Il tempo della stagione del Napoli è sospeso, l’ansia da giudizio universale che affligge tutti da varie settimane sembra stia lasciando spazio all’adrenalina generata dalla sfida contro l’Arsenal. “Il San Paolo ci aiuterà”, ha detto Ancelotti, Milik è stato ancora più chiaro con un appello al pubblico: “Abbiamo bisogno dei tifosi”. Contro la Juventus c’erano 42mila spettatori, a pochi giorni dalla gara sono circa 38mila i tagliandi venduti, si rischia che giovedì non ci sia il tutto esaurito registrato contro il Paris Saint Germain. Riempire lo stadio sarebbe un segnale di fiducia verso un gruppo che lo merita perché per tre anni è andato oltre i propri limiti migliorandosi sempre e sfiorando uno scudetto e che giovedì proverà a superarsi ancora contro un avversario più forte e in vantaggio di due gol. C’è bisogno del San Paolo di un tempo, non necessariamente quello del boato del gol di Renica ma anche delle notti della prima Champions, una bolgia che può spingere gli azzurri a prendere il dominio della gara, a realizzare una sfida ad altissimi ritmi e intensità e ad alimentare le insicurezze dell’Arsenal formato trasferta.
Il piano-partita del Napoli avrà quest’obiettivo, l’idea di schierare Insigne a sinistra è un’altra strada per sfuggire alla morsa del pressing dell’Arsenal cercando di andare in verticale sulle corsie laterali colpendo alle spalle gli esterni bassi Maitland-Niles e Kolasinac che hanno dei limiti in fase difensiva. Le palle-gol di Insigne e Zielinski a Londra sono nate così: palla in verticale per bucare in ampiezza la difesa dell’Arsenal, nella prima occasione è stato Callejon ad attaccare la profondità, nella seconda Insigne. Milik stavolta è fondamentale per riempire l’area, dare un senso ai cross dalle corsie laterali, il suo supporto spalle alla porta come riferimento per la costruzione della manovra è un’altra soluzione perché l’Arsenal, visto il vantaggio dell’andata, sarà più accorto e ripetere in maniera ossessiva la soluzione dell’attacco alla linea avversaria per i “piccoletti” rischia di diventare prevedibile. L’esempio arriva dalla gara d’andata, gli azzurri sono andati sette volte in fuorigioco proprio perché l’Arsenal in fase difensiva aveva letto l’atteggiamento del Napoli. A Verona è stata realizzata la prova generale, l’opzione Chiriches centrale (Albiol difficilmente sarà pronto per scendere in campo giovedì) è un’idea che trasferisce la tentazione Maksimovic a destra per favorire l’uscita dalle retrovie.
La soluzione d’alzare il pallone per il colpo di testa di Maksimovic nei momenti di difficoltà è un’idea per superare la prima linea di pressione, una priorità assoluta soprattutto nella prima parte della gara quando l’Arsenal avrà le energie per ostacolare lo sviluppo del gioco. Zielinski non è un play per caratteristiche ma ha la sensibilità per proporsi un po’ più basso e gestire il pallone, ieri a Verona l’ha fatto spesso. Il Chievo attendeva il Napoli, ha rinunciato completamente al pressing alto, per gli azzurri è stata un’occasione per acquisire fiducia e sperimentare dei movimenti e delle idee per la fase offensiva ma giovedì contro l’Arsenal i ritmi saranno altissimi, serve una prova perfetta per realizzare la rimonta.
Ciro Troise
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