Ancelotti aveva raccontato il Napoli che aveva in testa a Belgrado, nella conferenza stampa alla vigilia dell’esordio stagionale in Champions League. “Non voglio un Napoli che abbia una sola identità ma che ne abbia diverse”, disse parlando di una squadra che stava ancora digerendo il passaggio al 4-4-2 avvenuto dopo la sconfitta di Genova contro la Sampdoria. Il Napoli vittorioso nelle ultime tre gare fuori casa contro l’Udinese, il Genoa e l’Atalanta dimostra che Ancelotti ce l’ha fatta perché anche nell’ambito della stessa partita gli azzurri hanno saputo indossare più abiti. A Bergamo il Napoli ha stravolto i suoi principali meccanismi di gioco, sapendo del pressing di De Roon su Hamsik ha costruito due riferimenti nella costruzione della manovra: Maksimovic e Insigne. Il Napoli appoggiava il primo palleggio sulla destra al difensore serbo per poi cercare di velocizzare il gioco con Insigne che si proponeva negli spazi intermedi tra le linee e premiava soprattutto l’avanzata sulla sinistra di Mario Rui e Fabian Ruiz. Non è un caso che entrambe le reti si siano sviluppate a sinistra, la prima con il taglio di Fabian Ruiz, la seconda con la verticalizzazione di Mario Rui. Insigne ha lavorato da regista offensivo, lo dimostrano i sette passaggi-chiave riusciti, quelli in cui ha messo un compagno di squadra in condizione di rendersi pericoloso. L’Atalanta in casa non perdeva da quasi due mesi, dalla sconfitta contro la Sampdoria del 7 ottobre scorso, ha recentemente asfaltato l’Inter, è finita 4-1 ma il passivo poteva essere ancora più ampio.
In fase difensiva il Napoli ha annullato la “regola del quinto” che Gasperini sa sfruttare soprattutto a destra con Hateboer, grazie alla prova sontuosa di Mario Rui, aiutato anche da Fabian bravo in entrambe le fasi, ha sofferto la prestazione straordinaria di Zapata, facendo fatica a reggere l’impatto fisico del colombiano nei duelli. L’Atalanta in certi frangenti della partita, soprattutto nel primo quarto d’ora del secondo tempo, ha tenuto il Napoli in affanno nella propria metà campo ma non ha costruito varie palle-gol ed è andata a segno in una delle rare occasioni in cui è riuscita a sfondare sulle fasce con Gosens che ha approfittato della scivolata di Callejon e ha realizzato il cross che ha poi portato al momentaneo pareggio. Sulla fase difensiva il Napoli ha margini di miglioramento, il distacco con la Juventus, realtà appartenente ad un altro pianeta soprattutto dopo il calciomercato realizzato quest’estate, è frutto soprattutto dei sei gol subiti in più rispetto ai bianconeri. Gli azzurri hanno la quarta difesa del campionato, anche Inter e Fiorentina hanno subito meno reti. Il passaggio dal criterio ossessivo della linea, che ha fatto grande il Napoli di Sarri, al lavoro sulle letture individuali e di reparto voluto da Ancelotti poteva prevedere delle difficoltà. Il Napoli le ha assorbite anche abbastanza bene limitando i danni ma ora bisogna insistere su certi aspetti, soprattutto nella capacità di difendere in area di rigore, come dimostrano i gol di Kouamè e Zapata. Nelle ultime sette partite solo il Chievo Verona non ha segnato al Napoli che ha subito otto gol, poco più di uno a partita, la media espressa in campionato.
Ciro Troise
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro