Rino Gattuso, allenatore del Milan è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della sfida col Napoli: “Domani non basterà lo spirito e avremo bisogno di coraggio, determinazione e soprattutto organizzazione. Quando ero piccolo, le persone sagge del mio paese mi consigliavano di imparare l’arte e metterla da parte. Con Sarri c’è tantissimo materiale per poter crescere ed imparare: sappiamo come giocano, ma quei pochi aspetti che propongono ti mettono sempre in difficoltà e c’è bisogno di fare una grandissima prestazione per andare bene. Bisognerà essere attenti e pronti fisicamente e mentalmente. Mi piace tanto il loro palleggio, che è sempre consapevole e mette in risalto una grande organizzazione e il lavoro che c’è dietro. Il loro palleggio non è mai sterile ed ha sempre senso. Buffon? Anche io ho commesso errori negli ultimi anni di carriera, quindi figuriamoci se posso dare consigli o fare la morale agli altri. Ho grande rispetto per Gigi e non sarò certo io a parlarne male, quando e se vorrà scusarsi, lo farà. Donnarumma? Ora viene il bello per la sua carriera e deve lavorare tanto con serenità, ma parliamo di un ragazzo che si fa voler bene ed ha tutte le potenzialità per diventare il miglior portiere al mondo. Non amo tanto la tecnologia, ma mio figlio tante volte mi fa vedere scene del mio passato calcistico e sono più negative che positive: non sono stato un buon esempio per mio figlio, da questo punto di vista, ma non cancellerei nulla della mia carriera. Quando scendevo in campo, ero disposto anche a battagliare con mio padre e non guardavo in faccia nessuno: scendeva in campo un mio fratello gemello. Quando fai bene per molte partite, ti comincia a piacere e ci fai anche un po’ l’abitudine: avendo conquistato pochi punti nelle ultime gare, un po’ di amarezza è inevitabile, ma dobbiamo continuare e non lasciare nulla al caso. Preferisco che i miei ragazzi arrivino al campo con la faccia arrabbiata per una sconfitta piuttosto che con l’infradito. Zapata e Musacchio? Parliamo di due ragazzi che lavorano ed io sono tranquillo, anche se hanno giocato poco. Ci possono essere ovviamente delle difficoltà, ma tutto il reparto difensivo potrebbe averlo e domani ci daranno una grandissima mano. Secondo me, nella preparazione di una stagione, le prime due settimane sono fondamentali: le partite si vanno a disputare dopo un primo blocco importante di preparazione e mi piace come Sarri agisce in tal senso. La Var dà sicuramente una grandissima mano e non capisco perché in competizioni con grandissimi interessi alle spalle non sia ancora presente: le polemiche ci saranno sempre, poiché è comunque un essere umano a giudicare, ma ritengo che possano diminuire. Bisogna anche essere orgogliosi, visto che siamo i primi ad aver attuato questo strumento. Reina? Oggi non me ne può fregare di meno e penso a Donnarumma: lui rappresenta il Napoli in questo momento. Se e quando arriverà, lo accoglieremo a braccia aperte, ma domani dobbiamo pensare alla nostra partita. Sarri è attualmente un vero e proprio maestro ed ha porta qualcosa di nuovo nel calcio: è partito dal basso fino ad arrivare tra i grandissimi allenatori del calcio italiano. L’ho incontrato più volte nelle serie minori ed era davvero difficile affrontarlo: già si vedeva la sua grande preparazione e sono davvero orgoglioso di poterlo affrontare domani. Non ci possiamo permettere di affrontare qualche avversario in maniera tranquilla: contro il Sassuolo, la squadra ha fatto di tutto per vincere la partita, poi può sempre capitare che una gara non vada bene. Noi dobbiamo essere cattivi in merito a ciò che proponiamo per far male agli avversari, ma non vedo assolutamente una squadra scarica e senza voglia. Kalinic? Ha avvertito un dolore al gluteo, ma la risonanza ha dato esito negativo e nei giorni successivi si è allenato: domani sceglieremo chi andrà in campo. Quando ti mancano due difensori che hanno giocato praticamente sempre, c’è ben poco da inventare: dobbiamo proporre ciò che abbiamo sempre mostrato, consolidandolo. Ci vuole tempo per preparare qualcosa, non è che uno possa inventarsi da un momento all’altro alternative. Bisogna dare innanzitutto continuità a ciò che sappiamo fare”.
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