Il primo ostacolo è stato abbattuto, a Salerno il Napoli ha vinto la prima gara del mini-ciclo di otto giorni che vede gli uomini di Garcia impegnati tra Champions e campionato. Ha creato tanto, sofferto poco, approfittato degli spazi concessi dall’atteggiamento sbarazzino della Salernitana che in certi momenti si schierava anche con il 4-2-4 nel primo tempo una volta superata la prima linea di pressione.
Il Napoli poteva chiudere la gara molto tempo prima, un po’ di leziosità sotto porta e qualche parata di Ochoa hanno costretto gli azzurri ad attendere il minuto 82 per mettere il risultato in cassaforte. Qualche aspetto da migliorare c’è sempre sia nella tenuta del campo perché un paio di volte il Napoli si è aperto concedendo qualche palla dentro l’area, soprattutto Legowski è riuscito ad andare al tiro.
Nel palleggio si può migliorare tanto, il Napoli fa fatica a gestire il possesso palla sotto pressione. Uno dei pochi presupposti creati dalla Salernitana nasce proprio da una costruzione dal basso fatta male, con un pallone gestito male da Ostigard.
Il Napoli non è più abituato ad avere varie idee sofisticate per uscire dalla propria metà campo, contro il Milan è bastato che Pioli leggesse alcuni movimenti di Leao che favorivano l’uscita su Di Lorenzo ed è cambiata la musica. Leao nel primo quarto d’ora stringeva su Rrahmani e liberava lo spazio al capitano del Napoli, Pioli ha corretto questa situazione e il Napoli ha fatto fatica.
Gli azzurri hanno cominciato a perdere palla, concedere le ripartenze e dover rincorrere l’avversario. Giocando con Raspadori centravanti, un giocatore molto valido a pulire, legare il gioco, un attaccante associativo, è ancora più importante migliorare l’uscita palla, la costruzione della manovra.
Il Napoli ha portato a casa 19 punti su 21 contro le squadre che in classifica navigano tra l’undicesimo e il ventesimo posto, fanno eccezione i pareggi contro il Bologna e il Milan. Quando s’alza il livello e il dominio tecnico non è più cristallino, c’è bisogno di principi di gioco ben allenati, con sedute intense, di un lavoro volto a far crescere ogni singolo calciatore, di diverse soluzioni in entrambe le fasi di gioco, di un atteggiamento armonico nella gestione del pressing e della riaggressione che protegga anche la linea difensiva.
Questa settimana il Napoli può indirizzare la qualificazione agli ottavi di Champions, fare un altro passo in avanti in campionato battendo l’Empoli, poi dopo la sosta avrà la prova del nove per capire definitivamente quale sarà la sua dimensione. In due settimane il Napoli affronterà Atalanta, Real Madrid, Inter e Juventus, citando Dante potremmo affermare; “qui si parrà la tua nobilitate”.
La Salernitana, aprendo tanto il campo in ampiezza, a differenza di altri avversari non ha compiuto un lavoro asfissiante in copertura su Lobotka e il Napoli, infatti, ha giocato a tratti in maniera più fluida. Ha inciso anche la presenza di Anguissa che supporta il centrocampista slovacco nella gestione della manovra. Anguissa, infatti, è il giocatore che ha toccato più palloni (92) e completato più passaggi riusciti (63) di cui 15 nella trequarti avversaria.
Il centrocampista camerunense non è ancora completamente brillante sotto il profilo fisico, ha recuperato da poco tempo dall’infortunio ma Garcia l’ha tenuto in campo per tutta la gara proprio per il suo valore e anche per dargli minutaggio che lo consentirà di essere in condizioni migliori nelle prossime partite. Nessuno dei centrocampisti in rosa può fare il lavoro di Anguissa, Cajuste è un mediano a due, adattabile da mezzala nel 4-3-3 ma con il compito di andare costantemente negli spazi come ha fatto quando è subentrato a Genova o nella trasferta di Verona. Elmas deve avere la libertà di andare all’uno contro uno, d’inserirsi negli spazi, di andare costantemente tra le linee a costruire, chiedergli di andare a prendere Krunic rovesciando il triangolo di centrocampo, come accaduto contro il Milan, significa depotenziarlo.
Il Napoli sta monitorando le possibili soluzioni nel mercato di gennaio per avvalersi di un giocatore con le caratteristiche di Anguissa, considerando la partenza per la Coppa d’Africa.
Mercoledì rientrerà anche Osimhen che probabilmente seguirà in tribuna la sfida contro l’Union Berlino. Sarà interessante monitorare lo stato dell’arte sull’infortunio per capire se il Napoli potrà contare su Victor dopo la sosta.
Nel frattempo c’è Raspadori, decisivo in tutte le gare in cui è stato schierato titolare al centro dell’attacco. Jack spedisce anche un interrogativo: quando rientrerà Victor, ci sarà più spazio per il 4-2-3-1?
Garcia fa gli ammiccamenti a questo cambio senza affondare: “Nel calcio non esiste solo il 4-3-3”. A cosa porterà questa frase? Lo scopriremo solo vivendo, soprattutto nel ciclo in cui si parrà la nobilitate del Napoli.
Ciro Troise
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