“Bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”, lo diceva Peppino Impastato ammirando i luoghi della sua Sicilia.
Il suo impegno per cambiare la sua terra e liberarla dall’oppressione della mafia è sicuramente più importante e significativo della battaglia a favore dell’estetica che sta compiendo il Napoli di Sarri. Scomodiamo la storia di Peppino Impastato per parlare di calcio e raccontare il suo ontologico sforzo a difesa del valore della bellezza contro quello dell’efficacia, del cinismo che sta portando la Juventus a grandi trionfi.
Sarri è riuscito ad educare alla bellezza la tifoseria napoletana, come dimostra il saluto ricco di passione che il pubblico di Fuorigrotta ha tributato alla squadra dopo la gara interna contro la Fiorentina.
Si è creata un’empatia così profonda tra il Napoli e il pubblico che il “circo” non solo diverte ma è diventato sia per i protagonisti in campo che per il cuore pulsante del tifo le fondamenta per edificare il sogno chiamato tricolore.
C’è un “fil rouge” tra lo striscione della Curva B che chiede al presidente De Laurentiis di riportare lo scudetto a Napoli, obiettivo dichiarato senza timidezza da capitan Hamsik.
Il distacco dalla Juventus è fuorviante, i bianconeri hanno gestito i tanti impegni, perciò la distanza in classifica si è ridotta a cinque punti, la più esigua dei sei anni di dominio della Vecchia Signora ma la sensazione è che il Napoli sia giunto ad un bivio in cui è chiamato a compiere il salto di qualità. Da una parte c’è il ciclo degli uomini di Allegri giunto per motivi anagrafici e d’inevitabile appagamento al culmine, dall’altro il progetto in forte ascesa del gruppo di Sarri, composto da quattordici elementi nati negli anni ’90, con grandi margini di miglioramento. Ci sono poi la Roma degli americani e la Milano dei cinesi, che esprimono grandi potenzialità ma allo stesso tempo anche i rischi di realtà completamente ridisegnate, che avranno bisogno di mesi per assorbire idee di gioco, automatismi tattici e organizzativi.
Il Napoli può approfittare del vantaggio di avere un impianto già pronto, un gruppo coeso che sprigiona entusiasmo ed ha bisogno solo di pochi innesti (un portiere più giovane ed affidabile di Reina, delle alternative riguardo agli esterni bassi o alti per essere ancora più competitivo.
Non sono richiesti sforzi alla Moratti ma un impegno in linea con la politica economica del club di De Laurentiis. Il Napoli nei bilanci 2015 e 2016 ha chiuso in un passivo complessivo di circa 16 milioni (13 nel 2015 e 3 nel 2016) ripianati grazie alle riserve della società, che ammontano ancora a circa 56 milioni di euro.
I risultati sportivi e le plusvalenze determinano gli introiti che può sfruttare il Napoli, la cavalcata in Champions League fino agli ottavi di finale contro il Real Madrid ha portato nelle casse del club azzurro circa 65-70 milioni, il denaro che può essere messo a disposizione della prossima campagna acquisti. E i 45 milioni della seconda rata della cessione di Higuain? Già sono stati impegnati per i riscatti di Maksimovic, Diawara e Rog mentre la prima rata ha finanziato gli acquisti di Zielinski, Milik, Giaccherini e Tonelli. Il patto per lo scudetto prevede che nessun punto fermo del ciclo Sarri vada via, soprattutto Kalidou Koulibaly che un anno fa ha rinnovato il suo contratto mentre si pianificava il rinvio della cessione al Chelsea per l’estate successiva, attendendo l’esplosione di Maksimovic. L’ex granata non è riuscito a convincere Sarri, Koulibaly, per la capacità nelle letture difensive, le qualità nell’anticipo e i suoi mezzi fisici, si è rivelato fondamentale, è quindi necessario rivedere i piani di un anno fa.
Il terzo posto sottrae al Napoli 32,5 milioni di euro che aumenterebbero in caso di malaugurata sconfitta al preliminare ma la prospettiva dei quattro posti in Champions League per le italiane nella prossima stagione rappresenta anche un interessante “paracadute” per gli investimenti di De Laurentiis.
La crescita del monte ingaggi a causa dei rinnovi di Insigne, Mertens e magari anche di Ghoulam è comunque attutita dal risparmio di 6 milioni di euro all’anno generato dal passaggio dallo staff di Benitez a quello di Sarri.
Rinunciare a plusvalenze mostruose, rinviandole magari di una stagione, quando potrebbe finire anche il ciclo di Sarri, per combattere per un sogno che alimenta i tanti cuori azzurri che hanno sposato la causa del Napoli anche nelle difficoltà. E’ questa la richiesta a De Laurentiis, che ha l’occasione di entrare nella storia. Partire dalla bellezza per conquistare il successo, è questa la missione del Napoli nella prossima stagione.
A cura di Ciro Troise
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