Maradona ha la mano sul cuore e gli occhi che sprizzano gioia. Chissà cosa deve sentire, dentro, l’uomo che non è nella storia del Napoli ma è la Storia del Napoli. Bentornato a casa, Pibe. Mancano quattro minuti alle 22 quando Diego Armando Maradona scende dal van partito da Roma qualche ora prima: come sempre ha fatto di testa sua, dribblando appuntamenti, zigzagando tra annunci di probabile arrivi puntualmente saltati. Alla fine Sua Maestà in esilio rimette piede nel suo regno. Un centinaio di persone è lì ad attenderlo e il freddo del lungomare non li fa arretrare di un centimetro. Lui scende dall’auto e saluta con la mano, la solleva rapido verso la folla come un pontefice allegro, muovendo tutte le dita e il braccio. «Vi amo» sembra voler dire a tutti mentre il popolo intona quel «Diego Diego» immancabile a ogni sua apparizione. E lui si sbatte la mano sul cuore, quattro, cinque, sei volte. «Vi amo» ripete. I tifosi gridano «ho visto Maradona e innamorato son» al ritmo tribale della passione, picchiano le parole come mazze di tamburo, lui li guarda e gli parte un grande sorriso che è una smorfia. Scena di straordinario amore. Di una passione sconfinata che non avverte i segni del tempo che passa inesorabile. Dentro l’hotel Vesuvio ci sono quelli dell’organizzazione dello spettacolo di Siani ad attenderlo: tutti si avvicinano e lui, cercano di strappargli un selfie. Diego è stanco: «Sono felice di essere qui, ogni volta che posso ho bisogno di risentire l’amore di Napoli», spiega alla folla di persone armate di badge che si aggirano nella hall.
E allora dopo meno di un’ora dal suo arrivo ritorna giù nella hall: «Non ce la faccio a non uscire a salutarli, questa gente per me è energia pura, non posso stare lontano da loro». E allora, si riaffaccia sul lungomare, esce dall’hotel e fa uno show di gesti: torna a battersi il pugno sul cuore. A ripetizione. Per una decina di volte. Poi si mette con le mani giunte, come se fosse in adorazione davanti ai tifosi, alza gli occhi al cielo come per ringraziare Dio per avergli di tutto questa amore. Sua Maestà è tornato. «Le chiavi del San Paolo ce le ha lui: se viene oggi sarebbe per me un’emozione fortissima». Difficilmente Diego Armando Maradona tornerà nel pomeriggio nel suo Tempio per far felice Maurizio Sarri: al massimo vedrà la partita del suo Napoli con il Pescara dalla suite dell’hotel Vesuvio, prima di incontrare la stampa nel pomeriggio (con il sindaco De Magistris e Siani)e di tuffarsi nelle prove generali dello spettacolo «Tre volte 10». Non è escluso che Sarri possa incontrare Maradona nei prossimi giorni: Diego ha espresso al suo assistente Ceci la voglia di stringergli la mano dopo le critiche all’inizio della sua avventura napoletana («Non lo conosco e non ce l’ho con lui, ma con chi lo ha messo sulla panchina del Napoli», disse nel settembre 2015) e il dietrofront con tanto di grandi elogi («Mi ricorda il mio Napoli», la correzione qualche mese dopo). Maradona ha espresso il desiderio che tra gli ospiti d’onore del suo «Tre volte 10» ci sia anche Aurelio De Laurentiis.
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