Come al solito, il Mapei Stadium per il Napoli rappresenta una lezione, un luogo in cui fare in maniera spietata i conti con la realtà. Nel 2015 il Sassuolo mise a nudo le difficoltà iniziale dell’era Sarri, due anni fa dal Sassuolo portarono a casa un messaggio: la qualità del gioco non basta in assoluto, serve lavorare sulla concentrazione, un errore banale di Hamsik mise in discussione una partita che senza il gol di Milik si poteva anche perdere. L’anno scorso la giornata più amara, l’impatto trascinante di Milik ricordò i limiti nella corsa scudetto contro la corazzata Juventus di una squadra che s’affidava ad un gruppo ristretto di giocatori nella rincorsa al proprio sogno. Da Reggio Emilia stavolta il Napoli porta a casa la lezione che il campionato non si può mollare perché il secondo posto è importante sia per l’orgoglio che per motivi economici, con le quattro squadre qualificate in Champions League nei conti del market pool c’è anche la posizione in classifica. Il Milan è a -6, l’Inter a -7 e la Roma potrebbe portarsi a -10, rendere aperto a lungo questi discorsi renderebbe tutto più difficoltoso soprattutto se il percorso del Napoli in Europa League andrà avanti.
Il Napoli nel 2019 in campionato ha portato a casa solo tre vittorie contro Lazio, Sampdoria e Parma, nelle ultime cinque gare un solo successo e sei punti ma finora c’era la prestazione, la capacità di condurre la partita sui binari del gioco e dell’intensità a confortare i tifosi. Il turn-over radicale ha dei rischi, Ancelotti li ha accettati e la prestazione del primo tempo ci può stare, contro il Sassuolo che ha grandi qualità nel palleggio e ottimi interpreti in fase offensiva come Boga e Berardi ci sta correre qualche rischio con le catene laterali formate da Malcuit e Ounas, Ghoulam e Verdi. Il Napoli nel primo tempo ha creato situazioni pericolose, ha mantenuto un’anima verticale nella capacità di riconquistare la palla e attaccare la porta avversaria, nella ripresa, soprattutto dopo il gol subito, si è spenta la luce.
Il Sassuolo ha abbassato il baricentro e la proposta offensiva del Napoli è sembrata sterile, un colpo di genio di Insigne, il quarto gol a giro contro la formazione di De Zerbi, ha evitato la sconfitta. Tra il finale di gara e le interviste, Insigne è diventato protagonista assoluto con uno sfogo che oscilla tra la delusione per le critiche eccessive subite e un messaggio di mercato in una partita che è ancora alle battute iniziali. Un incontro tra De Laurentiis e Raiola c’è già stato, il presidente del Napoli chiede 100 milioni di euro, l’entourage di Insigne gioca la carta Lozano che piace tanto ad Ancelotti e sulla posizione del club che considera difficilmente sostituibile soltanto Koulibaly in caso di offerte monstre. Creare un caso tra il capitano e la società potrebbe consentire a Raiola di avere più margini d’azione, spingendo De Laurentiis ad abbassare il prezzo ma la partita è ancora lunga e in estate vivrà le sue fasi più intense. Il presente, invece, impone di pensare al Salisburgo per tenere viva l’Europa League, il sogno stagionale degli azzurri.
Ciro Troise
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