La lezione di Verona è che non si può essere sempre brillanti, in una stagione di 50-60 partite ci sono momenti di calo da tenere in conto. Il Napoli ha sostenuto i play-off Champions impostando la preparazione atletica per essere subito in forma, è, quindi, prevedibile che possa registrare dei cali nel corso dell’andata.
Il Napoli in campionato ha portato a casa dieci vittorie e due pareggi, solo la Juventus nell’era Calciopoli nel 2005-06 ha fatto meglio nella storia del calcio italiano. I due stop contro Inter e Chievo Verona arrivano dopo le sfide contro il Manchester City, non è un dato casuale. I Citizens hanno costretto il Napoli a disputare delle gare a ritmi altissimi, costringendo spesso ad agire in campo aperto e non avendo mai il tempo di rifiatare. La sconfitta che ha complicato i programmi per la qualificazione in Champions e forse anche la gestione delle forze è arrivata in Ucraina ma anche in Europa bisogna coltivare la speranza di rimediare con l’aiuto del Manchester City.
L’infortunio di Ghoulam ha spezzato gli automatismi nella catena di gioco dove il Napoli forma la sua identità, Mario Rui ha dimostrato di avere lo spessore tecnico, deve crescere in condizione e lavorare sull’abitudine ai tempi della proposta offensiva del Napoli. In un paio d’occasioni Insigne è andato a memoria alla ricerca della sovrapposizione del portoghese che non c’è stata, inoltre i progressi nella condizione e nella brillantezza possono dargli anche più fiducia nella ricerca dell’uno contro uno, del taglio verso il centro, fondamentale in cui Ghoulam stava crescendo tantissimo.
Il Napoli paga l’assenza d’alternative tattiche, avere al centro dell’attacco la soluzione obbligata Mertens costringe gli azzurri a lavorare su una sola ideologia di calcio nella stagione in cui si stava lavorando sull’alternativa Milik. Sarri ha provato a stanare il Chievo Verona con il palleggio con un centrocampo molto leggero, Diawara aveva problemi alla caviglia, non era al meglio. La compattezza e la densità del Chievo Verona hanno imbrigliato un Napoli stanco nelle idee e nei movimenti senza palla. Una partita sotto ritmo può capitare, il segnale positivo è che il Napoli non ha mai prestato il campo alle ripartenze del Chievo ma il passo ulteriore da compiere è sfruttare anche le pochissime occasioni create, come quella più pericolosa di Callejon.
L’inserimento di Ounas è stato tardivo, Sarri deve fare di necessità virtù e aumentare il livello di partecipazione di tutti al progetto Napoli. Per cause di forza maggiore non è più il tempo dei titolarissimi, c’è bisogno di smussare anche la sua splendida proposta di gioco ma trovando la strada per rendere più produttive le alternative che hanno totalizzato finora solo 2795 minuti, una cifra inferiore alla somma del minutaggio di Insigne e Koulibaly, i due giocatori di movimento più impiegati finora.
Il percorso compiuto dal Napoli è di straordinario livello, l’identità di gioco espressa soprattutto con i titolarissimi è stata l’anima di questo percorso così brillante, ora, però, gli infortuni spingono a dei cambiamenti per resistere ai colpi subiti in attesa del mercato di gennaio. Oltre ad Inglese, occorre un esterno sinistro per sostituire Ghoulam ed un’alternativa a Insigne, cedendo Tonelli e Giaccherini per adattarsi ai regolamenti.
Ciro Troise
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