Il Napoli stasera si gioca un trofeo in grande emergenza. Mancano Meret, Natan, Olivera, Anguissa, Osimhen, a fine dicembre è stato ceduto Elmas, lo sostituirà Traorè che non gioca da novembre e ha bisogno di un po’ tempo per arrivare ad un buon livello di condizione. Stasera ci sarà Ngonge in panchina, magari potrebbe essere una risorsa a gara in corso.
Il Napoli affronterà l’Inter che ha acquisito ormai pienamente i meccanismi del calcio voluto da Inzaghi alla terza stagione in nerazzurro, con l’organico in piena fiducia tra i percorsi in campionato e Champions. Ha il miglior attacco, la miglior difesa e la migliore differenza reti in campionato e l’unico dubbio può riguardare Bastoni un po’ affaticato. Se non dovesse farcela, giocherà De Vrij al centro della difesa e Acerbi braccetto sul centro-sinistra. Questa differenza di situazione tra Napoli e Inter non deve essere dimenticata, soprattutto nell’analisi delle scelte di Mazzarri che ha in mente di confermare l’assetto tattico visto contro la Fiorentina.
L’idea è coprire il campo, stringerlo, evitare che l’Inter possa trovare gli spazi aperti da occupare ad alta velocità e intensità come hanno dimostrato di saper fare anche contro la Lazio. Il Napoli accetterà l’inferiorità nei duelli sul piano dell’impatto fisico, proverà a difendere di squadra cercando di restare corto, compatto e anche più basso, puntando ad essere efficace quando potrà ripartire. Contro la Fiorentina il Napoli in fase di non possesso era raccolto in poco più di 24 metri, così hanno ben figurato giocatori come Rrahmani, Di Lorenzo, Juan Jesus, Cajuste e Lobotka.
La svolta tattica ha dato al Napoli nuove certezze. Quando una squadra è in difficoltà, deve partire dalla ricerca della solidità e da un atteggiamento che consiste nel fare poche cose ma svolte nel modo giusto. È un’idea transitoria, il Napoli non può ovviamente costruire nessun progetto tecnico sul lungo periodo da quest’idea di calcio ma in emergenza e difficoltà può rappresentare una soluzione per creare nuove certezze a cui aggrapparsi ritrovando l’entusiasmo.
Non sappiamo quanto durerà questo ritorno al passato di Mazzarri che ha vissuto un’avventura simile quando guidava il Torino. Partì dal 4-3-3 del compianto Mihajlovic, poi dopo quattro sconfitte consecutive tornò alla difesa a tre e così nelle ultime dieci giornate collezionò cinque vittorie, tre pareggi e solo due gare perse. Probabilmente Walter manterrà l’impegno di tornare al 4-3-3 quando rientreranno tutti gli uomini a disposizione e terminerà il calciomercato che dovrebbe regalare al Napoli, per stessa promessa di De Laurentiis, altre due pedine: un difensore veloce, ben strutturato fisicamente e un mediano di copertura in mezzo al campo. In ogni caso l’anima tattica del 3-4-2-1 non sarà dispersa e potrà rappresentare una soluzione in qualsiasi momento. Bisognerà capire anche quale sarà l’orientamento riguardo a Zielinski. Per la finale di stasera contro l’Inter, che probabilmente sarà la sua futura squadra, intanto è in dubbio con Cajuste, uscito con qualche acciacco dalla partita contro la Fiorentina.
Il momento delle due squadre imporrebbe i pronostici ma nel contesto di una partita di 90 minuti può accadere di tutto, il Napoli deve mettere in campo le sue certezze, l’entusiasmo ritrovato e le qualità dei calciatori a propria disposizione.
Ciro Troise
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