C’era una volta il Napoli dell’ammutinamento, degli allenamenti a porte aperte confermati per sottoporre i giocatori al pubblico ludibrio della contestazione, di un progetto tecnico-tattico che non è mai decollato, di uno spogliatoio spaccato figlio di una società disunita, c’era una volta il Napoli di Ancelotti che da queste parti ha completamente fallito portando in un anno e mezzo la squadra dal secondo posto al centro-classifica. Sono i numeri, i dati di fatto, l’evidenza che spesso in tanti hanno negato in quanto offuscati dal fascino di chi ha vinto altrove, era accaduto anche nelle difficoltà della seconda stagione di Benitez, si è confermato alla stessa maniera anche al cospetto del disastro calcistico più pesante dopo il breve intermezzo di Donadoni.
La solidità, i numeri raccontano il percorso
A Castel Volturno e al San Paolo oggi si suona un’altra musica: la società si è ricompattata, è ritornata la sintonia tra il direttore sportivo e l’allenatore, De Laurentiis si sta fidando di Gattuso sempre di più in virtù dei risultati che stanno arrivando.
Il Napoli nel girone di ritorno sarebbe secondo a 21 punti, uno solo in meno di Atalanta e Lazio, da quando durante il mercato di gennaio è partito il cantiere dei tanti interventi: il passaggio al 4-3-3, il ritorno alla filosofia di gioco più congeniale alle caratteristiche della squadra con l’applicazione della linea difensiva, il palleggio sulle catene laterali, l’umiltà di abbassare il baricentro quando c’è bisogno, il ritorno di Mertens e l’acquisto di Demme su tutti che ha dato ordine all’uscita palla e protezione alla fase difensiva.
La solidità è la risorsa principale del Napoli, da quel maledetto incidente di percorso contro il Lecce gli azzurri non hanno mai subito più di un gol in una partita, nelle ultime tredici gare hanno tenuto cinque volte la porta inviolata.
La svolta tra identità ed entusiasmo
La svolta è sia nel gruppo storico che nei “recuperati”, basta notare gli sguardi e le storie. Callejon si è liberato dal peso del contratto a scadenza e di tutto ciò che è successo in questa stagione, Insigne ha ritrovato la centralità perduta, Mertens ha rinnovato il contratto e si candida a trascinare la squadra sempre di più, Koulibaly sta tornando ad essere dominante, Maksimovic era stato “ripescato” già da Ancelotti ma sta finalmente acquisendo continuità. Ci sono poi i recuperati che sembravano ormai persi: Ghoulam che il Napoli valuterà attentamente in questo finale di stagione, Lozano che a fatica si sta integrando nel ruolo della soluzione offensiva che colpisce le difese avversarie stanche, Younes che tra gennaio e febbraio ha rifiutato qualsiasi soluzione in uscita e si sta rivelando un’alternativa utile nel calcio del caldo e dei cinque cambi.
Il rendimento straordinario dell’Atalanta sta rendendo vano sotto il profilo della rincorsa per la Champions League il cammino del Napoli ma c’è lo scontro diretto che può cambiare gli equilibri. “Potrebbe non bastare”, ha detto Gattuso ma sicuramente sarebbe utile a dare vivacità alla parte finale del campionato. Tra Atalanta e Roma per il Napoli è una settimana spartiacque, recuperare punti consentirebbe agli azzurri di avere un altro sogno a cui dedicarsi in questo percorso importante in ogni caso per prepararsi alla trasferta di Barcellona e alla prossima stagione. Le armi sono l’identità, l’entusiasmo e la coerenza, i migliori acquisti compiuti da De Laurentiis negli ultimi mesi che permettono di guardare al futuro con fiducia.
Ciro Troise
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