Benedetto fu il 3-2 a Vinovo, la Primavera ha conquistato l’interesse generale, passando da argomento per pochi appassionati a materia che stimola l’attenzione di tutti. La vittoria contro la Juventus mette in mostra il lavoro di riorganizzazione tecnica compiuto da Loris Beoni da metà ottobre alla guida della Primavera azzurra. La “prima” fu proprio la gara d’andata contro la Juventus, che vinse 4-1 facendo emergere i limiti degli azzurri, in balia dell’avversario in alcuni frangenti della gara. Beoni ha lavorato sulla testa, ha trovato un gruppo sfiduciato, “depresso” dopo i tanti risultati negativi, che si abbatteva alle prime difficoltà. Il 5-0 di Formello fu il manifesto di una squadra svuotata, incapace di contrapporre una reazione alle difficoltà, che non aveva gli strumenti adatti per superare con l’organizzazione tattica le giornate complicate. Beoni ha ricostruito partendo dal profilo psicologico, ha sviluppato un’identità di squadra, è “scivolato” su momenti che sembravano riproporre la gestione Saurini, come il momentaneo 0-5 contro il Manchester City, riuscendo a rialzarsi. Gaetano e compagni oggi hanno una mentalità che rappresenta una “corazza” nella gestione delle gare, sanno soffrire, compattarsi, individuare l’atteggiamento giusto in virtù del momento della contesa. Le idee di gioco della prima squadra sono lontane, la strada per proporre calcio con intensità e continuità è ancora lunga, Beoni sta ricostruendo il palazzo dalle fondamenta, se gli sarà data la possibilità potrebbe completarlo nella prossima stagione crescendo anche sotto il profilo della qualità collettiva della manovra. La priorità era la fase difensiva e, infatti, il Napoli ha avuto qualche miglioramento sotto questo profilo: in 16 partite di campionato gli azzurrini hanno subito 24 gol, nelle prime cinque giornate ne avevano incassati tredici. Il Napoli è passato dalla media di 2,6 reti subite a partita ad 1,5 e così si è tirato fuori dalle zone più pericolose della classifica.Se pensi che il Napoli sia il favorito anche per le prossime partite, fai la tua giocata utilizzando il codice promozionale betaland.
La permanenza nel campionato Primavera 1 è ancora tutta da legittimare ma il successo contro la Juventus accende la speranza dei play-off. Il sesto posto, l’ultimo utile, occupato da Juventus e Milan, è distante cinque punti e il Napoli ha due sfide alla sua portata contro Bologna e Sassuolo in cui potrebbe ancora avanzare in classifica. La costruzione della mentalità vincente e la priorità alla fase difensiva sono i punti in comune tra l’avventura della Primavera e quella meravigliosa del Napoli di Sarri, primo in classifica a dodici giornate dal termine. Nel calcio c’è bisogno di tempo per migliorarsi, lo dimostra il cammino di Reina e compagni che hanno impiegato tre anni per arrivare agli altissimi livelli raggiunti dagli azzurri in quest’avvincente lotta per lo scudetto. Il Napoli di Cagliari è solido, organizzato, capace di esprimere calcio a memoria, di proporre la sua avvolgente tela di passaggi con gli automatismi di un’orchestra, basta rivedere l’azione della rete del momentaneo 0-3, quella di Hamsik. Per gli azzurri ci sono ancora margini di miglioramento, nel decisivo rush finale c’è bisogno di maggiore concretezza sotto porta. Nei primi venti minuti sono stati tanti i presupposti offensivi che potevano essere sfruttati meglio, contro altri avversari la leziosità sotto porta può rappresentare un problema. La ricerca estetica degli uomini d’attacco del Napoli è una caratteristica della “grande bellezza” ma davanti al sogno scudetto bisogna farla coincidere con il pragmatismo.
Ciro Troise
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