Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il difensore del Napoli Kalidou Koulibaly ha parlato a più riprese del suo futuro che potrebbe essere ancora in azzurro, di Champions League e anche di Osimhen. Di seguito alcuni stralci:
Lei ha ricevuto una telefonata di Osimhen, che le ha chiesto se Napoli è una città razzista: cosa le ha detto?
“È vero che mi ha chiamato. Abbiamo parlato del razzismo, gli ho detto che venendo a Napoli non avrà di questi problemi, sceglierà la città giusta. Anch’io ho provato l’amarezza dell’insulto razzista, ma mai a Napoli. L’ho tranquillizzato, gli ho detto che se dovesse venire, avrà la migliore scelta. Poi, il resto dovranno farlo i dirigenti”.
Un momento, quello dello scorso autunno, che è costato la panchina a Ancelotti: dispiaciuto?
“Certo, ma l’arrivo di Gattuso ha portato una ventata di ottimismo, ha dato fiducia a tutti noi. Mi è dispiaciuto essermi fatto male proprio nel giorno del suo esordio in panchina. Con il nuovo allenatore, prima del lockdown, sono riuscito a giocare pochi minuti col Parma e la gara contro il Lecce, dove mi sono nuovamente infortunato. Si, ho dato poco, ma ora conto di recuperare il tempo perduto. Il lavoro fatto all’interno dello spogliatoio e quello sul campo, quotidianamente, lo si vede dai risultati che stiamo ottenendo, Coppa Italia compresa”.
Esageriamo se diciamo che Barcellona e Napoli hanno le stesse possibilità di accedere ai quarti di Champions? Potreste essere ricordati come la squadra che per la prima volta nella storia del club è riuscita a superare gli ottavi di finale.
“No, nessuna esagerazione, perché noi dovremo provare a vincere. Conosciamo il loro valore, ma anche noi abbiamo giocatori di livello e possiamo competere. Poi, l’idea di poter fare qualcosa di unico rende ancora tutto più suggestivo. Al Camp Nou non andremo in gita, mi sento di garantirlo per tutti i compagni”.
Sul futuro: “La mia famiglia sta molto bene a Napoli e questo mi rende felice. Se sono qui da sei anni è solo grazie a loro, perché se non si fossero trovati bene, già sarei andato via. I miei figli parlano l’italiano così come il francese. In casa parliamo entrambe le lingue. Qui si vive tranquilli, sento dire che andrò via, ma io qui sto bene, non capisco perché si debba parlare di mercato quando non c’è niente all’orizzonte. Ogni giorno ce n’è una nuova.
Nel calcio non si sa mai cosa succede. Non ho mai parlato con la società per andare via. Se dobbiamo trovare una soluzione la troveremo, ma io non ho mai parlato di mercato. Leggo anch’io sui giornali del mio futuro. Ma io voglio pensare soltanto a giocare, sono al 100 per cento del Napoli e mi dà fastidio essere accostato, ogni giorno, a questo o a quel club europeo. Vedremo cosa deciderà il presidente, se mi proporrà il prolungamento del contratto, cosa che, dunque, mi permetterebbe di concludere qui la carriera. Al momento, ho ancora tre anni di contratto: sono tanti, e non sto pensando a null’altro se non al Napoli”.
Napoli per sempre? “Non direi di no. Ma non vorrei illudere nessuno. Si sa come vanno le cose nel calcio. Magari dici che resti a vita e poi vieni ceduto. Allora dico ai tifosi che io darò il 200-300 per cento fino a quando vestirò questa maglietta. Con la gente di Napoli ho un rapporto speciale, un sentimento puro”.
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