni, del resto la scelta di non partecipare agli impegni dell’Algeria è molto significativa. La fiducia, invece, può arrivare dalla forza dell’attacco e dai suoi margini di miglioramento, il Napoli ha segnato 17 gol in sei partite e può fare ancora meglio visto che ha sprecato tanto soprattutto contro il Cagliari e il Brescia. Non tutti gli uomini del reparto offensivo hanno ingranato, il miglior Insigne si è visto solo a Firenze, Lozano non si è ancora pienamente integrato nel calcio italiano e Milik ha trovato spazio finora solo a Lecce senza riuscire ancora a “battezzare” la stagione sotto il profilo dei gol realizzati.
A cura di Ciro Troise
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